2019-01-08
Già pronto il partito dei gilet gialli. E Di Maio li aiuta
Una portavoce del movimento dà vita al gruppo Les Emergents Il M5s: «Offriamo Rousseau». Parigi dura: «Fate pulizia da voi».I gilet gialli si organizzano: oltre a mantenere la pressione su Emmanuel Macron e il governo di Edouard Philippe, il movimento inizia a strutturarsi. Nel frattempo i partiti fanno i primi nomi di capilista in previsione delle Europee del prossimo maggio. Ieri Louis Aliot, deputato dei lepenisti del Rassemblement national, ha annunciato ai microfoni di Bfm Tv / Rmc, che la loro lista sarà guidata da un giovane: Jordan Bardella. Il ventitreenne di origine italiana è attualmente consigliere regionale dell'Ile-de-France e portavoce del partito. Ma tra i candidati del Rassemblement national dovrebbero anche esserci figure più «esperte», come confermato da Aliot. «Speriamo che un certo numero di personalità sia sulla nostra lista», ha detto il deputato del partito di Marine Le Pen, «ma siamo ancora in trattativa». Tra i nomi più citati figura quello di Thierry Mariani, ex deputato del partito dei Républicains, ovvero la destra moderata. Dalla stessa formazione arriva anche un'altra «vecchia volpe» della politica francese che ha scelto di entrare nel partito di Macron. Si tratta di Alain Juppé, attuale sindaco di Bordeaux, già primo ministro ricordato per aver cercato di varare nel 1995 delle misure sociali che avevano provocato le ultime grandi manifestazioni di massa prima di quelle dei gilet gialli. Precedente non esattamente benaugurante, di questi tempi.Per il segretario di Stato alle questioni digitali, Mounir Mahjoubi, La République En Marche e Juppé condividono «lo sguardo sul mondo». Se non è ancora chiaro il ruolo che giocherà il sindaco di Bordeaux nella campagna delle europee, non ci sono dubbi sul suo sostegno della politica macronista filo Ue. Va ricordato tra l'altro che Alain Juppé, insieme a Pierre Moscovici, è uno dei partecipanti alla cena tenutasi al palazzo dell'Eliseo, alla vigilia dell'annuncio della possibile procedura d'infrazione contro l'Italia della Commissione europea.Sul fronte dei gilet gialli, ieri è stata ufficializzata la nascita di un primo partito originato dalla protesta. Si tratta de Les Emergents, una formazione fondata da Jacline Mouraud, uno dei volti della mobilitazione che, nei primi giorni dell'agitazione, aveva rivolto a Macron un video appello contro l'aumento del carburante. Se la bretone, gilet giallo della prima ora, ha detto a Franceinfo che non sarà necessariamente la capolista, il suo schieramento sembra fare indirettamente il gioco di Emmanuel Macron perché potrebbe drenare voti dei suoi avversari. Va detto però che Jacline Mouraud ha perso il proprio ascendente sui gilet gialli. Da quando è stata ricevuta dal primo ministro a inizio dicembre, insieme ad altri leader del movimento, le sue posizioni si sono notevolmente ammorbidite. Per questo nei presidi sulle rotonde, in molti si sono chiesti se non le fosse stata promessa qualche poltrona. Nel frattempo numerosi gruppi locali, guidati da altri portavoce del movimento come Christophe Chalençon (che La Verità ha intervistato in esclusiva per l'Italia in un video del 4 gennaio scorso), Hayk Shahinyan o Ingrid Levavasseur, si sono incontrati a Marsiglia lo scorso sabato per dare il via ad un coordinamento nazionale. Il gruppo di lavoro - riunitosi nel magazzino della carta del quotidiano La Provence, concesso dal proprietario Bernard Tapie - hanno escluso per il momento l'intenzione di creare una lista per le prossime elezioni. Invece hanno annunciato il lancio di una piattaforma per l'esercizio della democrazia diretta che dovrebbe assomigliare a Rousseau del Movimento 5 Stelle che segue con attenzione, come la Lega, la situazione francese. Ieri sul Blog delle Stelle, il vicepremier italiano Luigi di Maio, rivolgendosi ai gilet gialli, ha scritto: «Possiamo mettere a vostra disposizione alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau». Anche Matteo Salvini si è rivolto ai gilet gialli con una nota diffusa ieri. «Sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo ma», ha aggiunto il vice premier, «assoluta, ferma e totale condanna di ogni episodio di violenza che non serve a nessuno». Pronta la replica del ministro francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau: «La Francia si guarda bene dal dare lezioni all'Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro». Intanto, per rispondere alle violenze dei casseur registrate sabato 5 gennaio, il primo ministro Edouard Philippe, è intervenuto nel telegiornale delle 20 di TF1 annunciando misure «di ordine pubblico». Iniziative che fanno discutere perché, se è vero che nell'ottavo sabato in giallo si è assistito ad una violenta aggressione da parte di un ex campione di pugilato contro un poliziotto, non sono passati inosservati i pugni rifilati a dei manifestanti da un commissario di polizia di Tolone. Il pugile, Christophe Dettinger, si è costituito ed è stata aperta un'inchiesta a carico di Didier Andrieux, il graduato della polizia. Gli investigatori sono al lavoro anche per trovare gli autori dell'attacco agli uffici del portavoce del governo Benjamin Grivaud. La condanna della violenza è condivisa da buona parte dei gilet gialli che però ritiene che il governo non faccia niente per evitarle. Lo conferma a La Verità, un altro leader giallo, Idir Ghanes: «Il presidente o il primo ministro di un Paese dovrebbero calmare le acque quando si esprimono. Invece gettano benzina sul fuoco. Sembra che facciano a gara tra chi ottiene le risposte più violente dalla manifestazione successiva».
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