2024-04-10
I cattolici fermano lo spot blasfemo. «Ora scuse o boicottiamo le chips»
Troppe proteste, il Garante blocca la pubblicità con le patatine al posto delle ostie.Il comitato di controllo dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha deciso di interdire la diffusione della tanto discussa réclame delle patatine Amica chips. Una réclame che è stata definita blasfema dai consumatori cattolici e che lo Iap riassume così: «La campagna pubblicitaria, ambientata in un convento e con sottofondo musicale l’Ave Maria di Schubert, mostra un gruppo di suore novizie dirigersi verso l’altare della chiesa per prendere la comunione. Non appena la prima novizia della fila riceve dal sacerdote l’ostia (nella versione web una patatina) si sente un sonoro scrocchio riecheggiare nella chiesa. Stupita e imbarazzata di poter essere la causa di quell’imprevista emissione, la novizia si volta verso la sagrestia, dove un’altra suora sta sgranocchiando le croccanti patatine pubblicizzate, prendendole dal sacchetto. Il video si conclude con le immagini del prodotto e il claim “Amica Chips il divino quotidiano”».In effetti, l’idea dell’azienda non è che sia stata particolarmente brillante. Niente a che vedere, insomma, con la pubblicità che Amica Chips realizzò lustri fa insieme a Rocco Siffredi, quando le battute a doppio senso sulle «patatine» del celebre pornoattore scatenarono l’indignazione delle femministe. Per quanto si potesse discutere sul suo buongusto, quella réclame, onestamente, almeno un sorriso lo strappava. Questa, invece, pare più che altro un grande buco nell’acqua.Al di là della qualità della campagna commerciale, però, lo Iap ha deciso di intervenire d’urgenza a causa delle «numerose richieste di chiarimenti e proteste» pervenute, ha spiegato il segretario generale Vincenzo Guggino. A pesare è stato soprattutto il ricorso presentato dall’Aiart, ossia l’Associazione cattolica degli ascoltatori di radio e televisione. Al termine dell’indagine, il comitato dell’Istituto di autodisciplina ha, quindi, «ingiunto alle parti di desistere dalla diffusione» dello spot «su tutti canali e con ogni mezzo». Il comitato ha reputato la pubblicità in contrasto con l’articolo 10 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, quello che riguarda le convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona. In altre parole, lo Iap ha ritenuto che il parallelismo tra l’ostia e la patatina fritta si configuri come offensivo per i consumatori di fede cristiana (che, in effetti, non hanno gradito questo utilizzo «allegro» del sacramento dell’eucaristia).Adesso Amica Chips ha sette giorni di tempo per fare appello contro la decisione. In tal caso, il giudizio spetterebbe al giurì dello Iap quale giudice terzo. Nel frattempo, ha cantato vittoria Simone Pillon, avvocato e presidente dell’associazione San Tommaso Moro, che aveva presentato un esposto: «A farle, le battaglie, magari si vincono ancora. Non acquisteremo più prodotti Amica Chips fino a quando l’azienda non si scuserà», ha esultato l’ex senatore su X. Nel frattempo il parroco di Mestre, don Natalino Bonazza, ha addirittura lanciato un boicottaggio contro l’azienda: «Niente più Amica chips nel mio oratorio. Verificherò anche quelle che mi danno per lo spritz», ha dichiarato. Una decisione simile a quella presa dal collegio Rotondi di Gorla Minore (Varese), uno degli istituti cattolici più antichi d’Italia.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)