2024-04-19
Blitz nel feudo rosso: preso sindaco già del Pd
Gianluca Festa, ex sindaco di Avellino
Gianluca Festa, ex sindaco di Avellino, è accusato di aver pilotato i bandi di gara per favorire aziende amiche che avrebbero poi sponsorizzato la squadra di basket locale. Dimessosi a fine marzo, ha provato a depistare le indagini facendo sparire un pc dal suo ufficio.In ossequio a un intrepido ultra garantismo declinato all’ennesima potenza, voleva candidarsi alle imminenti elezioni. Sperando magari che l’aurea del perseguitato convincesse ancora i devoti elettori. Gianluca Festa s’era dimesso il 26 marzo scorso, dopo le perquisizioni dei carabinieri e le accuse di corruzione. Eppure, non aveva rinunciato alle velleità politiche. Già fiero piddino, poi civico, sperava comunque nel secondo mandato, a dispetto degli intoppi del primo quinquennio. L’audace intento, adesso, s’è definitivamente infranto. Il frizzante Festa finisce ai domiciliari. Come l’architetto Fabio Guerriero, fratello del consigliere comunale Diego, e una dirigente comunale, Filomena Smiraglia. Perquisito anche il vice sindaco, Laura Nargi. La Procura contesta agli indagati, tirate il fiato: associazione a delinquere, corruzione, falso, depistaggio, rivelazione di segreti, peculato, induzione indebita.Insomma: come disse l’avvocato Agnelli in tutt’altre circostanze, la Festa (maiuscolo) è finita. E del resto, il maramaldesco nome in codice dell’operazione è «Dolce vita». Gli arresti, spiegano i magistrati, nascono dalla presunta controffensiva dell’ex sindaco davanti all’incedere delle indagini. Il filone più insidioso resta quello sui finanziamenti alla squadra di pallacanestro locale, che milita in serie B. Festa, che vanta trascorsi cestisti persino nella massima serie, per i pm avrebbe creato un sistema: appalti comunali finiti ad aziende che, a loro volta, sarebbero state costrette a sponsorizzare la società. Inchiesta insidiosa. Così, dopo le dimissioni, Festa si sarebbe adoperato con «una gravissima attività di inquinamento probatorio», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Avrebbe dunque fatto sparire il computer dal suo ufficio al Comune, nel quale forse c’erano compromettenti indizi su certi appalti. Il gip dettaglia anche le supposte prodezze degli altri arrestati: avrebbero truccato un concorso per l’assunzione di vigili urbani, per favorire il candidato prediletto.Va arrestato, scrive il gip, nonostante si sia dimesso da sindaco: «Vista la fitta rete di rapporti che ha avuto modo di intessere negli anni, avrebbe certamente la possibilità di condizionare le persone informate sui fatti e concertare strategie difensive». E finisce ai domiciliari anche per la «sfrontatezza» con cui, dopo aver portato via il suo computer, nascosto nel portabagagli dell’auto, avrebbe spudoratamente negato la circostanza. Tra le ultime accuse all’ex sindaco c’è pure la rivelazione del segreto di ufficio. Si riferisce a un concorso per dieci istruttori di vigilanza. Era previsto lo scorso 11 gennaio. Ma è stato interrotto dalla polizia giudiziaria, sollecitata da un dettagliato esposto. L’allora sindaco, ricostruiscono i magistrati, si sarebbe comunque preoccupato di far arrivare in anticipo le domande al premuroso padre di un incerto candidato.Come spiega il procuratore capo, Domenico Airoma, le ultime contestazioni a Festa sarebbero quindi soltanto «una porzione di un complesso percorso investigativo che fa riferimento a molteplici traffici delittuosi, caratterizzati da una gestione privatistica del comune di Avellino e da agenti infedeli che hanno messo a disposizione le funzioni ricoperte a vantaggio di pochi». Ecco. Solito burocratese a parte, il senso è chiaro. Oltre a sindaco, funzionari e professionisti sono coinvolti nell’inchiesta pure imprenditori e professionisti. Le prime perquisizioni, appunto, si sono concentrate sulle sponsorizzazioni della squadra di basket avellinese, in ambasce finanziarie. Poi è stato aperto un secondo filone: il sindaco avrebbe approvato alcune delibere immediatamente esecutive, senza la necessaria pubblicazione nell’albo pretorio. Infine, sono arrivate le ultime accuse: quelle che hanno convinto il giudice avellinese a ordinare l’arresto.Festa, dunque: quasi cinquantenne, espulso dal Pd nel 2021 «in ragione di un reiterato comportamento di ostilità nei confronti del partito», un’incontenibile passione per il basket diventata fatale. Da sindaco ha puntato pure sugli eventi estivi, rivendicando autonomia finanziaria rispetto alla regione. Il rapporto con il governatore campano, Vincenzo De Luca, è da anni tempestoso. Condividono, almeno, una certa sfrontatezza e la tracimante sicumera. Dopo le prime perquisizioni, Festa organizzò persino una plateale conferenza stampa in Comune: «Non c’è niente perché non c’è mai stato niente. Anche dalle perquisizioni non è emerso nulla» ruggì l’allora sindaco. «Chi pensava che questa fosse una bomba, si è ritrovato in mano una miccetta. E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perché noi siamo persone perbene e aspetteremo l’esito delle indagini. Che non porteranno a nulla». La sua già accidentata corsa per la riconferma è stata invece fermata dai magistrati. Non era un petardino da tirare al parchetto, ma il bengala di fine mandato.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.