2022-10-27
Gara a intestarsi l’inchiesta sul Covid. Occhio ai trucchi per depotenziarla
Domenico Arcuri (Imagoeconomica)
Dopo Riccardo Molinari (Lega), Iv propone una commissione sull’emergenza e punta a incassarne la presidenza Galeazzo Bignami (Fdi) alza il tiro e chiede di far chiarezza sia sui ritardi iniziali, sia sui danni economici dei divieti.Giorgia Meloni l’ha presentata come un modo per «fare chiarezza» sulla pandemia. Era stata chiesta già nella scorsa legislatura proprio da Fratelli d’Italia, che stava all’opposizione, e da due partiti che invece stavano in maggioranza: la Lega e Italia viva. Ed è un’esigenza di cui La Verità fin dal primo lockdown si è fatta portavoce con forza: una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia nel nostro Paese. Una pattuglia di deputati e senatori che scavi nelle pieghe di quanto è accaduto negli ultimi tre anni, sulla legittimità delle chiusure, l’impreparazione del sistema sanitario, gli approvvigionamenti di materiali, gli obblighi vaccinali, l’allontanamento coatto di migliaia di persone dal posto di lavoro che non hanno voluto sottoporsi all’iniezione. Molte di loro sono ancora costrette a restare a casa e La Verità, dopo le elezioni del 25 settembre, ha rilanciato un’altra battaglia già avviata da mesi: il nuovo governo abolisca subito le norme che ancora impediscono ai non vaccinati di tornare ai luoghi di lavoro e guadagnarsi uno stipendio.Secondo un detto vecchio quanto cinico, quando in Italia non si vuole fare qualcosa si fa una commissione. Questa volta non sarà così. Il presidente del Consiglio ne ha parlato nei discorsi di insediamento alle Camere. La Lega ha ripresentato, primo firmatario il capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari, una proposta di legge che era già stata depositata la scorsa legislatura. Un’iniziativa analoga porta le firme di Davide Faraone e Maria Elena Boschi, di Italia viva. E Fratelli d’Italia, primo partito in Parlamento, ha presentato una terza proposta di legge. Il primo firmatario è il deputato bolognese Galeazzo Bignami, uno dei pochi politici che gridò allo scandalo fin dai primi contagi e ha seguito da vicino anche le inchieste della magistratura. Il titolo del provvedimento, infatti, specifica che bisogna indagare anche «sul mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale» e le relative responsabilità, di cui si sta ancora occupando la Procura della Repubblica di Bergamo.Meloni in Parlamento ha detto che per il futuro non sarà replicato il «modello restrittivo che limita le libertà fondamentali» a colpi di lockdown e di green pass. Per il passato si deve fare chiarezza: «Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori». Il dito è puntato in particolare contro la gestione commissariale di Domenico Arcuri. Gestione «opaca», la definisce Faraone, che aggiunge: «Il centrodestra voti la nostra proposta, così da accelerare i tempi. Mi appello direttamente al presidente Giorgia Meloni, che si è espressa chiaramente sul tema». Il partito di Matteo Renzi aveva già provato ad avviare un percorso di questo tipo nella scorsa legislatura, incontrando però un muro nel Pd e nel M5s, sostenitori del governo Conte 2 che aveva gestito l’emergenza. Solo Fdi si era schierata con Italia viva. La Lega, che era al governo, si era chiamata fuori. Ieri al Senato è invece arrivata un’apertura dal Pd: «Sul Covid facciamo questa bicamerale d’inchiesta», ha detto Francesco Boccia. «È utile aprire la discussione in modo serio per capire cosa è accaduto nel Paese, siamo pronti a un confronto». Tutti o quasi d’accordo adesso, dunque? Per niente. Un primo scoglio è delimitare il perimetro dell’inchiesta. I termini della questione sono riassunti da Antonella Viola, una dei virologi che hanno guadagnato grande notorietà grazie al Covid: ok alla commissione, ha detto, purché «distinguiamo tra chi ha lucrato e chi ha agito seguendo la scienza». Tradotto: il Parlamento lasci perdere vaccini e lockdown per concentrarsi sugli acquisti di mascherine, respiratori e altro materiale sanitario. Un bersaglio facile: l’oggetto della commissione andrebbe circoscritto alla gestione di Arcuri e della sua struttura commissariale o poco più. È quello che vorrebbero anche Renzi e Calenda, nemici storici di Arcuri quanto di Conte. Ma la proposta di legge firmata da Bignami dice tutt’altro: bisogna partire dal gennaio 2020, cioè dall’impreparazione della sanità italiana ad affrontare una pandemia con le relative responsabilità, e allargare il raggio a tutto il resto. «Ad avviso dei proponenti», si legge nella relazione che accompagna la proposta di legge di Fdi, «i ritardi accumulati e l’inefficienza nella gestione delle prime settimane di diffusione dell’epidemia hanno segnato in maniera tragica il destino dell’intera nazione, causando la perdita di decine di migliaia di vite umane e contribuendo a determinare, in ultima istanza, quel drammatico impatto sul settore economico e produttivo che ha portato a un calo del prodotto interno lordo nel 2020 pari al 9% e a perdite di fatturato di miliardi di euro a carico di moltissimi settori». Se il primo nodo da sciogliere riguarda l’ambito dell’inchiesta, il secondo invece è tutto politico. Renzi si fa avanti di nuovo perché vuole la presidenza della commissione per il terzo polo in quanto la considera «di garanzia», cioè una di quelle che devono essere guidate all’opposizione. Ma sullo sfondo si delinea una partita più ampia. Il gruppo di Renzi e Calenda si candida anche a trasformarsi in una potenziale stampella per Giorgia Meloni nel caso di fibrillazioni interne alla maggioranza. E a Fratelli d’Italia potrebbe non dispiacere approfondire il dialogo con Azione e Italia viva già con la commissione d’inchiesta sul Covid.