2023-08-08
Il governo aumenta le licenze dei taxi. La solita Cgil pronta a fare sciopero
I Comuni possono bandire concorsi per incrementare in modo temporaneo del 20% le vetture circolanti. Prevista una procedura più celere. Critiche dalle sigle, ma solo un sindacato vuol fermarsi.Dal cdm via libera a due decreti: le risorse saranno utilizzate per i mutui e il taglio delle tasse. Sospeso il tetto agli stipendi dei manager della società del Ponte sullo Stretto.Lo speciale contiene due articoli.Torna la burrasca, nei rapporti tra taxisti e governo, dopo lo scontro di un anno fa tra le associazioni di categoria e l’esecutivo, allora guidato da Mario Draghi, che non mancò di avere il suo peso negli eventi che portarono alla caduta. Ieri il Consiglio dei ministri, nella sua seduta di fine stagione, ha approvato nel dl ribattezzato Asset una serie di norme relative al servizio, che sostanzialmente consentirebbero un incremento del 20 per cento – seppure temporaneo – delle licenze nei grandi centri. Una misura non draconiana, che comunque non è stata accolta bene da alcune sigle, a partire dalla Cgil, che è arrivata a minacciare lo sciopero generale della categoria, nel caso le norme venissero confermate in sede di conversione in legge del provvedimento, al termine dell’iter parlamentare. Ma andiamo per ordine: le innovazioni proposte dal governo prevedono che i Comuni capoluogo di Regione, le città metropolitane e i comuni sede di aeroporto internazionale possano aumentare fino al 20% le licenze, attraverso un bando internazionale aperto esclusivamente a veicoli non inquinanti. Inoltre, gli stessi Comuni potranno rilasciare licenze di taxi aggiuntive temporanee della durata non superiore a dodici mesi, prorogabili sino ad un periodo massimo di 24 mesi ma a favore di soggetti già titolari di licenze. Nonostante la loro gradualità e temporaneità, queste misure hanno innescato la reazione immediata di una parte dei sindacati e delle associazioni dei taxisti. A distinguersi, è stato il sindacato di Corso Italia, che con una nota ha censurato duramente le intenzioni del governo: «Questo decreto così fatto», ha scritto Unica Cgil, «non deve essere convertito in legge: sciopero generale e mobilitazione sarà la nostra risposta. Unica Cgil non sarà né solidale né collusa con governi e ministri, che vogliono distruggere il servizio pubblico». E poi ancora: «Oggi due ministri avrebbero dovuto presentare il Dpcm sulla regolamentazione dell’uso delle piattaforme tecnologiche e i decreti sul Ren (Registro nazionale imprese) e sul foglio di servizio Ncc; invece sono assenti non giustificabili. Invece di affrontare e operare per risolvere i problemi strutturali del trasporto pubblico di linea, trovano il tempo e impegnano apparati dello Stato per smontare la legge 21/92. Il vero obiettivo», conclude la nota, «è solo quello di smantellare il servizio pubblico taxi, per fornire macchine e autisti al servizio del nuovo caporalato gestito dalle multinazionali». Critica, anche se con toni meno perentori della Cgil, l’Ugl, che si espressa attraverso il responsabile nazionale taxi Alessandro Genovese prima della notizia definitiva dell’approvazione, quando era circolata una bozza i cui contenuti poi sono stati confermati: «Abbiamo espresso le nostre critiche sulle bozze che abbiamo letto sui social e sui giornali e, a questo punto, aspettiamo le decisioni del Consiglio dei ministri e il testo che uscirà dal Cdm per fare le nostre valutazioni su cosa fare». «Questo decreto d’urgenza», ha aggiunto, «non serviva, perché tutti gli strumenti per modulare l’offerta verso la domanda sono già in mano ai sindaci. Il fatto che passi il concetto che un tassista può avere più licenze lo vediamo come un cavallo di Troia. Se piace a quei politici che guardano al modello americano che sfrutta poveri lavoratori a vantaggio delle multinazionali, noi su questo ci opporremo fermamente». Più o meno stesso concetto dalla Cisal: «Oggi viene imposto di fatto il cumulo delle licenze per i tassisti e ce lo pongono come un regalo. Non vogliamo regali. Per noi è un cavallo di Troia e siamo contrari. Questo innesca meccanismi di speculazione che non intendiamo avallare. Se vogliono darci delle compensazioni ci diano l’Iva agevolata per l’acquisto delle vetture, il credito d’imposta per l’acquisto del carburante, il riconoscimento delle malattie professionali e del lavoro usurante». Ma sul punto c’è da dire che nel testo non è prevista alcuna possibilità di cumulo delle licenze definitive. Anche Uritaxi ha espresso la propria insoddisfazione