
Attacco a Gerusalemme, a poca distanza dal luogo in cui Benjamin Netanyahu stava tenendo un discorso: almeno otto feriti, uno grave. Ucciso l’attentatore, elogiato dai palestinesi: «Gesto eroico in reazione al raid contro Jenin». E ora si temono nuovi attacchi.Ieri mattina a Gerusalemme un’auto lanciata a forte velocità ha travolto un gruppo di passanti nell’area del mercato ortofrutticolo di Mahanè Yehuda. Il bilancio parla di almeno otto feriti trasportati negli ospedali Shaare Zedek e Hadassah Ein Kerem e uno dei malcapitati versa in gravi condizioni. L’autore dell’attacco, ucciso da un civile armato, si chiamava Khatem Najma, 39 anni, padre di 5 figli e residente nel quartiere di Beit Safafa a Gerusalemme Est. L’uomo era sconosciuto alle forze dell’ordine, tuttavia, secondo Ronen Ovadia, ufficiale di polizia intervistato da The Times of Israel, «era un attentatore isolato che aveva progettato l’attacco da tempo». La tensione è altissima e lo Stato ebraico ha schierato 30.000 uomini per sventare nuovi attentati che secondo l’intelligence israeliana sono programmati dai terroristi palestinesi per domani, data del Tzom Tammuz, giorno di digiuno ebraico che commemora la breccia delle mura di Gerusalemme prima della distruzione del Secondo Tempio. Per questo i valichi con Gaza e con la Cisgiordania saranno tenuti chiusi per 48 ore. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si trovava nelle immediate vicinanze per una cerimonia nel Giorno del ricordo dei soldati caduti in guerra e delle vittime del terrorismo e poco prima di prendere la parola ha sentito le sirene della polizia e delle ambulanze giunte sul posto per soccorrere i feriti. «Alcuni minuti fa, non lontano da qua, è stato compiuto un nuovo tentativo di uccidere cittadini israeliani. Questo attentato, in questo posto, in un momento come questo, ci ricorda che lo Stato di Israele e la terra di Israele si sono riscattati solo con grandi sofferenze», ha detto Netanyahu, apparso visibilmente scosso. Immediata la reazione dei terroristi di Hamas, che hanno elogiato «l’operazione eroica che rappresenta una reazione ai crimini degli occupanti nella Moschea al Aqsa di Gerusalemme». Mentre il Fronte popolare e il Fronte democratico per la liberazione della Palestina hanno parlato di «un gesto eroico che conferma la determinazione del nostro popolo a portare avanti la resistenza come unica opzione per creare deterrente di fronte agli occupanti». La polizia israeliana ha chiuso negozi i cui proprietari stavano celebrando l’attentato nella Città vecchia di Gerusalemme. L’attacco arriva in un momento di altissima tensione, dopo che almeno 3.000 persone sono scappate, nella notte tra lunedì e martedì, dal campo profughi di Jenin, dove anche ieri è proseguita l’imponente l’operazione militare israeliana (iniziata domenica notte), nella quale sono morte dieci persone e si sono registrati almeno 100 feriti. Si tratta della più grande operazione militare su larga scala condotta da Israele da almeno vent’anni. L’attacco è iniziato con un missile (o un drone) ed è poi proseguito via terra, con almeno 1.000 militari dell’esercito israeliano che sono entrati nel campo con l’ausilio di mezzi blindati. Gli israeliani affermano che i morti nel campo, che si trova in un’area della città palestinese nel Nord della Cisgiordania, dove vivono tra le 15 e le 20.000 persone, sono tutti miliziani delle organizzazioni terroristiche, mentre per il debolissimo presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, si tratta di «un crimine». Il leader arabo ha anche annunciato l’immediata «sospensione della cooperazione con Israele in materia di sicurezza». Per tornare all’operazione dell’esercito israeliano a Jenin, nella giornata di ieri sono stati perquisiti alcuni centri di comando dei terroristi e sono stati scoperti depositi di armi, missili, alcuni laboratori dove si fabbricano esplosivi e i fermati sono più di 100. Nel corso degli ultimi anni Jenin è diventata l’avamposto di diversi gruppi armati, molti dei quali affiliati ad Hamas e alla jihad islamica, tanto che qui sono stati orditi oltre 50 attacchi contro obiettivi israeliani dall’inizio dell’anno (24 morti), con 19 terroristi che vi si sono rifugiati dopo aver colpito. Tutto è reso possibile grazie ai soldi degli ayatollah di Teheran, come ha rivelato il capo della jihad islamica con sede in Libano, Ziad Nakhaleh, che durante un’intervista dello scorso 19 aprile ha detto che l’Iran fornisce ad Hamas circa 150 milioni di dollari all’anno, mentre il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato che l’Iran fornisce anche decine di milioni di dollari alla jihad islamica. Parliamo di miliardi di dollari versati negli anni. I leader delle organizzazioni terroristiche palestinesi sostenute dall’Iran si sono entrambi incontrati nelle scorse settimane a Teheran con il presidente iraniano Ebrahim Raisi e con il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. Ed è con i loro principali finanziatori che stanno preparando la nuova intifada.
(Getty Images)
A novembre alla Cop11 di Ginevra, la Commissione vuol introdurre il voto a maggioranza qualificata per scavalcare i singoli Stati e far passare la sua linea su temi delicati come tabacco, salute e alimentazione. C’era stato un tentativo a Panama, il blitz era fallito.
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Dite come i Righeira che l’estate sta finendo? Non nell’orto dove ci sono ancora i “frutti” estivi e tra questi i gustosissimi peperoni tondi. Sono quelli che di solito trovate in gastronomia ripieni di tonno e messi sott’olio, ma che si possono fare, soprattutto quelli di taglia XXL, in mille modi. Un modo sfizioso, che è anche una ricetta di semi-recupero e magnifica, uno dei pesci azzurri più saporiti e salubri del nostro mare, lo sgombro, è questa preparazione assai facile, buonissima e che richiede solo un po’ di pazienza e di “sopportare” il calore del forno.