2018-07-29
I carabinieri di Consip hanno fatto carriera
Risvolto curioso dell'inchiesta che imbarazza Matteo Renzi e Luca Lotti: i graduati che se ne occuparono hanno raggiunto ruoli di prestigio Sergio Pascali è in predicato di guidare la sicurezza all'Eni, Emanuele Saltalamacchia sta alla Farnesina e Giampaolo Scafarto è diventato un assessore.Grandi rivolgimenti nell'Arma dei carabinieri. A partire dalle carriere degli ufficiali già coinvolti nel caso Consip.Per esempio il generale Sergio Pascali, comandante del Nucleo operativo ecologico (che ha condotto le indagini su Consip sino al marzo 2017), lascerà l'incarico a fine agosto e andrà a fare il consulente dell'Eni. Nella Benemerita ha subito il blocco dell'avanzamento di carriera e sembra che abbia già fatto ricorso al Tar. Pascali oltre che capo del Noe è grande amico del generale Emanuele Saltalamacchia, indagato nell'inchiesta per rivelazione del segreto. I due sono stati pure compagni di corso.Pascali ha sempre assicurato di aver appreso la notizia dell'inchiesta il 6 novembre 2016 dalla Verità, quando pubblicammo la notizia di un'indagine napoletana che riguardava anche Tiziano Renzi. «Ora la nomina di Pascali sembrerebbe certa in un settore in espansione quello della cosiddetta “economia circolare", in futuro potrebbe tramutarsi nell'incarico di capo della Sicurezza generale dell'Eni» confida una fonte alla Verità. Dunque il generale potrebbe sostituire l'attuale capo Alfio Rapisarda, ex capitano della Guardia di Finanza, collocato dall'amministratore di Eni Claudio De Scalzi al posto del generale dei carabinieri Umberto Saccone. Rapisarda sarebbe destinato a dirigere una controllata dell'Eni a Londra. Pascali, però, troverà alla sicurezza un altro generale dell'Arma, Aldo Saltalamacchia, fratello proprio di Emanuele e vice di Rapisarda. Venne collocato in quella posizione ai tempi del governo Renzi e quando il fratello era il potente comandante della legione Toscana dei carabinieri. Aldo Saltalamacchia proveniva dalla Sicurezza Alitalia. Secondo i ben informati a parlarne a Renzi sarebbe stato proprio il consanguineo Emanuele e l'ex premier avrebbe perorato la causa dell'alto ufficiale con De Scalzi. «Però, dopo la vicenda Consip, De Scalzi lo ha “ibernato"», continua la nostra fonte. Emanuele Saltalamacchia resta per ora parcheggiato alla Farnesina, dove è comandante del reparto carabinieri del ministero Affari Esteri che aveva già guidato da colonnello nei primi anni del millennio, si dice, per i buoni rapporti con l'allora ministro Franco Frattini. All'epoca Saltalamacchia era legato sentimentalmente alla diplomatica Teresa Castaldo, che gli garantisce buone entrature anche oggi, mentre l'attuale compagna è Stefania Fanfani, altra dama dalle ottime frequentazioni. Si tratta, infatti, della figlia di Manfredo, re delle cliniche fiorentine. La coppia partecipò alla famosa grigliata a casa di Tiziano Renzi in cui si sarebbe parlato inopportunamente dell'inchiesta Consip. Il generale attendeva a giugno buone notizie dall'inchiesta romana, con lo stralcio della sua posizione. Ma la fine delle indagini è slittato di qualche mese.Per restituire la poltrona alla Farnesina a Saltalamacchia, su ordine del ministro Angelino Alfano, mero esecutore della volontà di Renzi, fu costretto a fare i bagagli un altro generale dei carabinieri, Angelo Agovino, che in quella sede era appena arrivato. Ma per gli epurati del governo Renzi si annunciano nuove grandi occasioni. Per esempio Agovino, comandante della Scuola ufficiali, sembra essere in pole position per la poltrona di direttore del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l'ufficio di coordinamento dei servizi segreti. I prossimi giri di poltrone potrebbero interessare pure l'ex vicecomandante del Noe Sergio De Caprio, il celebre Capitano Ultimo, prima ricollocato all'Aise e poi mandato in quarantena presso i carabinieri del Comando Tutela forestale, ambientale e agroalimentare a causa del coinvolgimento dello stesso nelle indagini Consip. Durante l'inchiesta è emerso che quando si era già trasferito all'Aise, aveva ricevuto atti d'indagine dal maggiore del Noe Gianpaolo Scafarto.Oggi De Caprio è Direttore attività convenzionali per la biodiversità dei parchi. Un incarico che deve sentire abbastanza stretto. In attesa delle decisioni della Procura di Roma che chiarirà le posizioni di tutti i carabinieri coinvolti nell'inchiesta Consip, Scafarto ha trovato un parcheggio stimolante. È diventato assessore alla Sicurezza del Comune dove vive, Castellammare di Stabia. Tra le sue deleghe quelle alla polizia municipale, al traffico, alla mobilità sostenibile, sanità, ambiente, ciclo dei rifiuti. «Su questi ultimi temi avremo grandi soddisfazioni» ha annunciato ai suoi collaboratori, ricordando la sua esperienza nei carabinieri. A sceglierlo è stata la giunta guidata dal sindaco Gaetano Cimmino di Forza Italia. Dopo aver appreso la notizia, Renzi ha citato Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato, ma…».Quindi, a quanto risulta alla Verità, lo stesso ex premier ha dato l'incarico al vicepresidente della Camera dei deputati Ettore Rosato di contattare a suo nome i vertici campani degli azzurri per provare a far recedere Cimmino. Con un solo, blando, risultato: la presa di distanza da parte del partito del primo cittadino. Il coordinatore campano di Forza Italia, il senatore Domenico De Siano, ha dichiarato: «Non ci sfugge il tema dell'inopportunità di questa scelta che il sindaco avrebbe comunque dovuto assumere a chiarimento avvenuto, visto che la stessa presta il fianco a critiche e strumentalizzazioni». Scafarto si è momentaneamente insediato nel suo nuovo ufficio presso la Polizia locale (ha una scrivania anche in Comune, a Palazzo Farnese) facendo ricorso a un po' di ferie arretrate. In futuro potrebbe mettersi in aspettativa dall'Arma. Al momento al suo stipendio di maggiore aggiunge 1.000 euro netti, la metà dell'indennità da assessore. È andata peggio all'ex vicecomandante del Noe Sessa che a dicembre, dopo aver ricevuto una prima misura interdittiva, anziché fare ricorso, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip e si è messo in aspettativa non retribuita per evitare la sospensione dal servizio.