attraverso il presidente Loreno Bittarelli, ancora prima che il testo venisse confermato: «Sono troppe le criticità di metodo e contenuto», ha detto, «della bozza di Dl. Siamo stati convocati a valutare un testo che non viene fornito è, indubbiamente, una novità nei rapporti sindacali che certo non provoca consenso di metodo, ma se il testo che verrà approvato in Consiglio dei ministri corrisponderà alle indicazioni sommariamente forniteci sarà impossibile anche il consenso di merito». Sul fronte politico, prima della conferenza stampa che lo ha visto impegnato assieme a Matteo Salvini, Orazio Schillaci, Francesco Lollobrigida e Carlo Nordio, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, difendendo le norme, aveva avuto una riunione in videocollegamento con il presidente di Anci, Antonio Decaro.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/governo-aumenta-licenze-taxi-2662904213.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="prelievo-sugli-extraprofitti-bancari" data-post-id="2662904213" data-published-at="1691439008" data-use-pagination="False"> Prelievo sugli extraprofitti bancari Due decreti, tante norme. Il governo Meloni ha chiuso ieri a Palazzo Chigi la sua prima «stagione» in carica, con un consiglio dei ministri che ha sfornato diverse novità legislative, contenute prevalentemente in due provvedimenti. Il primo, definito secondo la classica vulgata giornalistica «omnibus», è stato ribattezzato dall’esecutivo decreto «Asset», mentre il secondo ha affrontato questioni legate alla giustizia e alla sanità. Per quanto riguarda il decreto Asset, le norme più attese a tutela dei consumatori erano quelle relative alle licenze dei taxi e al caro-voli. Per ciò che riguarda le tariffe dei voli, che ultimamente sono andate fuori controllo, la risposta che il governo ha dato ieri consiste nel divieto alle agenzie di usare l’algoritmo tradizionale per la determinazione dei prezzi durante l’alta stagione. «La fissazione dinamica delle tariffe sarà vietata per le rotte nazionali di collegamento con le isole; in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale o se il prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, risulta superiore del 200 per cento alla tariffa media del volo». Questione Ponte sullo Stretto, molto discussa negli ultimi giorni: nel dl resta la norma che sospende il tetto sugli stipendi dei manager e per l’assunzione di professionalità elevate nella Società costituita per la realizzazione dell’opera, e si consente che il cumulo tra pensione e compensi possa superare la soglia 240.000 euro. Inoltre, per grandi programmi d’investimento da parte di soggetti esteri nel nostro paese del valore non inferiore a un miliardo, il governo può dichiarare l’interesse strategico nazionale e nominare un commissario straordinario per assicurare l’azione amministrativa necessaria. Per contrastare la delocalizzazione delle imprese, poi, nel decreto è prevista l’estensione a 10 anni del termine per il recupero incentivi per le grandi imprese che delocalizzano. Importanti anche le norme che anticipano alcune misure urgenti del più vasto Piano nazionale per la microelettronica, destinando al settore circa 700 milioni di euro. In particolare, viene istituito un credito di imposta maggiorato per la ricerca e lo sviluppo nel settore dei semiconduttori. Molto sentite dal governo (in particolare dal vicepremier Matteo Salvini) le norme contenute nell’altro decreto e relative alla repressione delle azioni dei piromani: viene aumentato da quattro a sei anni di reclusione il minimo edittale della pena per chi viene riconosciuto responsabile di un incendio in «boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui». In caso di incendio colposo la pena minima passa da uno a due anni di reclusione. Tali pene potranno essere aumentare da un terzo alla metà, se il fatto è commesso al fine di trarne profitto, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi. Capitolo giustizia, più precisamente intercettazioni: in questo secondo decreto si estendono le fattispecie di reato per cui è possibile l'uso di questo strumento, dopo la sentenza della Cassazione sulla definizione di criminalità organizzata che aveva reso necessario intervenire. Ma la notizia più inattesa è quella che arriva da Matteo Salvini in conferenza stampa: «Il ministro Giorgetti», spiega, «ha approvato una norma di equità sociale, che è un prelievo sugli extraprofitti delle banche limitato al 2023: tutti gli introiti saranno destinati agli aiuti ai mutui prima casa e al taglio delle tasse».