2025-10-04
I cortei con bandiere di Hamas non possono che essere violenti
Genova, blocco dei varchi portuali durante lo sciopero del 3 ottobre (Ansa)
Il 7 ottobre ha esplicitato un manifesto: mutilare, violentare e uccidere ogni ebreo. Chi sta sotto quel vessillo, condivide.La settimana scorsa con grande stupore i giornali hanno riportato le violenze dei cortei pro Hamas. C’erano moltissimi cosiddetti maranza, gli stessi fanciulli nordafricani che vivacizzano le nostre notti: hanno voluto ricambiare il favore che fa l’Italia a mantenerli mostrandoci la loro allegria spumeggiante nel distruggere il il nostro Paese e massacrare poliziotti con l’obbligo di farsi massacrare (posso scrivere questo perché sono in Italia, in Gran Bretagna mi arresterebbero, quindi approfitto). Non appena dalla flottiglia è arrivato l’ordine, si sono mossi «gli equipaggi di terra», si è di nuovo scatenata la violenza, cittadini bloccati nelle stazioni occupate, poliziotti aggrediti. Il sindacato ha stabilito come giorno di sciopero venerdì, non giovedì, perché il venerdì di sciopero è più fruttuoso. Solo l’Italia ha sindacalisti così attenti alla politica estera, forse perché così tragicamente disattenti alle condizioni dei lavoratori italiani, con salari bassi, incidenti sul lavoro alti e spostamenti vivacizzati da scioperi. L’Italia è il Paese più coinvolto. Non si tratta di «vittimismo della Meloni», ma di dati oggettivi. La bandiera di Hamas, cioè una delle bandiere del Califfato, sventola su Roma: quella bandiera vuol dire lo sterminio di ogni ebreo nel mondo, l’asservimento dei cristiani, la segregazione delle donne, la lapidazione delle adultere, l’esecuzione con sistemi creativi delle persone a comportamento omoerotico, e l’uccisione di ogni pensiero libero. Dei bambini sudanesi, yemeniti, di quelli ucraini e di quelli cristiani non importa un fico a nessuno. In effetti nemmeno dei bambini palestinesi importa nulla, altrimenti tutti cercherebbero di fare il possibile per eliminare Hamas e porre fine alle loro sofferenze, mentre tutti, da Macron all’ultima insegnante che ha osato presentarsi a un corteo di morte con i suoi alunni, fanno di tutto per sostenerlo così da rendere la guerra eterna. Un corteo con la bandiera di Hamas non può che essere violento. Esporre la bandiera di Hamas vuol dire condividerne i valori, quelli espressi nella sua costituzione, quelli urlati il 7 ottobre da miliziani che con la telecamera sulla fronte si sono filmati mentre bruciavano vivi bambini ebrei sotto gli occhi dei genitori e stupravano ragazzine per poi mutilarle e ucciderle. I valori di Hamas sono riassumibili nella frase «ammazza l’ebreo». Hamas vuole la distruzione dello Stato di Israele dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo) e nel suo articolo 7 si impegna anche allo sterminio di ogni ebreo nel mondo. «Ammazza l’ebreo, ammazza l’ebreo!», urlavano il 7 ottobre gli uomini di Gaza, mentre felici uccidevano per poi telefonare giulivi a genitori ancora più giulivi che facevano le congratulazioni per gli ebrei ammazzati. Grazie al 7 ottobre sta riesplodendo l’antisemitismo occidentale, che si era finto sopito dopo lo sterminio degli ebrei a opera degli affiliati al nazismo. Il nazismo è stata un’ideologia anticristiana, nata su territori cristiani. Il suo successo è stato dovuto all’antisemitismo. Lo sterminio degli ebrei è stato ordinato ed eseguito da persone battezzate, protestanti, cattolici e anche qualche ortodosso, tra le SS di origine ucraina. L’antisemitismo europeo è stato temporaneamente archiviato, nascosto, dopo la seconda guerra