2025-10-04
Strade, ferrovie e aeroporti in tilt. I violenti castigano il resto d’Italia
La tangenziale di Milano occupata dai manifestanti pro Pal (Ansa)
Manifestazioni ovunque: a Milano e Roma invase le tangenziali, irruzione sulla pista a Pisa, bloccati i porti a Livorno e Genova. Scontri con la polizia (55 agenti feriti) e minacce ai politici di destra: «Salvini come Kirk». Blocchiamo tutto? Detto fatto. Poco importa se lo sciopero è stato dichiarato illegittimo dal garante. I sindacati, la sinistra, soprattutto quella estrema, di cui ormai fa parte anche il Pd a guida Elly Schlein, voleva proprio questo. In tutta Italia si è manifestato con l’intenzione di bloccare il Paese al grido di «Palestina libera», nel migliore dei casi, o «from the river to the sea» e «Tout le monde déteste la police» nei peggiori. La scusa? Il blocco della Flotilla.Roma e Milano ieri sembravano Bangkok. Lunghissime colonne di auto bloccate in mezzo al traffico, strade chiuse, elicotteri sopra le teste. Pessima giornata per i milanesi, con la tangenziale Est completamente bloccata dagli attivisti pro Pal. Tra loro anche moltissimi maranza, violenti per lo più, e la manifestazione «pacifica» si trasforma subito in scontri a volto coperto con le forze di polizia. Lanci di oggetti, bombe carta, fumogeni, tutto come da copione. Tutto tristemente già visto.La manifestazione a Roma ha paralizzato la città già di per sé grandemente provata normalmente. Anche nella capitale il corteo si è trasferito sulla tangenziale e poi sull’A24 all’altezza di via di Portonaccio, uno dei tratti più trafficati per chi lavora a Roma ma non ci vive. «Vi è piaciuto? Domani lo rifamo. Dobbiamo essere 1 milione» la minaccia degli attivisti mentre i romani che possono se ne vanno dalla città.Tangenziale bloccata anche a Bologna così come il tratto di A14 che costeggia la città, chiuso per ragioni precauzionali prima che alcuni manifestanti l’invadessero. Bloccato anche il raccordo di Casalecchio fra l’A1 e il bivio con la A14, situazione che ha influito su quasi tutto il nodo autostradale bolognese, dove si diramano le direttrici più importanti d’Italia. Strade ma anche binari. A Cagliari centinaia di pro Pal si sono riversati dentro stazione di piazza Matteotti, aggirando i blocchi delle forze dell’ordine, per poi sedersi all’inizio del binario 6, impedendo il transito dei mezzi. Momenti di tensione ed episodi di violenza registrati alla fermata di Sant’Avendrace. A Genova occupata la stazione Principe e bloccata la circolazione dei treni. A Firenze le scene più brutte con l’assalto alla stazione di Santa Maria Novella. Bombe carta, bottiglie e fumogeni contro la polizia schierata in assetto antisommossa. In centinaia si sono seduti sui binari, esponendo striscioni e bloccando la circolazione ferroviaria anche con transenne e blocchi di cemento. Tre agenti sono rimasti feriti.Altri manifestanti hanno bloccato merci dell’Interporto della Toscana Centrale, nodo logistico a Prato fra autostrade, ferrovie e connesso al porto di Livorno. In 5.000 hanno interrotto la circolazione e si sono formati alcuni chilometri di colonne di tir e auto fermi in entrata e uscita dal grande snodo che collega porto, città e autostrada e superstrada Firenze-Pisa-Livorno.A Pisa tanti momenti di tensione all’aeroporto «Galilei». I dimostranti sono arrivati di fronte allo scalo, la polizia ha cercato di non farli passare ma loro hanno sfondato e sono entrati dentro il terminal invadendo la zona degli arrivi. Anche a Genova manifestazioni e interdizioni al porto commerciale.Una giornata di «pacifica» violenza, verbale e fisica. Scioccanti le dichiarazioni raccolte dai cronisti all’interno dei cortei. «Liberare gli ostaggi? Dipende» rispondono alcuni. «Se supportano il governo Netanyahu, no, grazie!». Ormai è odio politico misto ad antisemitismo dilagante. E dopo le scritte contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni con riferimento a Charlie Kirk arrivano anche le scritte contro i vicepremier. A Matteo Salvini tocca lo stesso destino del premier con «Salvini come Kirk» apparso a Genova, in corso Europa. Ad Antonio Tajani la dedica: «Tajani puttana sionista».Odio che nutre odio anche contro Pro vita. Un gruppo di militanti di Pd e Cgil diretto alla manifestazione a Roma ha lanciato uova contro la sede nazionale di Pro Vita & Famiglia in viale Manzoni, intonando cori offensivi come «Pro Vita, Pro Vita, vaffan…». Tra i militanti del Pd, nessuno che abbia agito per fermare quell’atto, nessuno che abbia detto nulla agli odiatori lasciati liberi di agire.Gli scontri diffusi in tutta Italia, le città rosse, le peggiori. Milano, Bologna, Pisa. Ma anche Salerno. Nella città campana alta tensione all’ingresso del porto. Al varco di Ponente, dove era in corso il presidio per la manifestazione indetta da sindacati e attivisti pro Pal. Le forze dell’ordine avevano creato un cordone per impedire l’accesso all’interno dello scalo portuale, ma quando alcuni manifestanti hanno tentato di forzare il blocco, c’è stata una manovra di alleggerimento da parte degli agenti per allontanarli, ma si è innescato un violento scontro. Ci sono anche alcuni agenti delle forze dell’ordine feriti dopo gli scontri con i manifestanti al porto di Salerno (in totale 55 in tutto il Paese stando al Viminale). Tra i manifestanti ce ne sarebbero, invece, tre che hanno riportato delle ferite o delle contusioni. Tafferugli anche a Bologna, sempre in tangenziale. Un fitto lancio di oggetti, bottiglie e petardi che ha seguito il lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine che - in assetto antisommossa - hanno effettuato alcune cariche nel tentativo di disperdere il corteo.Per la Cgil 2 milioni di persone sono scese in 100 piazze. Landini parla di un 60% di adesione allo sciopero, ma i dati ufficiali già in parte lo smentiscono. A scuola per esempio hanno aderito il 7% dei lavoratori secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Istruzione e del Merito. A Livorno si parla di 15.000 persone, a Roma 300.000 ma alcune fonti sostengono fossero 100.000. E poi si parla di 200.000 in Emilia-Romagna. Due i dati certi, erano in tanti, ma non erano lavoratori, quelli erano sotto sequestro, chiusi nelle loro auto, nei loro treni, nei loro aeroporti.
Maurizio Landini a Roma durante lo sciopero del 3 ottobre (Ansa)
Genova, blocco dei varchi portuali durante lo sciopero del 3 ottobre (Ansa)