
Il sottosegretario: «Più facile votare se avessimo rotto prima» Il vicepremier non arretra: «Elezioni, niente giochi di Palazzo».I tempi sono tutto in politica. Lo sa Giancarlo Giorgetti, che avrebbe aperto prima la crisi, e lo sa Matteo Salvini, che la crisi l'ha voluta forzare annunciando la sfiducia al premier Giuseppe Conte «il 20 agosto». «In tantissimi chiedono che non ci siano giochini di Palazzo, governi tecnici. La via maestra, democratica, trasparente, lineare, è quella delle elezioni», ha ripetuto il leader leghista impugnando di nuovo l'ascia di guerra appena 24 ore dopo il voto al Senato. il caso ficoIl leader della Lega ha diradato le nubi attorno alla riforma costituzionale di un Parlamento bonsai, proposta dal Movimento 5 stelle. «Se tagli i parlamentari puoi aspettare sei-sette mesi senza governo e senza maggioranza, oppure votare subito. La legge lo permette. E poi attuare il taglio. Non vorrei che qualcuno tirasse a perdere tempo». «Non ho capito perché il presidente della Camera Roberto Fico, invece di mettere prima in agenda il taglio dei parlamentari, lo ha messo dopo la mozione di sfiducia», si è chiesto Salvini. «Non è colpa mia e non mi permetto certo di interpretare i pensieri del presidente Fico».A proposito di tagli, il ministro dell'Interno ha già deciso dove potare se e quando nascerà il suo gabinetto. «Il reddito di cittadinanza va verificato», ha osservato. «In tante realtà, soprattutto del Sud, si sta trasformando in incentivo al lavoro nero. Preferisco crescita e sviluppo all'assistenza».i mercati Il dossier, nell'eventuale governo a guida leghista, sarebbe affidato a Giancarlo Giorgetti, visto che Salvini, verosimilmente per rassicurare i mercati, ha tenuto a sottolineare che la scelta per il titolare di Via XX Settembre ricadrebbe proprio sull'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Quello a cui penso io è un governo con Giancarlo Giorgetti ministro dell'Economia. Questo è quello che voglio e per cui lavoro». E il diretto interessato che cosa dice? Giorgetti sposa ovviamente la linea salviniana, anche se ammette che «probabilmente sì», sarebbe stato più facile andare a votare se si fosse aperta prima la crisi di governo. «Quando è diventata conclamata la diversità di vedute su alcune cose, dalla giustizia alla Tav, Salvini ha deciso di aprire la crisi. Ma sono le decisioni di un capo, un capo decide sempre lui da solo», ha spiegato Giorgetti, che ha anche detto che se la crisi fosse arrivata prima sarebbe stato più facile andare al voto. «Io ho sempre detto e lo ribadisco che secondo me, con le condizioni date, un voto» per sfiduciare Conte «non avrebbe senso: avevano senso le dimissioni di Conte ma deciderà lui. Noi pensavamo che Conte si dimettesse l'altro ieri. Però vuole aspettare il 20», aggiunge il sottosegretario. E sulle reali chance di votare il taglio dei parlamentari in piena crisi di governo e poi andare alle urne, spiega che «ci sono interpretazioni diverse: in questo momento non è neanche calendarizzata la mozione di sfiducia perché il Senato ha deciso di ascoltare le comunicazioni di Conte. Ascolteremo Conte e vedremo che succede».tensioneLa tensione è andata poi crescendo per l'avvicinamento a Lampedusa della Open arms, la nave della Ong Pro activa che da oltre dieci giorni attendeva alla fonda in acque internazionali con 147 migranti a bordo, soccorsi in mare al largo della Libia. Poche ore prima della sentenza del Tar Lazio, che ha dato disco verde all'imbarcazione per approdare in Italia, era stato il premier Conte a chiedere in una lettera a Salvini di «mettere in sicurezza i minori» ricevendone però un rifiuto. «Non si capisce perché debbano sbarcare in Italia», aveva replicato il titolare del Viminale promettendo, a sua volta, una risposta scritta. Una cosa è chiara, però: Salvini non si arrende, comunque, all'idea di veder neutralizzato, dopo appena due settimane, il suo decreto Sicurezza bis a opera della giustizia amministrativa. «Pensate in che Paese strano viviamo, un avvocato del Tribunale amministrativo del Lazio vuole dare il permesso di sbarcare a una nave straniera piena di immigrati. Ancora nelle prossime ore firmerò il mio no, io complice dei trafficanti di esseri umani non sarò mai», ha ribadito il leader leghista. «C'è una nave di una Ong spagnola in acque maltesi che fa ricorso a un tribunale italiano, non si capisce perché. Poi c'è una nave norvegese di una Ong francese. È chiaro ed evidente che c'è un disegno per tornare indietro, per riaprire i porti italiani e trasformare l'Italia nel campo profughi d'Europa. Finché ho vita non mi arrendo e resisto a questa vergogna, anche per rispetto degli immigrati che sono qua regolarmente. Non cambio idea, possono minacciarmi, denunciarmi, processarmi».hollywood In pratica, il Viminale proporrà un ricorso urgente al Consiglio di Stato in quanto «ai fatti citati nel provvedimento sub judice se ne sono aggiunti altri». «Per giorni, Open arms si è infatti trattenuta in acque Sar libiche e maltesi, ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l'obiettivo politico di portarle in Italia». L'arrivo della nave della Ong spagnola, per la quale nei giorni scorsi si sono spesi gli attori Richard Gere e Antonio Banderas, ha comunque offerto al ministro dell'Interno il destro per «parlamentarizzare» il tema migranti. «Staremo attenti nei prossimi giorni perché non si crei a Roma un'alleanza innaturale, una coppia contro natura tra Matteo Renzi e Beppe Grillo per riaprire i porti italiani. Cercheremo di opporci con ogni energia che abbiamo in corpo. Noi non abbiamo paura di metterci in gioco, di mollare la poltrona, vediamo, se il partito della poltrona si riorganizzerà non staremo fermi».
Mattia Furlani (Ansa)
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