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Solo le passioni, le grandi passioni, possono innalzare lo spirito a grandi cose

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Solo le passioni, le grandi passioni, possono innalzare lo spirito a grandi cose
iStock

In questo momento la passione per l'inconfondibile Gusto della qualità italiana è il quid che può fare la differenza, l'atmosfera del Vinitaly è stata la dimostrazione della voglia di investire e di guardare al futuro.

L'esplosione dei prezzi delle materie prime, la crisi economica internazionale, il pericolo dei tanto temuti dazi non devono diffondere allarmismo. Per combattere una sempre più agguerrita concorrenza, l'unica strada percorribile è la qualità. Proprio in questa direzione lavora con importanti risultati il ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, per rendere la nostra qualità un irrinunciabile valore sociale, culturale ed economico. La forza della tradizione, investendo in innovazione, ricerca e sviluppo, sono le carte vincenti dei produttori ambasciatori nel mondo di questa punta di eccellenza del Made in Italy: il vino. Guidati da indiscusse capacità, talento e quella passione "vibrante" che consente di realizzare grandi cose.

Per scaricare il magazine «Gusto» basta cliccare il link qui sotto.

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«Inno di Mameli», si cambia: sparisce il «sì»
Sergio Mattarella (Ansa)
Svolta filologica grazie a un decreto del Colle: chiesta diligente osservanza all’esercito.

«Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò». Punto, fine. Pausa con corona. Rompete le righe, ma soprattutto mordetevi la lingua se siete tra quelli - quasi tutti - abituati a urlare «sì!» al termine del Canto degli italiani (poesia di Goffredo Mameli, musica di Michele Novaro, correva l’anno 1847). Lo stabilisce un decreto del 15 marzo scorso firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, adottato su proposta del premier, Giorgia Meloni (leader - per restare in tema - di Fratelli d’Italia), poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio 2025. Una scelta filologicamente ineccepibile quella del Quirinale, dato che nel testo primigenio del Mameli (1827-1849) di questa entusiastica ma superflua esclamazione non c’è traccia. Fu il compositore Novaro (1818-1885) - genovese come il suo socio - ad aggiungerla per concludere il brano (adottato ufficialmente dal nostro Paese come inno nazionale solo nel 2017) «in un grido supremo, il quale è un giuramento e un grido di guerra».

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Tanti saluti ai dazi: Pil Usa +4,3%
Scott Bessent (Ansa)
I dati ribaltano la storia della catastrofe annunciata: l’economia americana accelera e Scott Bessent preme sulla Fed perché tagli i tassi e riveda al ribasso il tetto all’inflazione.

Le statistiche, si sa, hanno un difetto imperdonabile: arrivano sempre dopo le profezie. E spesso le smentiscono. Così, mentre le cassandre della globalizzazione annunciavano sconquassi, recessioni a catena e un’economia Usa piegata dai dazi di Donald Trump, i numeri hanno fatto quello che sanno fare meglio: raccontare un’altra storia. Meno apocalittica, molto più prosaica. E decisamente più imbarazzante per chi aveva già pronto il necrologio dell’economia Usa.

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Arsenale-Simest, ok al finanziamento del treno italiano di lusso in Arabia
Paolo Barletta, Ceo Arsenale S.p.a. (Ansa)
Accordo da oltre 70 milioni di euro per la realizzazione del progetto ferroviario «Dream of the Desert». Il modello pubblico-privato valorizza la filiera industriale del Paese e punta all’avvio operativo nel 2026.

Arsenale e Simest (Cdp) hanno chiuso un accordo per finanziare «Dream of the Desert», progetto che porta il gruppo industriale italiano nel settore dei viaggi di lusso in Arabia Saudita. Inoltre, la struttura supera i 70 milioni di euro: 37 milioni di investimento equity congiunto Arsenale-Simest e 35 milioni di finanziamento del Tourism Development Fund saudita. L’accordo si innesta sull’intesa già siglata con Saudi Arabia Railways per l’utilizzo della rete ferroviaria nazionale.

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Radicali italiani all’ultima spiaggia: resta soltanto la rissa con l’Anpi
Matteo Hallissey (Ansa)
Un flash mob pro Ucraina all’università Federico II di Napoli finisce tra urla e spintoni. Tutto previsto dal leader Hallissey, che poi denuncia violenze e censure. Una brutta pagina dopo lo scandalo tessere.

Matteo Hallissey, fino all’altro ieri, aveva la fortuna di essere un perfetto sconosciuto. Presidente dei Radicali italiani e +Europa, 22 anni, da qualche ora è diventato finalmente famoso: merito di un’azione che possiamo tranquillamente definire di purissima provocazione, messa in atto (o meglio in scena, perché di sceneggiata si tratta) a Napoli, nelle aule del dipartimento di filosofia dell’università Federico II. Qui si è svolta una delle tappe della serie di incontri dal titolo «Russofilia, Russofobia, Verità», con la partecipazione dello storico Angelo D’Orsi e dell’ex parlamentare Alessandro Di Battista, organizzata dalla sede partenopea dell’Anpi. Al termine dell’incontro, scatta la provocazione: alcuni giovani presenti, che indossano una maglietta con i colori dell’Ucraina, inscenano un flash mob, ovvero una manifestazione di poche persone. Un video racconta la sceneggiata: Hallissey inizia a urlare contro D’Orsi, chiedendogli «che ci faceva in Russia, che ci faceva con la propaganda del Cremilno!». È il caos: alcuni dei presenti cadono nella trappola e spintonano Hallisey, che non aspettava altro, invitandolo ad allontanarsi (si sente un perentorio «vattenn!», ovvero vattene). Nulla di più di un paio di spinte, come chiunque può facilmente verificare dal video pubblicato tra l’altro dallo stesso Hallissey, che alterna le immagini con i suoi commenti all’accaduto, gesticolando come ormai usano fare tanti esponenti politici.

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