2021-06-30
Gli Stati già affossano il green pass dell’Ue
Dopo che Pierpaolo Sileri ha chiesto di negare il documento a chi non ha il richiamo, la Germania ripristina la quarantena per chi arriva dal Portogallo. Bruxelles invoca «maggior coordinamento», ma sui criteri per il lasciapassare ogni Paese sta decidendo per séI vacanzieri di Liguria e Piemonte otterranno la seconda iniezione in villeggiaturaLo speciale contiene due articoliEntra in vigore domani in tutta l'Unione europea il green pass, ma rischia di affondare prima di lasciare il porto. Sull'efficacia del lasciapassare messo a punto per favorire la libera circolazione dei cittadini europei all'interno dei 27 Stati si stanno accumulando nuvoloni poco rassicuranti, scatenati dalla variante delta del Covid-19 e su cui soffiano le dichiarazioni del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ma anche le scelte di alcun stati membri, come la stessa Germania.Ostenta ottimismo il ministro Roberto Speranza, osservando che il certificato che attesta la vaccinazione effettuata (anche una dose), negatività al test o guarigione da Covid è stato già scaricato in Italia da «13 milioni e 700.000 persone». Per il ministro il fatto è «molto positivo perché segnala che c'è una grande attenzione e che questo meccanismo, costruito anche a livello europeo, sta funzionando». Probabilmente Speranza si riferisce al sistema per scaricare il documento elettronico, visto che il suo stesso sottosegretario sostiene «come medico e non come politico» che il green pass potrebbe non essere più rilasciato dopo la prima dose, ma solo dopo la seconda. Sarebbe l'ennesima marcia indietro, questa volta dovuta al fatto che, contro la variante delta la protezione è intorno al 30% dopo la prima dose, ma sale a circa il 90% dopo la seconda. Anche la Germania sta rivendendo l'importanza del green pass per il Covid per 14 Paesi particolarmente colpiti dalla variante delta. Tra questi non c'è solo la Gran Bretagna o la Russia - cosa comprensibile visto che sono extra Ue - ma c'è il anche il Portogallo, nei confronti del quale il governo di Angela Merkel limita fortemente l'ingresso e l'uscita. Secondo Die Zeit, chiunque torni in Germania dal Portogallo è parificato a chi arriva da un'area di variante del virus e, dopo il 29 giugno, deve essere in quarantena per due settimane. L'obbligo di quarantena vale per tutti, compresi coloro che sono guariti o che sono stati completamente vaccinati. La linea dura prevede che non si possa terminare l'isolamento prematuramente con un test negativo: è infatti richiesto anche un test antigenico o molecolare (Pcr) negativo nel viaggio di ritorno (massimo 48 o 72 ore) da presentare prima dell'imbarco sull'aereo e che viene anche controllato dalla polizia federale al momento dell'ingresso. La questione riguarda non solo gli aerei, ma anche le compagnie di autobus e treni che possono portare solo cittadini tedeschi o stranieri con residenza tedesca. Facile immaginare le conseguenze, in particolar modo per il turismo, visto che il Portogallo è la destinazione più popolare per i tedeschi: già 1.000 sarebbero in vacanza nel Paese iberico, secondo l'Associazione tedesca di viaggio Drv. Due delle destinazioni turistiche più popolari del Portogallo sono attualmente colpite da un numero elevato di contagi. Algarve, nell'ultima settimana, ha un'incidenza di 170 casi su 100.000 abitanti e Lisbona 210 (la soglia è di 50 positivi su 100.000 abitanti) e la variante delta si aggira intorno al 70% dei casi. Ci sono realtà con numeri più bassi, ma l'intero Paese è classificato come area di variante del virus. Nonostante le buone intenzioni, nell'Ue si può partire con delle regole e tornare con nuove norme, alla faccia del green pass che doveva armonizzare gli spostamenti tra gli Stati membri. Del resto, le stesse regole con cui è stato istituito il lasciapassare europeo hanno delle falle interpretative. Nel sito della Commissione europea (Ce) dedicato al pass si legge che «gli Stati membri dovranno accettare certificati vaccinali ottenuti con vaccini che hanno ricevuto l'autorizzazione al commercio nell'Unione europea». Il mix vaccinale - richiamo con un vaccino diverso - potrebbe quindi non essere valido, visto che l'Agenzia europea del farmaco (Ema) non ne ha mai autorizzato l'uso. Per correggere il tiro, la Ce prevede che gli Stati membri abbiano «la facoltà di decidere se accettare anche viaggiatori europei che hanno ricevuto un altro vaccino». A questo punto in Ungheria, chi si è vaccinato con il russo Sputnik V, potrà avere il green pass, nonostante il vaccino non sia stato approvato dall'Ema. Per la cronaca, il vaccino russo è già riconosciuto all'ingresso da Cipro, Croazia e Slovenia. In Austria, Grecia e Spagna vanno bene anche i vaccini cinesi Sinopharm e Sinovac. Non in Italia, per ora. Resta inoltre il diritto di ogni Paese di concedere il green pass dopo una dose di vaccino o dopo la vaccinazione completa e la questione interessa