2024-06-07
Hezbollah uccide riservista italo-israeliano
La sua famiglia si era trasferita da Milano anni fa, condoglianze di Tajani. L’aviazione ebraica bombarda una scuola dell’agenzia Onu per i rifugiati a Gaza, facendo decine di vittime: «Ospitava terroristi». Giallo sul raid rivendicato dagli Huthi nel porto di Haifa.Rafael Kauders, riservista di 39 anni, è il primo cittadino italo-israeliano delle Forze di difesa israeliane (Idf) a essere caduto in combattimento, vittima di un attacco di Hezbollah nel nord di Israele. Tuttavia, Kauders non è l’unico italo-israeliano ad aver perso la vita dopo l’attacco di Hamas a Israele. È il quarto caso di decesso di cittadini con doppia nazionalità italo-israeliana. Dopo l’attacco del 7 ottobre scorso, altri tre italo-israeliani, inizialmente dati per dispersi, sono stati successivamente confermati deceduti. La sua famiglia, originaria di Milano, si era trasferita in Israele molti anni fa. Rafael, sposato e padre di quattro figli, viveva a Zur Hadassa, una località nei pressi di Gerusalemme. Su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto: «Ho appena parlato con la famiglia, attiva nella comunità italiana in Israele, per esprimere le condoglianze a nome di tutto il governo». L’Aeronautica militare israeliana ha colpito durante la notte un complesso di Hamas situato all’interno di una scuola dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nell’area di Nuseirat. Il portavoce militare dell’Idf ha dichiarato che «nella scuola dell’Unrwa colpita operavano terroristi di Hamas e della Jihad Islamica (25-30, ndr), membri della Forza Nukhba, responsabili dell’attacco del 7 ottobre contro le comunità israeliane. I terroristi avevano usato la scuola come rifugio mentre coordinavano attività terroristiche. Prima dell’attacco, sono state adottate misure per minimizzare i rischi per i civili, come la sorveglianza aerea e altre azioni basate su informazioni di intelligence». Secondo l’ufficio stampa gestito dai jihadisti di Hamas almeno 27 persone sono state uccise in quello che ha definito il «massacro israeliano». La direttrice delle comunicazioni dell’Unrwa, Juliette Touma, ha detto alla Reuters che «il numero delle persone uccise nell’offensiva israeliana alla scuola di Nuseirat è compreso tra 35 e 45, ma il numero non può essere confermato in questa fase». A questo proposito l’Idf ha affermato «di non avere informazioni su vittime civili» mentre secondo le informazioni visionate dal Times of Israel, l’attacco è stato rinviato due volte poiché l’esercito ha affermato «di aver lavorato per mettere a punto il piano per evitare danni ai civili». Ma cosa ci facevano i terroristi all’interno di una scuola dell’Unrwa? Nessuno ha posto la domanda ma un giorno le Nazioni Unite dovranno spiegare il livello di compromissione (che gli israeliani ritengono totale) della sua agenzia con i terroristi della Striscia di Gaza. Puntale come sempre invece il capo della diplomazia europea Josep Borrell che ha chiesto «un’indagine sull’attacco israeliano». Dopo l’attacco, l’esercito ha riferito di aver neutralizzato tre individui sospetti mentre cercavano di entrare in Israele dalla zona di Rafah, situata nel sud della Striscia di Gaza. Durante lo scontro è stato ucciso Zeed Mazarib, 34 anni, un membro della Brigata Sud della Divisione di Gaza, proveniente dalla città settentrionale di Zarzir a maggioranza beduina. L’incidente ha avuto inizio intorno alle 4 del mattino, quando i soldati, osservando le telecamere di sorveglianza, hanno individuato movimenti sospetti nella nebbia, come evidenziato da una prima indagine dell’Idf. L’esercito israeliano ha confermato che nessun altro sospetto è riuscito ad attraversare la barriera per entrare in Israele durante l’incidente e sta investigando sulle modalità con cui gli individui armati hanno raggiunto la zona di confine dove sono stati individuati. Nella giornata di ieri la Brigata Bislamach, responsabile della formazione delle professioni del corpo di fanteria e dei comandanti di squadra in tempo di pace, è stata ritirata da Rafah, nel sud di Gaza, dopo aver condotto operazioni per circa una settimana e mezza. L’Idf ha dichiarato che la Brigata si sta ora preparando per ulteriori missioni e nei giorni scorsi ha anche scoperto un deposito di armi, compresi ordigni esplosivi conservati all’interno di borse con il logo delle Nazioni Unite. Sempre durante la giornata di ieri aerei da combattimento di Gerusalemme hanno condotto una serie di attacchi contro diversi obiettivi dell’organizzazione terroristica Hezbollah sul territorio libanese. Tra gli obiettivi colpiti vi sono state diverse infrastrutture terroristiche situate nelle zone di al-Naqoura e al-Matamura, edifici militari nella zona di Aita al-Shaab, e un posto di osservazione nella zona di al-Khiam. In aggiunta, l’Idf ha impiegato il fuoco di artiglieria per neutralizzare una serie di minacce nelle aree di Halta, Hamool, Hula, Al-Jibin e Marviin nel sud del Libano. Il giallo della giornata invece riguarda gli Huthi. Il gruppo yemenita ha annunciato tramite il portavoce militare Yahya Saree di aver condotto due operazioni militari congiunte con la resistenza islamica irachena contro le navi nel porto israeliano di Haifa. Tuttavia, l’Idf ha respinto queste affermazioni, negando che tali attacchi abbiano avuto luogo.
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