2023-02-08
Così la galera ha trasformato Cospito nel soldatino dei mafiosi anti 41 bis
Il terrorista non ha creato problemi fino al 2015. Poi le frequentazioni in cella e il rapporto sentimentale con Anna Beniamino lo cambiano. E arriva ad augurare la morte a Matteo Salvini e a combattere il carcere duro.Il terrorista Alfredo Cospito per anni è stato rinchiuso in carcere senza infastidire praticamente nessuno. Buono, quasi remissivo. Poi un giorno è scattata una scintilla che ha restituito al mondo dell’anarco-insurrezionalismo quel leader violento che in tribunale aveva rivendicato con orgoglio e sarcasmo la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi. Rinchiuso in carcere dal 2012, a leggere quanto scritto nel lungo appunto consegnato dal Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria al ministero della Giustizia, sembra che sino al 2015 si sia sempre ben comportato. Il 9 febbraio di quell’anno, però, con un provvedimento disciplinare, viene escluso dalle attività in comune. Ma, subito dopo aver espiato la punizione, dà l’impressione di aver cambiato atteggiamento, «risultando più propenso al confronto, sereno, più cordiale e rispettoso delle norme detentive». I poliziotti registrano solo che una sera avrebbe «commentato, ironizzando e sorridendo, la “guerriglia” avvenuta tra polizia e black bloc» in occasione dei cortei No Expo. Un peccato veniale. Ma qualcosa in lui sta cambiando e, durante i colloqui, il personale segnala «la sua costante abitudine di parlare sottovoce accostato all’orecchio della compagna Anna Beniamino, quasi a volersi assicurare di non essere sentito». Il 30 agosto del 2016 la metamorfosi pare completata: «Cospito improvvisamente scaglia la sedia contro i vetri che separano la sala colloqui dal box di sorveglianza e guardando il personale di polizia penitenziaria, urla ripetutamente “fuoco, fiamme e libertà”». Per tale evento il detenuto viene nuovamente sanzionato. Gli analisti del Nic spiegano lo scatto d’ira come un possibile «gesto in solidarietà con gli appartenenti a un gruppo anarchico greco cosiddetto “Cellule di fuoco”, in quanto ingiustamente condannati a 110 anni di reclusione per un tentativo di evasione mai attuato». Ma, scorrendo l’informativa, si scopre che per il personale del carcere il vero motivo sarebbe di natura molto personale: «Potrebbe probabilmente anche riferirsi a un moto di frustrazione personale e di natura sentimentale» da collegare al «rapporto con la convivente Beniamino come trapelava dai contenuti della corrispondenza epistolare trattenuta a Cospito». In un altro passaggio del documento si legge: «Il naufragare della relazione sentimentale con la Beniamino, anch’essa ora detenuta, ha fatto probabilmente “risvegliare” quello spirito anarchico evidentemente sopito».La situazione peggiora nel settembre del 2016 quando a Cospito, al compagno Nicola Gai e alla Beniamino viene notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione eversiva. L’insurrezionalista inizia a pensare allo sciopero della fame come forma di protesta «contro l’isolamento e la censura della posta, applicati dal giudice». Il cinquantacinquenne pescarese, «nonostante il divieto d’incontro» con Gai, inizia a comunicare dalla finestra con questi e invita il coimputato «a tirare fuori i suoi attributi per molte questioni e a riprendere i contatti con gli altri, proprio come lui sta facendo». In quel periodo Cospito «esterna rabbia e disappunto nei confronti del “censore” che non gli permette di far arrivare il proprio pensiero ai “compagni”, i quali, in occasione della pubblicazione di articoli in riviste anarchiche, gli chiedono un parere/contributo». Nel 2017 l’estremista inizia a divorare libri sull’anarchia e sulle rivoluzioni, ma anche classici di autori come Fedor Dostoevskij, Lev Tolstoj, Oscar Wilde, Jack London, Herman Hesse, Giacomo Leopardi, Beppe Fenoglio, narrativa d’intrattenimento come quella di Stephen King o di Maurizio De Giovanni, saggi sull’estrema destra come Il fascismo di Renzo De Felice, Cuori neri di Luca Telese, Il figlio del secolo di Antonio Scurati, L’anno del ferro e del fuoco di Ezio Mauro, volumi sulla Rivoluzione russa, fumetti vari, da quelli di Zerocalcare, agli Avengers, dal mega almanacco di Spiderman a Fantomas all’antologia zombie-L’invasione dei morti viventi, oppure riviste sportive come il Guerin sportivo e il Nuovo calcio. In mezzo a impegno e svago, ha il tempo di vagheggiare rapporti con l’altro sesso e per questo compulsa Amore e rivoluzione della bolscevica Aleksandra Kollontaj, il cui sottotitolo è «Idee di una comunista sessualmente emancipata». L’autrice nell’introduzione scrive: «L’essere esclusivi in amore, […] non può costituire l’ideale dei rapporti tra i sessi dal punto di vista dell’ideologia proletaria. Al contrario, lo scoprire che eros alato è multiforme e multicorde non produce nel proletariato né orrore né indignazione, come avviene per l’ipocrita morale borghese». Per i suoi «angeli custodi» Cospito «mantiene l’atteggiamento disteso già precedentemente segnalato, sfumando la figura di leader che occupava qualche tempo fa all’interno della sezione». Passeggia nel campo sportivo e saltuariamente frequenta la palestra. C’è solo una chiosa negativa sul suo comportamento: «Risulta che lo stesso abbia esultato nel pomeriggio del 7 aprile 2018 in occasione della notizia di un verosimile attentato terroristico, poi immediatamente smentito, portato a compimento tramite un furgone lanciato tra la folla in una località tedesca». Va anche detto che il bombarolo-pistolero non primeggia per ordine e pulizia, tanto che più volte gli agenti evidenziano che «la camera di pernottamento viene tenuta poco in ordine e in condizioni igieniche al limite della vivibilità».Nel 2019 ci sono nuovi ingressi nella sezione e lui è costretto a dividere la cella con un altro anarchico. La sua serenità si incrina: «Dall’arrivo degli altri detenuti ha iniziato a mantenere un comportamento più diffidente e spigoloso nei confronti del personale di polizia penitenziaria, rasentando la violazione delle norme disciplinari, anche se tendenzialmente non chiede mai niente» viene annotato. Dal 29 maggio 2019 intraprende «la protesta pacifica dello sciopero della fame, in solidarietà con l’ex convivente Beniamino e Silvia Ruggeri» in quanto le due donne sono sottoposte all’Aquila a un regime carcerario particolarmente duro. In seguito a questo lungo periodo di digiuno viene operato alla cistifellea nel luglio del 2019 e in quel periodo si ammansisce: «Il rapporto con il personale di polizia penitenziaria si è modificato positivamente, durante il primo ricovero in ospedale. Cospito, infatti, richiedeva spesso la presenza di personale di polizia penitenziaria, anche solo per essere aiutato a svolgere quotidiane azioni di vita, nonché, durante un colloquio avuto congiuntamente con il comandante e il direttore, ha più volte ringraziato il personale tutto, per il trattamento ricevuto». Nel dicembre del 2019, gli agenti rilevano una nuova curiosa abitudine: «Il detenuto predilige parlare ad alta voce durante la socialità, contrariamente a quanto fatto nei mesi precedenti». Dal monitoraggio si è potuto apprendere che i suoi messaggi verso l’esterno sono sempre più frequenti. Nelle sue comunicazioni da capopopolo ravvisa come «la figura del detenuto, per “noi anarchici” non sia una vittima da soccorrere bensì un “complice “per la distruzione della società”» e auspica la realizzazione di «azioni forti e decise in solidarietà coi i detenuti». Nel marzo del 2020 in Italia e anche dentro le prigioni entra il coronavirus. I detenuti commentano le notizie attraverso le finestre delle celle. I tg raccontano che un uomo della scorta di Matteo Salvini «sarebbe risultato positivo al Covid-19» e Cospito e il compagno Gai «con toni estremamente sarcastici e ironici, si auspicavano che l’onorevole Salvini fosse messo in quarantena e proferivano testuali parole “così si toglie del cazzo”». Nel giugno del 2021 il presunto capo della Fai viene trasferito a Terni e qui finisce in cella insieme con Karlito Brigande, un macedone condannato a otto anni come foreign fighter. Sulla questione gli uomini del Nic riferiscono: «L’assegnazione di detenuti appartenenti ad associazioni terroristiche internazionali ha creato alcuni disequilibri all'interno della sezione. Situazione poi ritornata alla normalità grazie a una accurata gestione delle ubicazioni». Cospito finisce in cella con Franco Grilli, il brigatista condannato all’ergastolo per l’assassinio del senatore Roberto Ruffilli e le cose tornano a posto. A Terni entra anche un altro prigioniero anarchico, Sorroche Fernandez, e lui e Cospito «trascorrono diverso tempo insieme, approfittando dei momenti di socialità». I due iniziano a scrivere a quattro mani: «Da un attento controllo è emerso che i due si stanno dedicando alla stesura di una collana di libri dedicata all’anarchia e alla lotta armata che abbraccerebbe il periodo che va dai primi anni Settanta e fino al 2012». Ovvero l’anno della gambizzazione di Adinolfi. Gli agenti intercettano la bozza del primo volume. Nell’introduzione Cospito scrive che «nel corso dell’opera, si affronteranno (censura permettendo), episodi ed esperienze rivoluzionarie pressoché inesplorate in ambito italiano». Il 5 maggio del 2022 riceve la notizia di essere stato sottoposto al regime speciale del 41 bis. «Il detenuto non ha mostrato particolari reazioni, ha chiesto soltanto, a grandi linee, cosa significasse essere sottoposto a tale regime», appuntano gli agenti. Il terrorista per mesi resta a meditare sul da farsi. A luglio la Cassazione conferma la condanna per associazione eversiva e chiede la riqualificazione di un attentato a una caserma di allievi carabinieri, a lui attribuito come «strage allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato». Cospito balla sull’orlo dell’ergastolo e solo allora decide di iniziare il nuovo sciopero della fame, dopo essersi rinforzato con abbondanti libagioni e sessioni di palestra. Ma maschera la scelta come una battaglia per tutti. «Non deve essere una lotta solo per me. Per me noi 41 bis siamo tutti uguali», proclama rivolto a un camorrista entusiasta per la risonanza della sua protesta. Rafforza il concetto con i parlamentari del Pd che vanno a trovarlo: «Noi anarchici che ora conosciamo anche questo mondo (il 41 bis) non smetteremo di lottare sino a quando non sarà abolito». I dem applaudono, la mafia ringrazia.
(Totaleu)
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