2024-02-27
Garda a livelli record per mano dell’uomo
La pubblicità di E.on sull'abbassamento del livello del Lago di Garda
In estate la tedesca E.on mostrò il lago in secca, mentre il ministro Lauterbach annunciava la fine del turismo in Italia. Nel frattempo l’acqua è salita, pur con poca pioggia, grazie all’utilizzo sensato delle dighe. Il cambio di clima si governa avendo cura del territorio.Piove, da giorni, ma se il Lago di Garda ha raggiunto un livello di piena da record è merito di una buona gestione del territorio. Due giorni fa, sulla sponda veneta, l’idrometro di Peschiera ha toccato quota +135 centimetri, 90 in più rispetto a un anno fa quando il livello era di soli 45. «Le misure dei livelli attuali sono il risultato di una gestione virtuosa della risorsa idrica del lago nei mesi precedenti», è l’analisi del vice presidente della Comunità del Garda, Filippo Gavazzoni. Al quotidiano L’Arena ha definito «ottimo» il lavoro portato a termine dall’Agenzia interregionale del fiume Po (Aipo), con la collaborazione dei Consorzi irrigui del Mincio-Mantova e della Comunità del Garda. Dunque, l’uomo può intervenire (e bene), per tenere sotto controllo il cambiamento climatico. I catastrofismi sono inutili e improduttivi, occorre agire coordinando gli interventi e «concordando le derivazioni», come si è saputo fare nell’interesse dei Comuni rivieraschi e delle aree a valle gestite dai consorzi di bonifica del Mantovano. La scorsa estate, invece, la utility tedesca E.on, uno dei principali attori nel settore energetico europeo, ebbe la pessima idea di farsi pubblicità sfruttamento il cambiamento climatico a spese dell’immagine del Lago di Garda. L’istallazione commissionata all’artista Domenico Pellegrino, una barca bianca e rossa con la scritta «Il livello del lago è sceso di 75 centimetri» fluttuava sospesa sulle acque di Manerba del Garda, facendo credere che era colpa della siccità, uno dei fenomeni atmosferici estremi che non sarebbero più controllabili. «Se vogliamo arrivare dritti alla coscienza delle persone, cosa c’è di più potente di un forte gesto simbolico?», dichiarava la società. In realtà, a giugno l’altezza idrometrica del Benaco era inferiore solo di 32 centimetri rispetto alla media dei primi quattro mesi del 2019 presi a riferimento da E.on. Le false immagini di un lago prosciugato divennero virali. «Oggi abbiamo fatto un ulteriore passo verso la creazione del più grande movimento green del Paese per un’Italia più verde, in linea con la nostra missione #MakeItalyGreen», dichiarò Frank Meyer, ceo di E.on Italia. Barbara Mazzali, assessore regionale al Turismo della Lombardia, ipotizzò una mossa premeditata per danneggiare il nostro turismo proprio a inizio estate. «Siamo tutti contro i cambiamenti climatici, ma siamo sicuri che la società tedesca farebbe lo stesso spot sul lago di Costanza, fino allo scorso anno in allarme siccità, tanto da dover recuperare barche arenate nella sabbia?», chiese provocatoriamente. Un mese dopo, l’attacco climatico al nostro Paese si alzò di livello. «In Italia il turismo non ha futuro, fa troppo caldo. Usate le chiese come celle frigorifere», dichiarò Karl Lauterbach, ministro della Salute della Germania. Non soddisfatto, aggiunse catastrofico: «Se le cose continuano così, queste destinazioni turistiche non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine». Nel frattempo, le diffide inviate dagli uffici legali della Regione Lombardia e della Provincia autonoma di Trento avevano ottenuto l’effetto di far rimuovere foto e video della barca sospesa, perché ritenuti lesivi dell’immagine del Garda, e il 1° luglio era stata tolta l’istallazione. «Ringrazio l’azienda tedesca che ha avuto la sensibilità di sollecitare i gardesani a vedere il problema climatico», polemizzò invece il consigliere pentastellato della Regione Lombardia, Paola Pollini.Nell’estate di un anno prima, era stato il quotidiano Bild a parlare di spiagge gardesane che sembravano «paesaggi» lunari a causa della siccità. Il tabloid esortava i tedeschi a non tuffarsi nel Benaco. Gli allarmismi erano da tempo ingiustificati, se confrontati con gli interventi messi in atto. A luglio 2022, nonostante la crisi idrica generalizzata il Garda (con la sua superficie di 370 chilometri quadrati e i 458 milioni di metri cubi d’invaso disponibile per la regolazione), era tra i grandi laghi «l’unico a salvarsi, grazie alla gestione oculata della risorsa idrica attuata nei mesi invernali: il Benaco presenta una percentuale di riempimento del 30%, mentre il lago d’Idro è a -3%, il lago d’Iseo all’1,4%, il lago di Como al 2,4% e il lago Maggiore al 14%», riportava GardaPost, con i dati degli Enti regolatori grandi laghi.Volumi idrici gestiti oculatamente dall’edificio regolatore di Salionze, secondo Gavazzoni, hanno consentito il riempimento massimale dell’invaso nei mesi invernali. «Ripeto e sottolineo l’importanza della concertazione e del dialogo: gli usi plurimi della più importante riserva idrica italiana ed europea devono essere gestiti collegialmente», ricordava lo scorso novembre Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, ringraziando Aipo, ente deputato alla regolazione dei livelli del lago attraverso la diga di Salionze-Monzambano, per avere ascoltato e assecondato gli appelli della Comunità. L’obiettivo era e rimane la salvaguardia della sicurezza dei Comuni rivieraschi.
(Ansa)
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