
«Maurizio, dammi retta: se vi va bene arriverete a 10.000 copie. Le 20 o le 30.0000 che immaginate ve le dovete dimenticare, perché il mercato non è più quello di dieci anni fa e la gente i giornali non li compra più». Erano i primi giorni del settembre del 2016 e mancavano due settimane all'uscita in edicola della Verità. La maggioranza dei potenziali investitori era scappata a gambe levate appena avevamo detto che volevamo fare un giornale indipendente, se necessario anche contro il padrone del vapore dell'epoca, cioè Matteo Renzi, e quelli che non se l'erano data tentennavano, dubitando della nostra fiducia nei lettori. (...)