2021-02-12
I confini regionali restano blindati
I governatori favorevoli alla proroga del divieto di movimento in scadenza lunedì 15. Stefano Bonaccini: «Chiederemo a Draghi un incontro per aprire palestre, cinema e teatri». Il 15 febbraio scadrà il decreto legge Covid, in vigore dallo scorso 21 dicembre, che impone il blocco degli spostamenti tra Regioni, incluse quelle gialle, ma non è ancora chiaro se gli italiani potranno tornare a varcare i confini regionali senza autocertificazione. Le ipotesi sul tavolo sono diverse: già oggi o domani potrebbe essere convocato un consiglio dei ministri del governo uscente per la creazione di un nuovo dl che prorogherebbe il blocco fino al 5 marzo, data di scadenza dell'ultimo dpcm. La misura, in linea con la linea rigorista del ministro della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari regionali, Francesco Boccia, è fortemente caldeggiata dalla maggior parte dei governatori, come ha fatto sapere Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e dell'Emila Romagna. Un altro scenario, delineato ieri, è di una proroga del divieto di movimento, ma solo fino al 22 febbraio, che il governo uscente potrebbe varare d'accordo con il premier incaricato Mario Draghi. A far prevalere la linea della prudenza sono stati il timore delle varianti del virus e la coincidenza, nel prossimo fine settimana, di Carnevale e San Valentino, come hanno sottolineato i governatori di Campania e Veneto, chiedendo nel weekend un rafforzamento dei controlli delle forze dell'ordine e disponendo nuove restrizioni, come la chiusura alle 15 di bar e ristoranti con divieto di asporto. Atteggiamento opposto a quello del presidente siciliano, Nello Musumeci che, al contrario, ha annunciato l'intenzione di chiedere al governo la possibilità straordinaria di aprire bar e ristoranti la sera del 14 febbraio per dare ossigeno al settore.Per quanto riguarda invece le misure da adottare dopo il 5 di marzo, che saranno decise dal nuovo esecutivo, la Conferenza delle Regioni ha già chiesto un incontro per «per valutare le possibili graduali riaperture di alcune attività, come cinema, teatri e palestre con ingressi contingentati, nel rispetto di tutti i protocolli di prevenzione» come dichiarato da Bonaccini.Un'altra scadenza importante, sempre nella data di lunedì prossimo, è quella della chiusura degli impianti sciistici. Se non ci sarà un nuovo provvedimento la ripartenza sarà automatica. La Lombardia ha già firmato l'ordinanza che permetterà dal 15 di ritornare sulle piste. Nella Regione, il numero massimo delle presenze giornaliere non potrà superare il 30% della portata oraria complessiva di tutti gli impianti di risalita, mentre per le stazioni sciistiche che non hanno più di due impianti, il numero massimo di presenze giornaliere è determinato nella misura del 50% della portata oraria complessiva.Intanto, oggi è atteso il report con il monitoraggio settimanale dell'Iss e ministero della Salute che decreta i cambi di colore delle Regioni. Dopo il passaggio della Puglia, tornata nella fascia gialla dopo un errore nel calcolo dei posti letto in terapia intensiva, alcuni territori potrebbero invece retrocedere: sorvegliata speciale rimane l'Umbria, dove già una sessantina di Comuni sono blindati da lunedì scorso dopo lo scoppio di una serie di focolai, che potrebbe finire in zona rossa. Ma anche Abruzzo e Molise potrebbero passare da gialle ad arancioni, insieme alla Toscana. Nel comune di Chiusi, in provincia di Siena, nei giorni scorsi era stata già introdotta la zona rossa.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
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