2025-10-01
A 75 miglia dalla Striscia, Gerusalemme dà l’alt e scatta l’abbordaggio. L’Alma di Greta Thunberg fermata per prima. Farnesina: «Cittadini italiani ad Ashdod, dopo espulsi».Sono da poco passate le 19 in Italia quando le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, a 75 miglia da Gaza, vengono avvicinate da una ventina di navi israeliane. Gli attivisti salgono sul ponte e lanciano un comunicato: «Non reagiremo a nessuna eventuale azione da parte dei soldati israeliani, mantenendo fede alla nostra missione pacifica, umanitaria e non violenta». Vogliono attirare l’attenzione, spiegano, «smuovere le coscienze rispetto a quello che succede a Gaza». Si dichiara lo stato di emergenza, alle 19.25 arriva l’alt da Israele. Alle 20 inizia l’abbordaggio delle prime imbarcazioni. Di conseguenza è l’equipaggio di Alma, la nave che ospitava anche l’ex attivista green Greta Thunberg, il primo a esser fermato, mentre poco prima il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiedeva a Gideon Saar, l’omologo israeliano: «Non ci siano azioni violenze». Poi chiarisce al Tg1: «Gli italiani andranno in Israele e poi saranno espulsi». Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, interviene al telegiornale del primo canale Rai: «Mi auguro che tutto avvenga con calma e razionalità. Le barche sono circondate e dovrebbero essere portate nel porto di Ashdod, dove poi ci attiveremo per verificare come far rientrare i nostri connazionali. L’importante è che tutto avvenga senza violenza, senza alcun rischio». È Benedetta Scuderi di Avs ad annunciare alle 20.10 in una storia Instagram di vedere «tre motovedette israeliane dietro la barca: ci sono luci verdi, si vedono benissimo». Come nelle precedenti occasioni (già lo aveva fatto la Thunberg) gli attivisti hanno gettato fuoribordo telefoni cellulari e device elettronici nella speranza di impedire ai militari israeliani la raccolta di ulteriori informazioni. Proprio in quei primi minuti di abbordaggio cinque razzi sarebbero stati lanciati dalla Striscia di Gaza settentrionale verso la città costiera di Ashdod. Il porto designato per scortare equipaggi e imbarcazioni. L’Idf ha chiarito che quattro dei razzi sono stati intercettati dalle difese aeree e uno è caduto in mare. Nelle ore precedenti la delegazione italiana della Flotilla aveva dichiarato di «sentirsi abbandonata» anche se «non avrebbero voluto» la fregata italiana che li ha scortati e invitati a desistere fino alle 150 miglia. Punto in cui la Alpino, come annunciato più e più volte, si è fermata smettendo di scortare la Flotilla. Con l’italiana si sono fermate anche le due navi turche e la fregata spagnola. «L’ultimo alert della nave Alpino che indicava il punto in cui si sarebbe fermata ci ha fatto provare una sensazione di abbandono», il commento della portavoce italiana del Global movement to Gaza, Maria Elena Delia, espresso in conferenza stampa alla Camera, quando ha aggiunto: «Non abbiamo mai pensato che la fregata dovesse ingaggiare scambi bellici, ma avere una nave di soccorso ci avrebbe fatto piacere visto che si va incontro a probabili scontri. Inoltre, 150 miglia dalla costa non è la zona di guerra, la zona di guerra dichiarata da Israele sono le 12 miglia». Ragionamento che naturalmente non vale per la Life support, la nave di Emergency che scortava la Flotilla. Anche questa si è fermata a 150 miglia dalla costa. Durante la navigazione non sono cessati gli appelli, ieri un altro da parte di Israele: «Da ogni parte si levano voci che chiedono di fermare questa provocazione di Hamas-Sumud. Non è troppo tardi. Vi preghiamo di consegnare qualsiasi aiuto in vostro possesso in modo pacifico attraverso il porto di Cipro, la Marina di Ashkelon o qualsiasi altro porto della zona verso Gaza», così il ministro degli Esteri Sàar alla Flotilla dopo quello congiunto di Grecia e Italia affinché accettassero un compromesso. Appello inutile perché arriva quando ormai è chiaro che agli attivisti non interessa trovare un accordo, non interessa portare gli aiuti. L’obiettivo è rompere il blocco. Costi quel che costi. Senza mediazioni, come fanno gli estremisti. Il piano israeliano prevedeva che quando le imbarcazioni della Flotilla avrebbero raggiunto le acque territoriali di Israele, la Marina militare avrebbe fatto annunci con gli altoparlanti chiedendo agli attivisti di tornare indietro verso i Paesi da cui erano venuti. E questo è quello che è successo. Successivamente, in caso di mancata ritirata, la Marina militare ha previsto il fermo e il trasferimento in Israele. Secondo channel 12 successivamente sarà consentito agli attivisti di essere espulsi volontariamente, e se si rifiuteranno saranno arrestati e processati da un tribunale apposito per ingresso illegale in Israele. Alcune delle navi degli attivisti saranno confiscate e altre saranno affondate.Intanto le prove raccolte da Israele che sostengono un coinvolgimento diretto di Hamas nel finanziamento della Flotilla, diventa fonte di attenzione per molti. «Viste le prove pubblicate, presenteremo nei prossimi giorni un esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinché accerti l’ipotesi di reati e quindi i flussi finanziari e i legami con Hamas». Così Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo del Milton Friedman Institute.«L’intento umanitario non esclude la responsabilità penale, se vi è dolo o colpa grave. Riteniamo grave e irresponsabile non aver verificato la provenienza dei fondi che hanno sostenuto la loro missione, ancora più grave tale condotta da parte dei parlamentari a bordo», spiega. Poi la chiosa: «Le ipotesi di reato sono chiare: finanziamento di condotte con finalità di terrorismo anche internazionale e associazione con finalità di terrorismo anche internazionale».
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Sempre in bilico fra reale e surreale, eccentrico «Magritte» della fotografia e artista dall’estetica inconfondibile, al grande fotografo newyorkese Rodney Smith Palazzo Roverella di Rovigo dedica un’ampia retrospettiva di oltre cento opere (4 Ottobre 2025 - 1 Febbraio 2026), che raccontano il mondo con grazia e raffinato umorismo.
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