2021-07-08
Giustizia, slitta la cabina di regia. Il M5s ha una grana: la prescrizione
La riforma Cartabia scontenta i grillini più di tutti. Oggi tocca al processo penaleIl rischio di far saltare il banco ancor prima di iniziare era alto, forse troppo. Quello della giustizia è un tema incandescente, soprattutto ora che il pacchetto di emendamenti su cui lavora da mesi il ministro Marta Cartabia è in dirittura d'arrivo. Già oggi la riforma del processo penale dovrebbe arrivare sul tavolo dei ministri, in un Consiglio che si annuncia complicato. Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse voci su una possibile cabina di regia per avvicinare i partiti della maggioranza, soprattutto sul nodo della prescrizione. Ufficialmente, il confronto è saltato per via dell'incontro, già fissato, tra Cartabia e le organizzazioni sindacali dell'amministrazione penitenziaria dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, a cui hanno partecipato anche il il capo del Dap e i due sottosegretari alla Giustizia, Anna Macina e Francesco Paolo Sisto. Qualcuno, invece, sospetta che il rendez-vous sia stato evitato a causa delle posizioni ancora troppo distanti tra i partiti. I parlamentari che ieri hanno preso parte alle discussioni in commissione Giustizia non si sono lasciati sfuggire il nervosismo grillino: «C'era una certa tensione tra i colleghi del Movimento 5 Stelle», racconta alla Verità il deputato Giorgio Trizzino, che al Movimento ha detto addio qualche mese fa. Per tutto il pomeriggio, le truppe pentastellate si sentono, si parlano tra di loro. Con l'esterno, tuttavia, le bocche restano piuttosto abbottonate: «Stiamo aspettando di vedere quello che viene fuori dal testo, gli emendamenti del governo non li abbiamo ancora visti», racconta una fonte parlamentare. Certo è che l'accelerazione impressa da Mario Draghi sul tema della riforma penale porta verso uno sbianchettamento di alcuni principi introdotti dalla «Spazzacorrotti», il testo voluto dall'ex ministro Alfonso Bonafede, in vigore da poco più di un anno. Il punto di caduta più doloroso è la reintroduzione della prescrizione, in una formula pensata in via Arenula nel tentativo di accontentare tutti gli attori politici in campo. Secondo la nuova impostazione immaginata dalla Cartabia, si introduce una «prescrizione processuale», che fissa dei termini di fase per la conclusione del processo: due anni per l'appello, uno per la Cassazione. «Andrà finalmente in soffitta la riforma della prescrizione targata Bonafede, approvata dal governo gialloverde e fatta da quello giallorosso, sulla quale hanno lasciato le proprie impronte digitali il M5s, la Lega e il Partito democratico» scrive in una nota Enrico Costa, deputato e responsabile Giustizia di Azione, che auspica ulteriori interventi su alcuni ambiti «ancora scoperti», come la custodia cautelare. Sul fronte opposto si schiera Andrea Colletti, deputato de L'Alternativa C'è e membro della commissione Giustizia di Montecitorio, che ha definito la proposta Cartabia un gioco dell'oca: «La soluzione sulla prescrizione è un deciso passo indietro rispetto a una delle poche cose realizzate dal Movimento 5 Stelle durante i suoi governi», spiega. «Questa è la dimostrazione che a nessuno interessa la velocità dei processi, mentre a molti interessa l'impunità». Nel pacchetto degli emendamenti messi a punto dal governo, dovrebbero trovare spazio anche l'incentivazione dei riti alternativi e la riduzione dei tempi delle indagini preliminari: per i reati più gravi, 18 mesi dall'iscrizione nel registro delle notizie di reato; 6 mesi per i reati minori. Tra i punti più discussi, c'è anche la limitazione del ricorso in Appello da parte delle Procure, di cui il Movimento 5 Stelle avrebbe chiesto lo stralcio. «Gli interventi proposti dalla Commissione di studio sulle riforme ci sembrano puntuali», ragiona la senatrice Anna Rossomando, responsabile giustizia del Pd. «Nessuno vuole che i processi in Italia durino per sempre, per questo è importante potenziare tutte quelle risorse che garantiscono tempi certi. Se ci si incaponisce al chi tira di più la fune dalla propria parte, non si arriva ad alcun risultato». I cinque stelle sono avvisati.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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