2021-01-23
Giuseppi risolve il puzzle intelligence. Ma mantiene lui il controllo degli 007
Conte nomina i tre vice mancanti e cede le sue deleghe ai servizi a un diplomatico. Un modo per dire al Pd: «Comando ancora io».Settimane di impasse e adesso, in sole 24 ore, Giuseppe Conte cede le deleghe ai servizi e nomina in un colpo solo tre vice direttori per colmare i ruoli da tempo vacanti all'Aisi, servizi interni, e all'Aise, quelli esterni. A ricevere l'incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato Pietro Benassi, attuale consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. Mentre altrettanti decreti hanno confermato la lista redatta prima di Natale per riempire le caselle dei vice direttori. All'ex Sismi, l'ammiraglio Carlo Massagli, già consigliere ai tempi di Paolo Gentiloni (per cui ha seguito il dossier Fincantieri in Francia) e dei governi successivi. È stato in lizza anche per comandare la Marina, quando al ministero della Difesa c'era Elisabetta Trenta. Sempre all'Aise è stato nominato il generale della Gdf, Luigi Della Volpe, fino a ieri caporeparto con una lunga permanenza dentro la medesima agenzia. Sul suo nome già da tempo c'era piena convergenza politica non solo tra le forze di maggioranza ma anche tra i partiti di opposizione. Infine, a riempire il ruolo vacante all'Aisi è stato scelto Carlo De Donno che prenderà il posto di Valerio Blengini in pensione da dicembre: generale dei carabinieri, è ai servizi fin dai tempi del Sisde, dove arrivò dal Ros. All'Aisi affiancherà l'altro vice, il dirigente generale della Polizia di Stato Vittorio Pisani. Insomma, il premier è riuscito a infilare un pacchetto di nomine che politicamente sembra mirare a saldare i rapporti ancora troppo ballerini dentro la compagine governativa. La situazione non è però tutta bianca o tutta nera. Non è stato così, infatti, con la scelta partorita dal Cdm di giovedì notte. La decisione di delegare i rapporti con l'intelligence a un diplomatico, seppure di lungo corso e grande esperienza, è anomala. Fino ad oggi ci sono stati precedenti, ma sempre nell'ambito tecnico. Non a caso Joe Biden ha messo William Burns. Così da noi, in passato, feluche come Giampiero Massolo e Francesco Fulci hanno fatto il salto dall'altra parte ma mai con ruoli politici.Se da un lato tutti riconoscono il background di Benassi e i ruoli svolti sia nel gestire rapporti con la Germania della cancelliera Angela Merkel, sia con la parte Sud del Mediteranneo, l'unicum rappresentato dal suo profilo ha fatto storcere un po' il naso alla Farnesina e allo stesso Luigi Di Maio. Anche il sottosegretario Riccardo Fraccaro guarda con distacco la scelta. Sui temi economici i due divergono. Il politico grillino ha una simpatia per il mondo delle Bcc legato al Cassa centrale banca, mentre il fratello di Benassi, Andrea, è un abile dirigente per Iccrea. Si tratta però di piccole sfumature che non mineranno in alcun modo i rapporti tra Movimento e premier. Chi invece ha compreso a pieno la mossa di Conte è il Pd. I dem non possono formalmente lamentarsi dell'opzione perché la loro richiesta di poter scegliere l'autorità delegata è contra legem. Ieri, però hanno compreso che sui temi dell'intelligence avranno difficoltà a toccar palla. E il premier in modo astuto ha fatto comprendere, a sua volta, di aver mantenuto salde le redini. Soprattutto se nelle prossime ore o nei prossimi giorni il Pd decidesse di mollarlo spingendo il Paese verso le elezioni anticipate. Si tratta, viste dall'esterno, di sfumature, ma nella sostanza il messaggio è chiaro. A Washington c'è un nuovo inquilino e i rapporti da ricostruire dopo l'uscita di Donald Trump non saranno vagliati dal Pd. Almeno stando così le cose. E la componente atlantista del partito dovrà metterlo in conto.Se non bastasse, a dimostrare l'attivismo e la volontà di valutare in prima persona le scelte più delicate c'è il tema dell'ultima nomina rimasta pendente. Il quinto decreto in via di definizione, quello che riguarderà un altro vice direttore al Dis, creerà subbuglio se dovesse essere confermato. In queste ore Conte sta sondando vari stakeholder per comprendere l'opportunità di nominare Marco Mancini al Dis. Secondo uno schema di gioco a incastro: prima andrebbe creata la vacanza e poi effettuata la nomina. Luigi De Leverano, attuale sottocapo di Stato Maggiore, potrebbe andare al posto di Benassi. L'attuale vice del Dis, Carmine Masiello potrebbe essere trasferito per prendere l'incarico di sotto capo di Stato Maggiore. Lasciando così libero l'incarico al fianco del direttore generale Gennaro Vecchione. Agli occhi del premier tutto quadrerebbe. Solo che il nome di Marco Mancini è considerato ingombrante. Porterebbe alla ribalta vicende del passato su cui più governi hanno messo il segreto di Stato: la stagione del sequestro di Abu Omar e dei dossier di Pio Pompa. Dalle parti del Nazareno c'è anche chi si chiede come la prenderebbero oltre Atlantico.
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