2021-01-11
Condannato l'ex deputato Volontè: «corrotto da azeri»
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Il tribunale di Milano infligge all'ex Udc Luca Volontè 4 anni di carcere per aver orientato nel 2013 la votazione del gruppo del Partito popolare europeo sui prigionieri politici dell'Azerbaijan. La mazzetta pagata dalla diplomazia del caviale era di 500.000 euro, ai tempi delle trattative sulla Tap.La diplomazia dell'Azerbaijan, la cosiddetta caviar diplomacy (diplomazia del caviale), ha corrotto con mezzo milione di euro Luca Volontè, ex deputato Udc e membro dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, per non sporcare l'immagine del presidente Ilham Aliyev, all'epoca impegnato nelle trattative sulla Tap (Trans Adriatic Pipeline). Lo ha stabilito il tribunale di Milano che ha condannato Volontè a 4 anni di carcere per corruzione. Le indagini erano partite da una segnalazione di Bankitalia su alcuni bonifici ricevuti dall'ex rappresentante del Parlamento italiano all'assemblea del Consiglio d'Europa dal settembre 2008 al giugno 2013. I soldi arrivavano da società britanniche attraverso la Danske Bank in Estonia e la Baltikums Bank a Riga in Lettonia. Da lì scoppiò poi il caso delle centinaia di miliardi di euro riciclati da azeri e russi tra il 2007 e il 2015. Per l'accusa, Volontè avrebbe abusato della propria funzione, ricevendo mezzo milione di euro da due esponenti politici azeri per orientare il voto e ottenere la bocciatura di un rapporto sui prigionieri politici della repubblica caucasica, a vantaggio del governo azero. A corrompere Volontè sarebbero stati il membro del parlamento azero Elkhan Siraj Suleymanov e il suo collaboratore Muslum Mammadov, condannati a 4 anni. Avrebbero pagato il politico italiano per ottenere in cambio «dell'asservimento della sua funzione pubblica a interessi privati e del Governo dell'Azerbaijan», soprattutto per «orientare le votazioni della stessa assemblea parlamentare contro l'approvazione del rapporto Straesser, in merito alle condizioni dei prigionieri politici» proprio in Azerbaijan. La condanna di oggi è a suo modo storica. Perché da anni si discute dell'influenza azera sulle istituzioni europee e soprattutto italiane. Quanto vale la diplomazia del caviale? In questi anni molti parlamentari europei, ma anche sindaci o semplici politici, hanno dipinto il regime azero come una democrazia «giovane ma non molto differente dalle altre». Le organizzazioni umanitarie denunciano da anni la regolare violazione di diritti umani come la persecuzione dei partiti di opposizione o dei giornalisti d'inchiesta. Sempre secondo Trasparency International, il Paese si trova alla posizione numero 123 su 176 nella classifica dei Paesi meno trasparenti su economia e politica. E' del resto un'antica tradizione della cultura azera regalare caviale e doni, succedeva ai tempi degli Zar in Russia.Da qui è nata la caviar diplomacy. Cominciò nel 2001, non molto tempo dopo che l'Azerbaigian si unì al Consiglio d'Europa, in teoria un presidio di democrazia nato nel 1949 per difendere la libertà d'espressione e i diritti umani. C'è una data da ricordare, 15 gennaio del 2013, quando il Consiglio d'Europa si espresse su un rapporto denunciava 85 prigionieri politici in Azerbaijan. Proprio allora Volontè avrebbe orientato la votazione del gruppo del Partito popolare europeo di cui era presidente, a favore del governo azero. Con 79 voti favorevoli e i 125 contrari la risoluzione di condanna venne bocciata. Fu necessario non sporcare l'immagine pubblica del presidente Aliyev, perché impegnato da anni in rapporti commerciali e proprio in quel periodo in trattativa sulla Tap, il gasdotto che porterà in Italia il gas proveniente dal Mar Caspio.
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