2025-05-23
Giorgetti avvicina Europa e America: il G7 esce dall’impasse sull’Ucraina
I ministri di Economia e Finanza dei Paesi del G7 in Canada (Getty)
Dopo la frenata, Washington concorda sul sostegno a Kiev. Un passo avanti frutto della mediazione italiana Il ministro: «Una vittoria, d’accordo con gli Stati Uniti sull’escludere dalla ricostruzione chi ha favorito i russi».Da Giorgia a Giorgetti, è sempre il governo italiano ad avere la capacità di ricucire i rapporti tra Stati Uniti e Europa, e in questo caso anche Canada e Giappone, e a trovare la chiave giusta per mantenere compatto l’Occidente, anche su temi, quali la guerra in Ucraina o i dazi, sui quali le sensibilità tra le due sponde dell’Atlantico sono diverse. Il G7 dei ministri delle Finanze, che si è svolto in Canada, ha dimostrato ancora una volta che l’abilità diplomatica di Giorgia Meloni le consente di essere l’unica leader al mondo, in questo momento, in grado di parlare con tutti senza problemi. La Verità ha consultato almeno tre fonti di altissimo livello, e la ricostruzione di quanto è accaduto combacia. Al momento di discutere dell’Ucraina, gli Stati Uniti hanno manifestato le loro perplessità sull’inserimento nelle dichiarazioni finali di parole troppo forti contro la Russia. La convinzione di Washington è che se la postura nei confronti di Mosca è troppo dura, tra sanzioni e dichiarazioni, la Russia, che già ha una posizione di vantaggio sul campo, non si siederà mai al tavolo di una trattativa seria. «Se gli metti un dito nell’occhio ogni volta», sintetizza una delle nostre fonti, «la Russia non negozia». Da una parte c’era questa posizione, dall’altra quella, storicamente più dura, della Germania, della Francia, del Regno Unito. Non uno scontro vero e proprio (di consueto al G7 si trova sempre una intesa, è il G20 a essere un formato più litigioso), ma posizioni distanti. A quel punto, l’Italia entra in azione. Giorgetti, in stretto collegamento con Palazzo Chigi, lavora di fioretto. Lima, smussa, dialoga, propone soluzioni di mediazione. Alla fine, l’Italia la spunta: il G7 è compatto anche sull’Ucraina, la volontà di tenere aperta la strada del negoziato viene coniugata con il proseguimento dell’azione di sostegno a Kiev. «È diventato chiaro che all’interno del formato G7», dichiara il ministro delle finanze tedesco Lars Klingbeil, «il sostegno continuerà senza modifiche».È lo stesso Giorgetti ad ammettere che non è stata una riunione banale, quella del G7 in Canada: «Sono giornate molto intense», dice il ministro intervenendo in videocollegamento al Festival dell’economia di Trento, «e non siamo partiti benissimo. Gli americani hanno posto alcuni temi su cui volevano discutere e ci sono state discussioni. Ieri (l’altro ieri, ndr) però è stata una giornata proficua, tant’è che siamo riusciti a trovare delle formule di compromesso che in qualche modo ribadiscono la posizione comune sull’Ucraina. Ad esempio», rivela Giorgetti, «una delle chiavi che ha aiutato a uscire dall’impasse con gli Stati Uniti, è che io ho proprio richiamato una delle frasi di qualche settimana fa di Scott Bessent, il segretario del Tesoro Usa: nella fase di ricostruzione, a beneficiare dei profitti della ricostruzione stessa non potranno partecipare coloro che hanno finanziato o aiutato l’economia russa e la macchina di guerra russa. È un principio importante, una sorta di sanzione preventiva. Il fabbisogno per finanziare l’Ucraina tende ad aumentare e non a diminuire. Dunque, ci vorrà un’azione concertata e importante. È uno degli esempi di come, in qualche modo, abbiamo fatto dei passi in avanti insieme appunto all’alleato americano». L’intervento di Giorgetti convince Bessent, ma è la credibilità internazionale del governo italiano nel suo complesso a rendere il nostro Paese centrale nella politica internazionale. La linea di Giorgia Meloni è chiarissima: niente fughe in avanti, niente atteggiamenti provocatori, ma un’intensa e laboriosa opera di mediazione tra le tante parti coinvolte in questo tentativo di mettere fine al massacro in Ucraina, portando finalmente Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky a sedersi al tavolo del negoziato, magari in Vaticano: la disponibilità di Papa Leone XIV a ospitare i colloqui di pace, ribadita a Giorgia Meloni nel corso di una telefonata di due giorni fa, è una occasione che non va sprecata. Fondamentale l’opera di mediazione italiana anche sui dazi: «È chiaro che la competenza in materia di commercio internazionale è europea», sottolinea ancora Giorgetti, ma è altrettanto evidente, e ne ho avuto la diretta esperienza personalmente in questi giorni in Canada, che per ragioni anche semplicemente di relazioni umane l’Italia la capacità di smussare gli angoli e di creare ponti. Credo che noi abbiamo un ruolo importante per arrivare ad una sintesi con Scott Bessent e alla fine con soddisfazione reciproca. Quindi c’è un ruolo formale e un ruolo che è anche sostanziale, che è quello di riuscire a creare le condizioni affinché si superino quelle che sono le condizioni negoziali iniziali che dovranno poi convergere». L’accordo finale, per Giorgetti, «è difficile che sia diverso da quanto concordato con il Regno Unito».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.