2019-02-20
Gli anarchici piromani del Trentino ormai erano pronti ad ammazzare
Arrestati sette insurrezionalisti responsabili di attentati incendiari a treni, centraline elettriche, tralicci e alla sede della Lega di Ala. L'intercettazione: «Pensi di fare la rivoluzione senza far fuori nessuno?».L'ultimo, in ordine di tempo è stato l'attacco incendiario alla stazione dei treni di Caldonazzo, che, due giorni fa, aveva bloccato per diverse ore la ferrovia, ma i sette anarcoinsurrezionalisti arrestati, ieri notte, su mandato della Procura di Trento con un blitz dell'Antiterrorismo, agivano indisturbati già dal 2017. È questa la tesi degli inquirenti che, ieri, dopo mesi di indagine, hanno fatto scattare le manette per sette persone accusate di essere esponenti del movimento anarchico in Trentino Alto Adige e tutti coinvolti, a vario titolo, in una serie di attentati a carico di obiettivi istituzionali, avvenuti nella regione, negli ultimi due anni, tra cui anche quello ai danni della sede della Lega di Ala, del 13 ottobre scorso, organizzato alla vigilia di un incontro pubblico alla presenza del ministro dell'Interno, Matteo Salvini.L'indagine contro quella che viene definita «un'organizzazione terroristica di matrice anarchica» è stata condotta da Digos, Antiterrorismo e Ros. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Trento, Marco La Ganga, nei confronti dei sette viene anche riportata un'intercettazione del 29 settembre 2017, una conversazione tra alcuni degli indagati con altre persone, in una casa di Bosco di Civezzano utilizzata come base. «Scusa ma non ho capito», dice uno dei presenti, «ma qual è la prospettiva se no, cioè non ho capito… come pensi di fare la rivoluzione? Senza ammazzare nessuno?». In una sola notte, oltre alle case dei sette indagati sono state perquisite anche abitazioni di altre persone ritenute vicine al movimento anarchico in Trentino. La presenza del gruppo nella zona è ben nota e spesso, gli attentati e gli atti violenti messi a segno dal gruppo vengono rivendicati attraverso un blog. Tre giorni fa, quando un rogo doloso aveva provocato l'esplosione di alcune centraline elettriche che controllano la viabilità dei treni sulla ferrovia della Valsugana: le fiamme si erano sprigionate in un locale di servizio che si trova nel sottopassaggio sotto i binari e, i vigili del fuoco chiamati sul posto per la colonna di fumo che si stava alzando da quel punto della ferrovia, hanno subito capito che si trattava di un incendio voluto. La porta d'ingresso del locale era stata forzata e proprio accanto alle cabine elettriche qualcuno aveva accumulato un notevole quantitativo di carta alla quale era poi stato dato fuoco. Per il forte calore le centraline sono esplose e il traffico ferroviario è stato subito bloccato. Visti i precedenti e le modalità di azione i sospetti, sono caduti inevitabilmente sui più facinorosi del gruppo e nella notte sono partite le perquisizioni. In realtà si è trattato soltanto della goccia che ha fatto traboccare il vaso: già prima di questo episodio, le indagini erano in atto e riguardavano un arco temporale di quasi due anni durante i quali sempre le stesse persone si sono prodotte in una serie di atti violenti e danneggiamenti. L'attentato più simbolicamente grave di cui sarebbero accusati i sette arrestati è quello del 13 ottobre scorso, quando ad Ala una bomba carta mandò in frantumi la porta della sede della Lega dove il giorno seguente era previsto un comizio di Salvini. Ma non è tutto. Secondo gli inquirenti soltanto tra il 2017 e oggi si contano in Trentino, diversi attentati, molti dei quali incendiari, messi probabilmente a segno dai sette della banda. Nell'aprile 2017 nei laboratori della facoltà di scienze dell'Università di Trento, scoppiò un incendio nel quale vennero danneggiati molti computer: ad appiccare il fuoco un gruppo di attentatori che riuscirono a rompere la finestra dell'aula buttando all'interno alcune bombe carta. In occasione dell'adunata degli Alpini, che nel 2018 scelsero Trento come meta, gli anarchici della zona si sperticarono in cori offensivi contro i militari, si registrarono ben tre attentati alle linee ferroviarie e, in segno di protesta contro l'invasione pacifica delle penne nere, i soliti noti diedero fuoco anche a diversi tricolore, vantandosi poi, a poche ore di distanza, via web dell'azione. Sempre nella primavera dell'anno scorso un incendio in un'area militare a Roverè della Luna, devastò nove mezzi civili, che erano stati cosparsi di benzina e poi dati alle fiamme. Anche in quel caso come in altri la rivendicazione arrivò poche ore dall'incendio. Ieri, subito dopo l'arresto, la pagina web degli anarco insurrezionalisti e altri media d'area denunciavano «un'altra pesante operazione repressiva contro anarchiche e anarchici, a soli dieci giorni di distanza dagli arresti a Torino e lo sgombero dell'Asilo occupato», mentre - venuto a conoscenza dell'operazione - il ministro Salvini ha twittato: «Complimenti a polizia e carabinieri: con un blitz antiterrorismo hanno arrestato sette anarcoinsurrezionalisti. Nessuna tolleranza per violenti e criminali». Dello stesso avviso il senatore di Fratelli d'Italia, Andrea De Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro: «Questo movimento è stato vergognosamente tollerato, e finanche coccolato, dalla politica sinistroide che governò il Trentino fino allo scorso autunno», ha spiegato il senatore in un'intervista. «Auspico, quindi, che sia finalmente posta fine a questa area di impunità e immunità, che ha permesso per lustri a tanti figli di papà di usare violenza verso cose e persone, nel silenzio compiacente di tante istituzioni».
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.