2025-04-13
La sinistra Uk si ribella a Starmer per i silenzi sulle gang di pakistani
Un gruppo interno al Labour invoca una commissione d’inchiesta, «con poteri d’arresto», sullo scandalo degli stupratori immigrati. Persino il capo della «polizia woke» s’indigna: «Regalati consensi alla destra».Da quando è guidato dal partito laburista di Keir Starmer, il Regno Unito si fa notare nel mondo per essere l'ultima ridotta del wokismo occidentale. Ma sembra che negli ultimi tempi qualcosa si stia muovendo anche da quelle parti: la realtà inizia a bussare alla porta. Le istituzioni sono ancora ossessionate dalla cosiddetta «diversity», cioè dalla tutela di presunti diritti di alcune minoranze che si tramuta in discriminazione ai danni di altre categorie. Le forze di polizia scelgono di penalizzare i bianchi per allargare la composizione etnica, e nel frattempo si occupano di intercettare e segnalare migliaia di persone (minorenni compresi) per inesistenti «episodi di odio», ovvero per aver pronunciato frasi potenzialmente offensive riguardo a questa o quell’altra categoria protetta. A dirla tutta, sembra proprio che questo «odio» sia divenuto il crimine principale in Gran Bretagna: dopo le rivolte anti immigrati della scorsa estate, oltre un migliaio di persone sono state arrestare, alcune semplicemente per aver pubblicato commenti sgradevoli sul Web.In compenso, il governo laburista appare decisamente più tollerante nei confronti di quelle che vengono chiamate grooming gangs, cioè le gang dello stupro: per anni gruppi di maschi, per lo più pakistani, hanno adescato e abusato migliaia e migliaia di ragazzine, per la maggior parte giovani bianche provenienti da famiglie povere o disagiate. Le istituzioni del Regno Unito hanno sepolto per anni la questione, con la scusa di non alimentare il razzismo. Le forze dell’ordine e la politica hanno contribuito all’insabbiamento, ma qualche mese fa la storia è riemersa con prepotenza dopo una serie di inchieste giornalistiche.Prima il labour ha rifiutato di creare una commissione di inchiesta sulle gang, poi - grazie alla pressione mediatica e alle insistenze di varie associazioni - ha cambiato rotta. A gennaio, il ministro degli Interni ha promesso di stanziare 5 milioni di sterline per cinque inchieste condotte a livello locale. Decisione ridicola, visto che gli abusi sono avvenuti in almeno 50 località. L’8 di aprile, un nuovo smacco: Jess Phillips, ministro per la lotta alla violenza contro le donne e le ragazze, ha annunciato che i soldi stanziati per le commissioni di indagine saranno utilizzati anche per altri scopi. La dichiarazione ha suscitato non soltanto le ire dei commentatori destrorsi, ma pure una reazione feroce da parte di sir Trevor Phillips, ex presidente della commissione per le Pari opportunità e i diritti umani. «Quello che il governo sta facendo su questa questione è assolutamente, assolutamente vergognoso», ha detto Phillips a Times Radio. «È assolutamente vergognoso ed è palesemente politico. Le persone al governo che sono responsabili di questo, e che per altri versi sono persone assolutamente perbene, dovrebbero davvero vergognarsi. Perché è ovvio che lo stanno facendo a causa delle caratteristiche demografiche delle persone coinvolte. Le quali - come ha detto la parlamentare Tory Katie Lam - sono in gran parte musulmani di origine pakistana, e potrebbero sentirsi offese».Difficile affermare il contrario: l’inchiesta sulle gang viene ostacolata per non disturbare le minoranze e non indisporre parte dell’elettorato laburista. In buona sostanza, in nome del politicamente corretto si offendono e zittiscono nuovamente le vittime degli stupri. Questa volta, però, il delirio woke ha prodotto conseguenze inaspettate. Un gruppo interno al partito laburista chiamato Blue Labour, fondato dal pari Lord Maurice Glasman e formato da alcuni membri del Parlamento, ha duramente contestato Starmer e ha chiesto l’istituzione di una «commissione di inchiesta nazionale immediata con pieni poteri di arresto». Non è tutto: sul caso è intervenuto nei giorni scorsi Neil Basu, ex altissimo dirigente della polizia di origini asiatiche che fino al 2022 ha guidato la lotta al terrorismo, conosciuto nel Regno Unito come «il capo della polizia woke» per via delle sbandierate posizioni progressiste e il sostegno a Black lives matter. Intervistato dal Telegraph, Basu ha dichiarato che la polizia ha fallito riguardo alla protezione delle ragazze bianche della working class, ha detto che servirebbe una inchiesta nazionale sulle grooming gangs e ha spiegato che se crescono i consensi per la «destra estrema» si deve alla «incapacità di controllare l’immigrazione o di avere qualsiasi tipo di dialogo sensato» a riguardo. Insomma, lo scandalo degli stupratori pakistani ha creato uno smottamento notevole a sinistra, e anche per alcuni progressisti il delirio woke è divenuto un serio problema. La realtà ha fatto irruzione nel paradiso buonista, ed è solo l’inizio.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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