2020-11-29
Giuseppi vuole osare il terzo giro manco fosse Andreotti o Moro
Il premier non ha mai fatto politica ma punta a fare il tris, come riuscì ai mostri sacri.Dunque le voci di un rimpasto di governo si moltiplicano. Ma pensa te questo avvocato e professor Conte. Se si troverà a presiedere il terzo governo, senza elezioni nel mezzo arriverà, nell'ordine, a eguagliare Alcide De Gasperi (per parlare solo di quelli seguiti alle prime elezioni politiche della Repubblica nel 1948), Amintore Fanfani, Giulio Andreotti, Aldo Moro e Mariano Rumor. Gli unici che presiedettero tre governi nella stessa legislatura. Guarda che la vita è ben strana. Conte uno e trino, chissà se lo starà pensando. Forse no, pur essendo nota l'altissima considerazione che l'uomo ha di sé stesso, sempre seguendo le voci dei ben informati, non arriverà a questa supervalutazione teologica.Ora fermiamoci su De Gasperi. La prima volta il rimpasto fu causato dall'uccisione di sei operai (e feriti 51) durante uno sciopero a Modena nel maggio del 1950, ministro dell'Interno Mario Scelba. Il secondo rimpasto avvenne invece per la crescente polemica, a partire dalla stessa Dc, sulle politiche - ritenute troppo liberiste - dell'allora ministro del Tesoro, Giuseppe Pella. Era il lontano luglio del 1951. Insomma, roba seria.Oggi il rimpasto del governo Conte, se sarà fatto, sarà per fare cosa? Escluso che entrino nel governo l'opposizione o parti di essa, e quindi per apportare elementi di programma alternativi agli attuali, si tratterà di un rimpasto della stessa farina. Ma la stessa farina c'è già al governo, e quel che potrebbe fare dopo il rimpasto lo avrebbe potuto fare prima. I rapporti di forza sono quelli, prima e dopo il rimpasto. Forse si pensa a qualche figura salvifica? Forse alla sostituzione di qualche incapace. Ma allora sarebbe una strage, forse dovrebbero intervenire i caschi blu dell'Onu. Altrimenti uno potrebbe dire con chiarezza: vogliamo un rimpasto di governo perché vogliamo fare un elenco di riforme e per farle riteniamo inadeguati coloro che ora sono al governo e vorremmo mettere questi altri. Tipo: vogliamo una politica economica diversa e una riforma fiscale poderosa e non riteniamo Gualtieri adatto al compito. Occorre una riforma della sanità e Speranza non ci dà speranza. E via di questo passo. Altrimenti rimpasto per cosa, ma soprattutto per chi? Oppure: vogliamo che l'Italia si faccia promotrice di una revisione dei trattai europei, vogliamo un'accelerazione dei sistemi di erogazione dei fondi europei per la ripresa, vogliamo una cancellazione e non un rinvio delle scadenze fiscali. Vogliamo una maggiore consistenza delle dazioni a fondo perduto a prescindere dai codici Ateco. Tutti obiettivi urgentissimi. No, di questo non si parla. La verità è che questo governo si regge con le stampelle. Difficile valutare quanto Conte piaccia ai cittadini. Pur cosciente che gli italiani hanno uno stomaco piuttosto forte e sono abituati a digerire un po' di tutto, chi frequenta i palazzi della politica - soprattutto i corridoi e gli scantinati - sa perfettamente che, ad esempio dalle parti del Pd, e altrettanto se non di più dalle parti di Italia viva, in pochi sopportano il premier e il livello di insopportazione nei suoi confronti cresce di giorno in giorno. Lo farebbero tornare volentieri nelle aule universitarie e nel suo studio legale. Avete notato che quando parlano del governo per difendere il suo operato non lo citano mai? Strano, no? Le stampelle sono di legno, e il legno di quelle di Conte è poco buono. Forse si è pensato di andare per boschi - con la b minuscola - a cercarne di meglio. Chissà che lo trovino. Sempre stampelle, comunque, rimarranno. E con le stampelle si cammina poco veloce, esattamente ciò di cui avrebbe bisogno, al contrario, la nostra Italia.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».