
Già lo scorso giugno, con i gialloblù in carica, scrissi che l'oltranzismo grillino avrebbe creato il disastro. Pensare di convincere qualcuno a investire, privandolo delle garanzie penali per farlo, è semplicemente folle.Ieri mi ha telefonato un amico, che di mestiere fa l'amministratore delegato di un gruppo con soci stranieri, e mi ha detto: «Maurizio, ti prego, scrivi ogni giorno un editoriale su questa faccenda dell'Ilva, perché se il governo non fa marcia indietro, siamo fritti. Io sono tempestato di chiamate di investitori che mi chiedono se in Italia siamo impazziti e temo che molti di loro si preparino a darsela a gambe levate, dirottando altrove i loro soldi». Dopo aver ascoltato la perorazione del mio amico, gli ho spiegato che non avevo alcun bisogno di essere sollecitato a scrivere articoli per dire che abbiamo un governo di matti, perché è ciò che penso senza che ci sia qualcuno che mi convinca. Per dirla con Marco Travaglio, i pezzi li scrivo gratis. E vi spiego perché.In queste stesse pagine oggi pubblichiamo un'intervista al presidente del Consiglio, che alle domande di Maurizio Caverzan risponde dando mostra di grande tranquillità, dicendosi per niente preoccupato di quel che succede a Taranto o al ministero dell'Economia, dove ogni giorno si riscrive la manovra economica pur di accontentare i partiti. Tuttavia, indipendentemente da ciò che sostiene Giuseppe Conte, io credo che a Palazzo Chigi siano in pieno stato confusionale e il nocchiere che tiene la barra non sappia nemmeno in quale direzione stia timonando, essendo all'oscuro della rotta, con il risultato che la barca potrebbe essere alla deriva come pilotata contro gli scogli. Faccio questo mestiere da quasi mezzo secolo e di governi ne ho visti di ogni tipo: da quelli balneari a quelli dell'inciucio. Ma un esecutivo ciuccio come quello attuale ancora non mi era capitato di incontrarlo. Ho scritto ciuccio nel senso di asino, perché non serviva un professore di diritto per prevedere che se ai manager di Arcelor Mittal fosse stato tolto lo scudo penale che doveva consentir loro di risanare l'Ilva avrebbero fatto le valigie. Prevedere che, senza tutela, gli amministratori si sporcassero le mani, rischiando fra un anno di finire dietro le sbarre per non aver risolto con la bacchetta magica i problemi di inquinamento dell'acciaieria, era cosa da ingenui. Anzi: da professori o da grillini.Era ovvio che per sistemare le cose i dirigenti e gli azionisti pretendessero di essere manlevati per un certo periodo da possibili azioni penali. Il che non vuol dire esigere libertà di delinquere o di inquinare, ma solo richiedere di avere il tempo per sistemare ciò che altri, prima, non avevano sistemato. Se domani mattina a qualcuno venisse offerta in vendita un'area da bonificare, come minimo vorrebbe avere a disposizione un periodo per ripulire tutto senza essere ritenuto responsabile dell'inquinamento o degli effetti che potrebbero derivare fra l'acquisto e il risanamento. Ci vuole molto a capirlo? Evidentemente sì, perché - come ho visto ieri reclamizzato sul Fatto Quotidiano - qualcuno per comprendere ha bisogno delle «lenti a contatto per le orecchie», altrimenti non ci sente. Se necessario, a certi colleghi, le «lenti a contatto per le orecchie» le offro volentieri, pagandole di tasca mia. Ciò detto, quanto accaduto era stato dalla Verità largamente previsto. Io stesso ne avevo scritto già a giugno, quando ancora il governo era gialloblù e non giallorosso. All'epoca ricordo che spiegai che i 5 stelle preparavano «il disastro dell'Ilva» e di conseguenza del Paese. La questione era la stessa che abbiamo sotto gli occhi ora. Per accontentare una parte del Movimento, quella scontenta per la Tav e per la Tap, i grillini pensavano di fare retromarcia sulla tutela legale richiesta da Arcelor Mittal. Per rilevare la patata bollente dell'acciaieria, il gruppo indiano aveva chiesto una specie di scudo dalle indagini della magistratura, cioè di non essere costretto a spegnere gli altiforni sotto la minaccia di arresti e processi fino a quando non fosse stata compiuta l'operazione di risanamento. In principio la cosa sembrava possibile, ma poi - complice il crollo di consensi dei 5 stelle - la garanzia è diventata impossibile e così la maggioranza giallorossa ha dato pollice verso alla richiesta del gruppo straniero. Che alla fine ha reagito come immaginavamo, cioè restituendo le chiavi dell'impianto e salutando tutti quanti.Ora l'Avvocato del popolo minaccia sfracelli e cause per danni agli stranieri che fuggono. Così come avevo previsto che sarebbe finita male, prendendoci, mi spingo a fare un'altra previsione. A fare causa saranno gli indiani, che ci chiederanno pure i danni e se va male ci toccherà pagare 5 miliardi. Quante lenti a contatto per le orecchie si comprano con 5 miliardi?
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