mondiale: Hitler ha tolto «dignità» all’antisemitismo, ha dimostrato quanto fosse ripugnante e oscenamente pericoloso. Il popolo palestinese da più di mezzo secolo sacrifica ogni possibilità di pace e il benessere dei suoi figli per dare all’antisemitismo più becero la possibilità di rinascere, lussuosamente camuffato da antisionismo: l’ebreo piace solo se disarmato, nudo, alla mercè del dittatore di turno. Un sacerdote ha profanato la messa, il sacrificio di Cristo sull’altare indossando come paramento sacro la bandiera di coloro che hanno stuprato ridendo ragazzine ebree, che hanno bruciato vivi neonati nei forni a microonde, che hanno rapito e strangolato dopo un mese di cattività due bambini di 4 anni e 8 mesi e che desiderano appassionatamente, scritto nero su bianco sulla loro costituzione, la distruzione di una nazione di 9 milioni di abitanti, di cui 2 di origine araba, e l’assassinio di ogni ebreo nel mondo. Gaza è un luogo dove il 7 ottobre è stato possibile per un uomo che trascinava sulla sua moto il corpo seminudo di un ebreo ferito di passare tra due ali di gente festante. Gaza è un luogo dove il 7 ottobre una jeep che trasportava il corpo seminudo di una ragazza ebrea con le gambe spaccate in fratture scomposte è passato tra due ali di folla festanti. Gaza è il luogo dove una madre ebrea con in braccio i suoi bimbi con i capelli rossi è stata trascinata tra ali di folla che le sputavano addosso, prima di essere assassinata con i suoi bimbi. I bambini israeliani rapiti sono stati stuprati e torturati. Nessuno ai cortei ha nominato i bambini cristiani macellati con il machete o bruciati nelle chiese che, quelli sì, andrebbero ricordati nome per nome prima di ogni messa, non ha ricordato i bambini ucraini, che sono da tre anni in guerra, quelli yemeniti in guerra da venti, ma soprattutto non ha nominato i bambini sudanesi, le cui sorti atroci, il cui martirio in numeri atroci è irrilevante e che potrebbero essere salvati a decine di migliaia con un impegno internazionale. Lo scopo dei cortei quindi non è la giustizia, ma rilanciare l’antisemitismo europeo che come un fiume carsico è sempre in attesa di ricomparire. Gli ordini impartiti ufficialmente da Sinwar, allora capo indiscusso di Hamas, erano: «Mentre da qui partono i missili e tutti si rifugiano in casa, irrompete, uccidete, violentate, fate a pezzi, bruciate, tagliate le teste e gli arti». Di chi? Di tutti. Compresi neonati, mamme, bambini, vecchi, ragazze e ragazzi. E di tutti i tipi sono gli ostaggi, trascinati dentro Gaza, mai ricordati da coloro che dicono di piangere i bambini palestinesi, dato che basterebbe il loro rilascio per porre fine a tutto. Sinwar è stato un genio, ordinando una ferocia mai vista, i figli uccisi in braccio alle madri e le madri uccise di fronte ai figli, i neonati sono stati messi vivi nel forno acceso. Sono state violentate le donne di qualsiasi età, anche le bambine, sia da vive che da morte, e in modo tale da spezzare il bacino e le gambe, sono stati evirati uomini e i bambini. Intere famiglie sono state bruciate vive. Questo ha reso Hamas alla testa dell’antisemitismo mondiale, una posizione vincente, basata sulla rabbia omicida come bandiera di vita, l’unica che ritiene possibile contro la civiltà. Solo una cultura di morte può fare questo. Abbiamo visto cortei che inneggiavano a una cultura di morte. Sono stati violenti. Ma davvero?
Saverio Tommasi con la Global Sumud Flotilla
Un militare israeliano a bordo di una delle imbarcazioni della Flotilla (Ansa)
Maurizio Landini a Roma durante lo sciopero del 3 ottobre (Ansa)