2024-12-21
Con lo stop al gas russo prezzi a rischio impennata. E Trump sta alla finestra
Nel caso di stoccaggi vuoti alla fine di questo inverno, il mercato estivo sarà thriller. Il pizzino del futuro presidente Usa: «L’Ue compri il nostro Gnl se non vuole i dazi».Mercato del gas ancora al centro dell’attenzione, con il rischio di un ritorno di fiamma dei prezzi che si fa più alto. In pochi giorni la situazione geopolitica ha fatto precipitare gli eventi verso esiti attesi, ma che fino a ieri erano solo ipotetici.Due giorni fa, per vie diverse, sia Volodymyr Zelensky che Vladimir Putin hanno dichiarato esplicitamente che non vi sarà alcun rinnovo del contratto di trasporto di gas dalla Russia verso l’Unione europea, attraverso il gasdotto che passa sul territorio ucraino. Si tratta di un contratto a tre parti, poiché coinvolge anche l’Unione europea, ovviamente interessata a ricevere il gas. Il precedente contratto quinquennale, rinnovato prima della guerra in Ucraina, scade a dicembre e da gennaio 2025, dunque, si interromperanno i residui flussi dei gas che ancora oggi arrivano in Europa.La notizia era nell’aria da diversi mesi, ma solo in questi giorni si è avuta la conferma ufficiale. A nulla è valso un estremo tentativo di alcuni grandi consumatori e di alcune società di trasporto nazionali del gas, come quelle di Ungheria, Slovacchia e Austria, che hanno scritto alla Commissione europea una lettera per chiedere di fare di tutto per proseguire il contratto di trasporto. Da Bruxelles è arrivato un gelido silenzio su qualunque ipotesi di rinnovo del contratto.Oggi il gasdotto trasporta ancora verso l’Europa una quantità pari a circa 300 milioni di metri cubi di gas alla settimana, non poco. Dalla Slovacchia, Paese di approdo nell’Unione europea, il gas va poi in Ungheria e in Austria, e da lì in Italia.Il mese scorso, Gazprom aveva già interrotto il flusso verso l’Austria, dopo la rottura del contratto con la utility austriaca Omv. In realtà il flusso di gas continuava ad arrivare in Slovacchia, dove, a quanto sembra, veniva acquistato localmente e poi rivenduto in Austria.In Italia nel mese di novembre, dal punto di ingresso a Tarvisio, sono entrati 156 milioni di metri cubi, pari al 3,3% dell’importazione totale. A dicembre però i volumi sono stati in ripresa e al 19 dicembre fanno segnare ben 520 milioni di metri cubi, pari al 15% dell’import italiano. Una impennata dovuta alla certezza della fine del transito via Ucraina. Tuttavia, per l’Italia si tratta di una scelta puramente commerciale, poiché il nostro Paese è fornito attraverso altri canali (Algeria, Azerbaigian, Nord Europa, Gnl e anche qualche quantitativo dalla Libia) che al momento non sono al massimo della portata. Inoltre, da fine novembre è tornato in esercizio il rigassificatore di Livorno, dopo essere stato fermo in manutenzione per tutto l’anno. Da Livorno a dicembre sono entrati nel sistema gas Italia 240 milioni di metri cubi di gas, giunto nel nostro Paese in forma liquida. Dunque, per il nostro Paese non ci sono conseguenze sui volumi.L’Ucraina ha una importante produzione che copre quasi tutto il fabbisogno, non compra gas direttamente dalla Russia ma importa circa il 10-15% del proprio fabbisogno dalla Slovacchia. Una restrizione delle forniture in Europa potrebbe costringere dunque l’Ucraina ad aumentare la produzione o ad attingere in misura maggiore dagli stoccaggi.Da mesi a Bruxelles trapelano voci su un possibile accordo che consentirebbe di far passare attraverso l’Ucraina il gas dell’Azerbaigian. Questo perché l’Ucraina si rifiuta categoricamente di far passare ancora gas russo sul proprio territorio. Gli estremi di questo accordo però non sono chiari e non sono mai stati diffusi, quindi per ora si tratta solo di ipotesi non suffragate da fatti concreti. Resta il gasdotto Turkstream a fornire ancora 350 milioni di metri cubi di gas a Bulgaria e Ungheria, oltre che alla Serbia.Mentre l’Europa fa i conti con questo stop, dagli Stati Uniti Donald Trump ieri ha fatto sapere in maniera molto chiara che l’Ue deve comprare più gas americano per compensare il surplus commerciale nei confronti degli Usa, altrimenti la Casa Bianca imporrà dazi sui beni europei. «Ho detto all’Unione europea che devono compensare il loro enorme deficit con gli Stati Uniti con l’acquisto su larga scala del nostro petrolio e gas», ha scritto Trump sul suo social Truth (confondendo surplus con deficit, ndr).Il surplus commerciale europeo nei confronti degli Usa nei primi 10 mesi di quest’anno è arrivato a 164 miliardi di euro, superiore all’intero 2023 quando fu di 156 miliardi. Le parole di Trump segnano l’inizio della sua campagna per ridurre il deficit commerciale statunitense attraverso la minaccia o l’imposizione di dazi nei confronti di Europa, Cina, Messico, Canada e alcuni Paesi asiatici.Proprio due giorni fa il Dipartimento dell’Energia americano ha diffuso un corposo rapporto sul Gnl degli Stati Uniti, da cui si evince che le esportazioni di Gnl sono un interesse strategico americano.I prezzi del gas sul mercato Ttf nel mese di dicembre sono scesi del 15% rispetto a novembre, nonostante la piccola risalita di questi giorni. Più che sui prezzi invernali, le preoccupazioni sono sui prezzi del gas estivo, che è quello che si utilizza per riempire gli stoccaggi per l’inverno seguente. Nel caso in cui gli stoccaggi alla fine di questo inverno dovessero essere particolarmente vuoti, vi sarebbe di nuovo una corsa al riempimento, con la curva dei prezzi forward che è già salita in questi ultimi due mesi.A questo punto, però, con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca e le sue minacce sull’uso dei dazi, non è improbabile che l’Ue decida un bando totale sul Gnl russo, che quest’anno ha rappresentato una quota cospicua delle importazioni europee, pari a circa 20 miliardi di metri cubi acquistati a prezzo spot.In quel caso sì, i prezzi salirebbero molto. Si spera che questa volta, almeno, Bruxelles abbia l’accortezza di far stipulare agli operatori i nuovi contratti di approvvigionamento con gli Stati Uniti prima di annunciare il blocco del Gnl russo.
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