2023-11-23
«Genocidio a Gaza», bufera sul Papa
Bergoglio l’avrebbe detto ad alcuni palestinesi. Il portavoce smentisce ma loro confermano. Il Pontefice ha ricevuto anche i parenti degli israeliani rapiti.Mentre si registrava notevole attesa per l’accordo sulla liberazione di alcuni ostaggi in Medio Oriente, nella giornata di ieri i famigliari di una parte dei cittadini israeliani attualmente in mano ad Hamas hanno avuto un incontro con papa Francesco a Roma. A parlarne è stato innanzitutto lo stesso pontefice in occasione dell’udienza generale del mercoledì. «Non dimentichiamo di perseverare nella preghiera per quanti soffrono a causa delle guerre in tante parti del mondo, specialmente per le care popolazioni dell’Ucraina - la martoriata Ucraina - e di Israele e della Palestina», ha detto il Papa, per poi aggiungere: «Questa mattina ho ricevuto due delegazioni, una di israeliani che hanno parenti come ostaggi in Gaza e un’altra di palestinesi che hanno parenti prigionieri in Israele. Loro soffrono tanto e ho sentito come soffrono ambedue. Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre alle guerre. Questa non è guerra, questo è terrorismo». Il Pontefice ha quindi concluso, affermando: «Per favore, andiamo avanti per la pace. Pregate per la pace. Pregate tanto per la pace. Il Signore metta mano lì. Il Signore ci aiuti a risolvere i problemi e non andare avanti con le passioni che alla fine uccidono tutti. Preghiamo per il popolo palestinese. Preghiamo per il popolo israeliano perché venga la pace». Successivamente, sempre ieri mattina, la delegazione dei famigliari israeliani ha tenuto una conferenza stampa al centro culturale ebraico «Il Pitigliani» assieme all’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Raphael Schutz. Nella prima parte dell’evento, sono state raccontate varie storie drammatiche relative all’efferato attacco perpetrato da Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre. I protagonisti hanno in particolar modo parlato dei loro famigliari rapiti, sottolineando la preoccupazione per la loro sorte e temendo che non stiano ricevendo adeguata assistenza dal punto di vista sanitario. Tra i vari racconti, è emersa soprattutto la brutalità con cui Hamas si è accanita su bambini piccoli e persone anziane. I parenti presenti hanno quindi invocato la rapida liberazione di ogni ostaggio, oltre a un ruolo attivo dell’Italia in questo processo. Alcuni di loro hanno inoltre criticato chi cerca di stabilire una sorta di equivalenza tra le azioni terroristiche di Hamas e quelle dell’esercito israeliano, che sta operando attualmente a Gaza. Un tema, quest’ultimo, ripreso anche da Schutz, che ha parlato di una netta differenza tra le due parti, sottolineando il diritto dello Stato ebraico all’autodifesa. Nel prosieguo della conferenza stampa, sono emerse tuttavia delle differenze all’interno della delegazione: differenze relative al giudizio dato nei confronti dell’incontro precedente con il Papa. In particolare, uno dei parenti si è lamentato del poco tempo concesso dal Pontefice (una ventina di minuti) e del fatto che quest’ultimo non avrebbe assunto una posizione di chiara condanna nei confronti di Hamas. «Il Papa ha dedicato poco tempo rispetto a quello che mi aspettavo. Mia figlia doveva parlare anche lei e raccontare la storia del fratello gemello e non ce l’ha fatta per questioni di tempo», ha detto il famigliare in questione che, riferendosi sempre al Papa, ha proseguito: «Le sue dichiarazioni parlavano di fermare la guerra e l’omicidio, ma non specificamente di Hamas, che non ha definito come organizzazione terroristica. E quello mi è dispiaciuto». Un altro parente si è detto in disaccordo con questa critica nei confronti del pontefice. «L’appuntamento col Papa è stato molto efficace. Ci ha ascoltato. È vero, non siamo riusciti tutti a parlare, ad avere la parola, però ha ascoltato tutte le storie che abbiamo raccontato», ha dichiarato. Nel frattempo, ieri la delegazione palestinese, che aveva incontrato il Papa, ha detto che quest’ultimo, durante il colloquio, avrebbe definito «genocidio» quanto sta accadendo ai palestinesi. Una circostanza che è stata tuttavia smentita dalla Santa Sede. «Non mi risulta abbia usato tale parola. Ha utilizzato i termini con cui si è espresso durante l’udienza generale e parole che comunque rappresentano la situazione terribile che si vive a Gaza», ha dichiarato il portavoce vaticano Matteo Bruni. «Siamo in dieci e lo abbiamo sentito tutti», ha replicato la delegazione palestinese, che ha anche detto di aver invitato il pontefice a Gaza.