2019-05-01
Gli svapatori europei: «Il Parlamento ci riconosca, non siamo tabagisti»
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Se è vero, come sostenuto dalla medicina, che la sigaretta elettronica è assai meno dannosa di quella tradizionale, risulta difficile capire perché tabacco e vaping siano trattati, e regolamentati, a livello europeo e nazionale, praticamente nello stesso modo. «Non possiamo paragonare le sigarette elettroniche al tabacco, non possiamo paragonare le arance alle mele», ha spiegato il professor Riccardo Polosa, professore ordinario di medicina interna presso l'Università di Catania e direttore de Cohear (Centro di ricerca sulla riduzione del danno da fumo) ospite del canale Youtube dell'Associazione nazionale per i vaper uniti (Anpvu). Nasce così la campagna Vaping is not tobacco...Ed è per questa ragione che ieri i sostenitori europei del vaping hanno lanciato da Bruxelles la campagna Vaping is not tobacco (il vaping non è tabacco) per chiedere che la regolamentazione sul vaping riconosca, alla luce delle evidenze scientifiche, le differenze in termini di salute pubblica tra il vaping ed il tabacco. I partiti meglio disposti sembrano l'Alde e il Ppe, non tanto per interesse verso il fumo quanto per approccio liberale e antitasse in economia.La campagna è articolata in due parti: un'iniziativa dei cittadini europei intitolata «Let's demand smarter vaping regulation», una petizione online promossa da un comitato di cittadini provenienti da Germania, Francia, Italia, Belgio, Irlanda, Repubblica Ceca, Regno Unito e Romania; una piattaforma «dal basso» che si rivolge ai circa 17 milioni di consumatori di prodotti del vaping ma anche a quei cittadini europei che chiedono una regolamentazione diversa, per consentire loro di contattare direttamente i candidati dei rispettivi paesi europei in corsa per le elezioni europee. L'obiettivo principale dalla campagna è ottenere una regolamentazione specifica e separata sul vaping, basata sulle evidenze scientifiche e che escluda le sigarette elettroniche dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco nonché da qualsiasi direttiva sui prodotti farmaceutici. «Il nostro obiettivo», spiega in una nota Mosè Giacomello, portavoce vicario della campagna Vaping is not tobacco e direttore di Vapitaly (la più grande esibizione sul vaping d'Italia, che si tiene a metà maggio a Verona), «è quello di aumentare il livello di consapevolezza sulle differenze tra vaping e tabacco». Il punto centrale della questione sta nell'attuale quadro normative europeo, continua Giacomello: «Attualmente non riconosce il potenziale del vaping come strumento per consentire ai fumatori di accedere a prodotti meno rischiosi».Giacomello ha illustrato l'iniziativa in una conversazione telefonica con La Verità, spiegando che la campagna presentata ieri sarà anche il momento clou della fiera Vapitaly di Verona con una conferenza attesa per l'ultimo giorno, domenica 19 maggio. «Ci sarà un'area intera gestita dall'associazione dei consumatori per permettere ai visitatori di sottoscrivere l'iniziativa». Le ultime due edizioni dell'evento hanno fatto registrare l'affluenza di circa 20.000 persone ma per quest'anno, viste le novità contenute nella legge di bilancio che hanno aiutato il mercato, le previsioni sono in crescita. «Puntiamo ai 25.000 visitatori», confessa Giacomello.A sostegno dell'iniziativa si è espresso il professor Polosa, convinto che ci sia «bisogno di una regolamentazione che sia legata al fattore di rischio dei prodotti come le sigarette elettroniche che sono almeno 20 volte meno tossiche o dannose rispetto alle sigarette convenzionali». Per il professore buona parte delle colpe sono da imputarsi alla cattiva informazione sulle sigarette elettroniche che, ha spiegato Polosa, «da un punto di vista tossicologico sono prodotti del 95% meno rischiosi delle sigarette tradizionali».Ma non è l'unica voce nella comunità scientifica. Diverse recenti ricerche, infatti, hanno dimostrato che il vaping è significativamente meno rischioso per la salute umana rispetto al fumo. Il Royal College of Physicians e Public Health England, per esempio, sono arrivati alla conclusione che il vaping sia almeno il 95% meno rischioso del fumo. Il Consiglio economico, sociale e ambientale del governo francese ha dichiarato che le attuali regole trattano il vaping alla stregua dei prodotti del tabacco «costituendo un approccio probabilmente eccessivamente prudente da parte delle autorità sanitarie rallentandone l'utilizzo come strumento di cessazione al fumo».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)