2019-10-30
I «Conte boys» scalano il sistema giustizia
Il dicastero di Alfonso Bonafede ha varato un comitato di studi per riformare il Codice della crisi. Lo guida Mario Vitiello, giudice di sinistra, vicino a Giuseppi e al suo mentore Guido Alpa, che ha completato la squadra reclutando esperti introdotti nel côté dell'avvocato del popolo.«Chi non occupa preoccupa», scrivevano gli studenti universitari ai tempi della Pantera, ma lo slogan di trent'anni fa è rimasto ben chiaro nella testa di Giuseppe Conte, del suo grande amico Alfonso Bonafede e del loro mentore e maestro Guido Alpa. Ormai, come testimoniano le ultime nomine al ministero della Giustizia, se non si è legati strettamente al premier e al ministro, non si entra nel business vero, quello che lega riforme dei codici, editoria giuridica, corsi di perfezionamento. In Italia, complice anche l'onda lunga della crisi finanziaria importata dagli Stati Uniti, con poche cose si guadagna bene e per anni come con i grandi dissesti aziendali. Perizie, commissariamenti, curatele, custodie giudiziarie, incarichi del tribunale o governativi che vanno avanti per anni. Il tutto in un contesto giuridico in lento, ma continuo, movimento e che richiede ad avvocati e commercialisti un costante aggiornamento professionale. E allora, nei giorni scorsi, mentre si preparava la disfatta umbra della maggioranza giallorossa e la stampa inglese, in scia alla Verità, scavava sulle consulenze giuridiche del professor avvocato Giuseppe Conte, il ministero di via Arenula varava una comitato di studi che avrà il compito di elaborare il nuovo Codice della crisi. Ovvero un'opera che si annuncia monumentale e che dovrà dare più risposte al problema delle insolvenze e delle difficoltà finanziarie, prima che si deteriorino definitivamente in fallimenti veri e propri. A guidarlo sarà un magistrato di Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, che in via Arenula è ben conosciuto: si tratta di Mauro Vitiello, capo dell'ufficio legislativo e da molti chiamato semplicemente «O' ministro ombra», per come spesso offusca lo stesso Bonafede, che comunque di lui si fida ciecamente. Del resto Vitiello è in buoni rapporti con Conte e Alpa ed è in sostanza uno degli strumenti della loro occupazione. «O' ministro ombra» si è contornato di un paio di colleghi del ministero e vi ha aggiunto un giudice del tribunale di Roma: la squadra include Fabio De Palo, Ignazio Arcuri, Fabio Miccio e Salvatore Sanzo. Scelte che stanno facendo storcere il naso agli Ordini professionali di avvocati e commercialisti, che hanno il problema di non far parte dell'implacabile filiera Alpa-Conte. Un altro membro della commissione, Ignazio Arcuri è un commercialista milanese molto ben introdotto nelle sezioni fallimentari di tutta Italia e che ha da anni è uno dei commissari più richiesti su questo particolare «mercato». Il suo nome è sbucato due anni fa nelle carte del Paradise papers come professionista «attivo nei paradisi offshore», ma scrisse all'Espresso spiegando che la società in cui era stato chiamato era soggetta alla vigilanza delle autorità inglesi e, comunque, si trattava di un incarico finito nel 2008 e ben precedente ai lavori svolti per conto dei tribunali italiani. Fabio Miccio invece è un giudice che ha firmato quasi tutti i concordati fallimentari della galassia di Ignazio Bellavista Caltagirone. E storica legale dell'immobiliarista romano è Giuseppina Ivone, che insieme a Miccio fa parte della redazione di ilfallimentarista.it della Giuffrè. La storica e prestigiosa casa editrice di testi giuridici è ormai anch'essa uno snodo di potere fondamentale per i baroni del diritto al tempo di Giuseppi. Del resto, il 20 settembre 2018 Conte ha ricevuto ufficialmente a Palazzo Chigi Antonio Delfino, direttore delle relazioni istituzionali della Giuffrè Francis Lefebvre, della quale era stato per anni «prestigioso Autore», a cominciare dalla rivista digitale Giustizia Civile. Nel comunicato stampa di 13 mesi fa dell'azienda è già tutto spiegato: «La casa editrice ha ribadito la sua disponibilità a fornire un contributo di idee e fattiva collaborazione».Anche Salvatore Sanzo e Mauro Vitiello fanno parte di questa scuderia che offre «fattiva collaborazione» e dirigono insieme la collana e il sito di formazione online Il nuovo fallimento e tengono corsi di aggiornamento per la Giuffrè. Ma il quadro non sarebbe completo senza un altro esperto di crisi d'impresa come Fabrizio Di Marzio, consigliere di Cassazione. È lui che ha suggerito al ministro Bonafede la nomina di Vitiello come capo del servizio legislativo e adesso si prepara a passare all'incasso, con la nomina a membro della Scuola Superiore della magistratura, un ente autonomo molto ambito da tutte le toghe italiane perché consente di mantenere lo stesso stipendio anche rimanendo fuori ruolo. E poi, di solito, il membro del direttivo di designazione del Guardasigilli è anche quello che diventa presidente della Scuola. Tutti i componenti del neonato comitato per la riscrittura delle norme sulle crisi aziendali, del resto, sono più o meno legati a Di Marzio, che dirige anche la commissione che si occupa di controllare i bilanci dei partiti e ha appena vinto una cattedra di diritto civile. Conte sarà anche «l'avvocato degli italiani», come disse presentandosi da premier, ma di sicuro difende bene gli amici.