2021-09-03
Più green pass per tutti, ma ci sono i test salivari
Primo successo per la battaglia della «Verità»: in commissione arriva l'ok ai test come condizione per ottenere il lasciapassare. Per adesso potranno essere solo molecolari. Prossimo passo: sdoganare i «lecca lecca», applicarli a tappeto e renderli gratuiti.La battaglia della Verità a favore dei tamponi salivari mette a segno un primo punto positivo anche in Parlamento, ma la partita è ancora lunga e difficile. La notizia di ieri è che a Montecitorio, in commissione Affari sociali, nell'ambito della conversione in legge del decreto sul green pass, è stato approvato (con riformulazione governativa) un doppio emendamento (uno della Lega, uno dei 5 stelle) che renderà validi anche alcuni test salivari ai fini dell'ottenimento del green pass. Finora non era così, e quindi il risultato di ieri è un buon punto di principio da rivendicare. Naturalmente la norma entrerà in vigore non subito, ma solo quando sia la Camera sia il Senato avranno definitivamente approvato il decreto, trasformandolo in legge dello stato. E allora perché la vittoria è limitata? Perché il sì del governo riguarda solo i tamponi salivari molecolari: insomma, occorre che il campione di saliva sia «processato» in laboratorio, con una risposta che può arrivare fino a 24 ore dopo il test (e ricordiamo che il tampone vale solo 48 ore, e dal momento della effettuazione, non da quello della risposta). Non solo: al momento non è stanziato un solo euro di sostegno ulteriore, e quindi la spesa per il test in farmacia è a carico dell'interessato. Il tipo di tampone salivare che invece avrebbe fatto e farebbe la differenza (quello per cui questo giornale si batte come un game-changer, cioè come una cosa che farebbe la differenza in termini di screening e di continuità dell'attività scolastica o lavorativa) è il cosiddetto «lollipop», in altre parole il «lecca lecca» a risposta rapida (10 minuti). Un'eventuale adozione in via generalizzata e gratuita di quello strumento sdrammatizzerebbe i casi di positività in ambienti affollati (scuole, aziende, eccetera): istantaneamente e per alcuni giorni, si potrebbero testare tutti gli altri ragazzi o lavoratori, consentendo a tutti i negativi di proseguire tranquillamente le loro attività. Tutti capiscono che uno strumento del genere sarebbe un passo decisivo per il ritorno alla normalità, per l'uscita dalla paura e dalla paralisi. Ma questo tipo di tampone non è stato purtroppo oggetto degli emendamenti approvati ieri. Sembra accontentarsi l'esponente grillina Angela Ianaro, presentatrice di uno dei due emendamenti: «Grazie a queste modifiche, basate sempre sulle evidenze scientifiche, la certificazione Covid è ora ancora più efficace e fruibile dai cittadini. È una vittoria della scienza e del buon senso». E ancora: «Sono stati pubblicati diversi studi in questi mesi che hanno dimostrato l'affidabilità dei test salivari molecolari, e anche alcuni esponenti del Comitato tecnico scientifico hanno preso posizione a supporto di questi strumenti. Era stato lo stesso ministero della Salute a specificare, in una circolare, che il campione di saliva può essere considerato un'opzione per il rilevamento dell'infezione qualora non sia possibile ottenere tamponi oro o nasofaringei. Il M5s da tempo chiedeva un utilizzo maggiore di questa metodologia di screening che oggi finalmente è realtà».È invece giustamente più esigente la valutazione della Lega, che non si accontenta di questo primo e parziale passo. Conversando con La Verità, il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso (Lega), che come il nostro giornale si è battuto a favore dei tamponi salivari rapidi «lecca lecca», ha dichiarato: «È un inizio, come un inizio è stato quello di stabilire che ci saranno scuole sentinella dove 100.000 ragazzi e ragazze faranno il test salivare ogni 15 giorni. Come si dice in questi casi: “Meglio poco piuttosto di niente…". Ma occorre fare di più, e soprattutto superare la timidezza delle autorità sanitarie che continuano a temere che un uso più largo del tampone salivare rapido risulti sostitutivo della vaccinazione». Ricapitolando. La buona notizia è che si è aperta una porticina, prima attraverso le scuole sentinella che saranno usate per i test a campione, e poi con l'emendamento di ieri, che sdogana i salivari (solo molecolari, però) ai fini dell'ottenimento della certificazione verde. Ma ora occorre insistere su tre fronti. Primo: per ottenere l'ok al tampone salivare rapido «lecca lecca». Secondo: per la gratuità o comunque almeno per l'estrema convenienza del test (possibilmente, senza aspettare le sfibranti battaglie per la legge di bilancio ai fini dei relativi stanziamenti: non si può aspettare fine dicembre, la sfida è adesso). Terzo: per la sistematicità dell'adozione del test salivare rapido, che va usato a tappeto, come strumento di screening costante e generalizzato. È l'unico mezzo a disposizione non invasivo, non fastidioso, e che può conciliare bene le esigenze della sicurezza collettiva con quelle della libertà di scelta di ciascuno. Morale: dovrà continuare la battaglia della Verità, quella della Lega, e pure quella di Franco Corbelli del Movimento diritti civili, che a sua volta, meritoriamente, non ha mai cessato di spingere in questa direzione.