circa un quarto degli europei (oltre cento milioni di persone) che hanno ricevuto solo la prima dose. L'Italia è uno dei Paesi che concedono il pass dopo la prima somministrazione, ma tra qualche settimana potrebbe cambiare tutto. O forse prima, visto che la Commissione europea si è attivata inviando una lettera ai 27 Stati membri per chiedere «una tempestiva e coerente applicazione della raccomandazione aggiornata sulle misure coordinate di restrizione alla libertà di movimento e sul certificato digitale Covid dell'Ue». In particolare «si dovrebbero garantire le esenzioni (alle restrizioni di viaggio, ndr) - ha precisato Christian Wigand, portavoce della Commissione - per le persone completamente vaccinate e guarite, nuclei familiari e l'applicazione delle colorazioni aggiornate della mappa Ecdc» sulla situazione epidemiologica in Europa. Tutto ciò «andrebbe fatto entro il primo luglio per garantire che queste misure siano allineate con il certificato digitale», cioè domani.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/gli-stati-gia-affossano-il-green-pass-dellue-2653592395.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="patto-toti-cirio-per-le-dosi-ai-turisti-avviati-i-contatti-con-la-lombardia" data-post-id="2653592395" data-published-at="1624996161" data-use-pagination="False"> Patto Toti-Cirio per le dosi ai turisti. «Avviati i contatti con la Lombardia» È stato annunciato l'accordo: i residenti piemontesi che si recheranno in Liguria per trascorrere un periodo di ferie e, viceversa, quelli liguri che andranno in Piemonte per lo stesso motivo avranno la possibilità di vaccinarsi contro il Covid-19 in vacanza. In particolare, questa reciprocità vaccinale entrerà in vigore a partire da domani e proseguirà fino alla metà di settembre (con il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che non ha comunque escluso, in caso di necessità, di attivare il servizio anche durante le prossime vacanze sciistiche invernali). Tutto questo, mentre -dal punto di vista tecnico - tale reciprocità si baserà su una sorta di collaborazione tra i portali online per la prenotazione dei vaccini delle due Regioni coinvolte: l'appuntamento verrà, nel dettaglio, fissato nella data più vicina a quella prevista per il richiamo nella Regione di residenza. «È il primo accordo in tal senso che diventa operativo: dal primo di luglio se un cittadino piemontese viene in vacanza per almeno due settimane in Liguria o se un cittadino ligure predilige le montagne del Piemonte potrà accedere al servizio vaccinale della Regione confinante», ha dichiarato il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in una videoconferenza con il suo omologo piemontese. «L'accordo fatto», ha aggiunto Toti, «segue le linee guida nazionali e fa da apripista per altre Regioni d'Italia che lo ritengono opportuno. Un accordo che va in aiuto in un momento in cui, almeno in Regioni come Liguria e Piemonte, la campagna vaccinale sta rallentando. Un'agevolazione che mette tutti quanti più al sicuro rispetto ai rischi che si corrono». «È un accordo fatto seguendo le indicazioni del commissario Francesco Figliuolo», ha inoltre precisato il governatore ligure. «Siamo pronti», ha sottolineato dal canto suo Cirio, «le nostre strutture tecniche hanno coronato la nostra volontà politica. Questa operazione vacanze credo sia la strada giusta». Ma quali sono i requisiti di accesso a questo servizio? Bisognerà innanzitutto attestare - come abbiamo visto - che il proprio soggiorno nella Regione sia a scopo turistico e della durata di almeno due settimane. In secondo luogo, il richiedente - oltre a specificare la località della vacanza e ad autorizzare il trattamento dei dati personali - dovrà anche notificare o di non essere vaccinato o di aver ricevuto soltanto la prima dose. In questo quadro, agli under 60 vaccinati con Astrazeneca sarà fornita la possibilità di scegliere un siero differente per il richiamo. Nelle scorse ore, è stato reso noto che anche la Lombardia si stia muovendo per stipulare un'intesa con la Liguria in materia di vaccinazione in vacanza. «Stiamo facendo le valutazioni, abbiamo trasmesso al commissario Figliuolo la bozza di quello che potrebbe essere un accordo. Dopo prenderemo una decisione», ha dichiarato ieri il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana. «Con Giovanni Toti», ha proseguito il governatore lombardo, «ne ho parlato perché mi ha chiamato. Ora bisogna avere un po' di calma e capire quanti saranno i vaccini e come saranno distribuiti. È il momento di fare le valutazioni con calma». «Ho sentito il governatore Fontana», ha chiarito dal canto suo Toti, «stiamo monitorando i numeri e capendo i reali bisogni dei turisti che arrivano da lì, ma abbiamo condiviso la possibilità di qualcosa che assomigli all'accordo con il Piemonte, così come chiesto dai cittadini della Lombardia e anche da altre Regioni, per cui siamo a disposizione».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco