
La sinistra dava del «fascioleghista» a chi implorava prudenza: oggi invoca il senso di responsabilità. Però Antonio Spadaro da prete diventa odiatore social: sfrutta il virus e twitta una vignetta anti sovranista (poi rimossa).Adesso siamo tutti fratelli. Adesso chi battezzava come fascioleghisti coloro che chiedevano prudenza e spingevano per la quarantena obbligatoria, inneggia alla solidarietà, al senso di responsabilità (dal quale non è mai stato sfiorato per un mese) e al valore della coesione sociale per combattere il coronavirus. Adesso premier, ministri, colonnelli del Pd, governatori rossi (e Rossi nel senso del toscano Enrico), il sindaco Giuseppe Sala con la mascherina arcobaleno, opinionisti da involtino primavera a colazione, attempate duchesse da passeggiata in via Sarpi a Milano con i carlini, fannulloni da piccolo chimico con il profilo social scritto in inglese, trovandosi davanti ai primi due morti e al cupo record europeo dei contagi non sanno che cravatta annodarsi. Così indossano l'eterno paracadute dell'ipocrisia.Avevano ragione Attilio Fontana e Luca Zaia ma in quanto leghisti sono stati massacrati. Aveva ragione Roberto Burioni (ammetterlo ci costa un po') ma poiché la quarantena è un concetto poco inclusivo e chic, è stato incenerito dai suoi stessi seguaci. Il distratto disprezzo che l'intellighenzia progressista mostrava nei confronti degli allarmi sensati bollandoli come «allarmismo razzista» è stato improvvisamente sostituito dal richiamo al grande abbraccio fraterno, che pure sarebbe anti igienico. Con una variazione Goldberg davvero surreale: chi oggi si permette di far notare a Nicola Zingaretti e ai suoi discepoli che non ci avevano capito nulla, viene allegramente accusato di sciacallaggio, come Matteo Salvini. E poi pregato di «attenuare il rumore di fondo».La tardiva giravolta dei deputati del Pd è testimoniata da un comunicato: «In queste ore in cui cresce la paura affidiamoci alle indicazioni della scienza. È il modo migliore per essere seri, responsabili ed efficaci». Un'esplicita ammissione di superficialità, irresponsabilità e incapacità del partito-guida del governo nel gestire l'emergenza fino a ieri. Con qualche triste corto circuito. Alessia Morani, che difficilmente abdica al ruolo di vispa pasionaria della sinistra social, scrive su Twitter: «Ascoltiamo gli esperti e facciamoci guidare». Smentita immediatamente dal capogruppo Andrea Marcucci che intima un po' esasperato: «Lo scrivo da parlamentare, evitate di dare retta ai miei colleghi. Sul coronavirus vanno seguite le indicazioni del ministero e dei medici». Bentornati sulla Terra, mentre il delirio del politicamente corretto sta presentando il conto. Bentornato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha smesso di parlare del Jobs act per dedicarsi all'aggressivo agente patogeno. Nel giorno del bagno di realismo si notano anche meglio gli sprovveduti di talento che aspettano gli alieni sul tetto del grattacielo con i cartelli di benvenuto e i flûte di champagne (immagine dal film Indepencence day). Sono le sardine, che non riuscendo a far prevalere un dignitoso silenzio, dichiarano in coro all'agenzia Adnkronos: «L'antidoto da trovare è sicuramente scientifico, ma noi cerchiamo di portare avanti un antidoto culturale in questo momento di panico mediatico. L'unica mascherina è quella della cultura». Hashtag davvero poco rassicurante per i ricoverati in ospedale e per le loro famiglie in apprensione: nonfarticontagiare. Oggi dobbiamo essere tutti fratelli. E in attesa che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, decida di rassicurare con la sua presenza anche i bambini di Codogno, non possiamo non constatare che l'unico per il quale ci sono ancora cittadini di serie B è un alto prelato, il sacerdote che sussurra a papa Francesco, padre Antonio Spadaro. Il direttore della Civiltà Cattolica (almeno fino a stamattina) pubblica sul suo profilo Twitter una vignetta di Repubblica, traballante nel tratto e nello spunto, dove un uomo con mascherina chiuso in casa viene inchiodato al suo destino dalla battuta: «Sogno sovranista, ognuno a casa sua».I parroci si apprestano a celebrare due funerali, chiudono le università e i tribunali, i contagiati aumentano di ora in ora, negli ospedali sono obbligatori guanti e mascherine. Mentre tutto questo dà la misura di un'emergenza operosa vissuta con preoccupazione e dignità, padre Spadaro pubblica l'invettiva a china come se fosse un banale odiatore da tastiera, salvo poi ritirare la provocazione da Chef Rubio forse perché travolto da poco ecumenici commenti. Il collaborazionista più fedele e feroce del governo giallorosso in Vaticano non perde l'occasione per buttarla in politica proprio mentre i suoi sottosegretari di riferimento chiedono di abbassare i toni. È una scena malinconica.Dopo avere deciso chi salvare e chi lasciar bruciare all'inferno (chissà se al malato sovranista darebbe l'estrema unzione), il monsignore gesuita sostituisce la vignetta con un post millenarista, da peste manzoniana, traballante nella consecutio ma buono per un regolamento di conti. «Nel frattempo c'è povera gente alla quale lupi travestiti da pastori fa credere che la Madonna ha inviato il coronavirus per punire l'umanità. Mentre politici irresponsabili usano la paura contagio per diffondere il consenso». È il suo vangelo della domenica.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.