2020-01-26
Fregatura per 1 milione di partite Iva. Tasse in crescita tra il 25 e il 75%
Giuseppe Conte distribuisce pochi euro a 16 milioni di dipendenti. Ma il 20% dei fondi arriva dalle tasche dei forfettari. Oltre 300.000 contribuenti espulsi dal regime agevolato e altri 700.000 perdono detrazioni e agevolazioni.Per il governo i lavoratori dipendenti sono di centrosinistra; le partite Iva, evidentemente, di destra. Così premia i primi e punisce con più tasse i secondi. O semplicemente in vista del voto di oggi vara il taglio del cuneo fiscale per «regalare» tra i 20 e i 100 euro in più a 16 milioni di persone. L'aveva fatto Matteo Renzi ormai cinque anni fa, replica lo schema (con meno soldi) Giuseppe Conte nella speranza di far vincere il candidato del Pd in Emilia Romagna. Solo che il governo omette di dire che il 20% delle risorse destinate al bonus in busta paga viene dal mando degli autonomi. A questi lavoratori di serie B, i giallorossi hanno applicato il classico schema dell'erario: confondere le idee, raddoppiare le disposizioni burocratiche per alzare la pressione fiscale. Con il risultato che circa 1 milione di lavoratori da quest'anno si vedrà aumentare le imposte tra il 25 e il 75%. Al netto di tutti coloro che hanno visto svanire il prelievo del 20% fino ai 100.000 euro di reddito.Con le modifiche alla cosiddetta flat tax leghista (regime forfettario fino a 65.000 euro di reddito lordo), il governo Conte ha ridefinito la platea degli aventi diritto. Se il gruppo che rientrava nel regime forfettario nel 2019 annoverava più o meno 1,4 milioni di persone, nel 2020 a fatica ad arrivare a contarne 1,1. Significa che più di 300.000 partite Iva si vedranno aumentare le imposte complessive con una percentuale che varia tra il 50 e il 75%. Torneranno alla situazione del 2018 con qualche aggravante in più sui temi della fatturazione elettronica e di altre disposizioni. In sostanza, costi di gestione aumentati. Se qualcuno tra i 300.000 avesse fatto un minimo di programmazione si troverà fregato. Se avesse deciso di permettersi un mutuo o il leasing di un'auto si troverà spiazzato e in serie difficoltà. Sono finiti alla mercé di una politica che non ha rispetto per chi lavora. E rispetto a chi è stato espulso dalla flat tax, c'è anche chi sta peggio. Ci sono gruppi di partite Iva che a oggi non sanno quale tipo di regime dovranno adottare e si ritroveranno, fra qualche mese, a rifare i conti e - di conseguenza - rimettere mano al portafoglio.Ci sono poi altre 700.000 partite Iva che, pur rimanendo dentro il perimetro del forfettario, si ritroveranno a pagare tra il 25 e il 30% in più di tasse. Eutekne, il think tank fiscale diretto da Enrico Zanetti, ha fatto due calcoli. Un contribuente che nel 2019 ha dichiarato 24.000 euro di reddito da lavoro dipendente e compensi da attività autonoma per 40.000 euro godeva dalla tassa piatta al 15%. Quindi versa sul 78% dei compensi totali il 15% di imposta, mentre sulla busta paga ha il prelievo Irpef pari al 19,6%. Sul reddito da lavoro dipendente può detrarre il bonus 80 euro by Renzi. Tirate le somme versa allo Stato circa 8.400 euro di tasse. Se il medesimo contribuente manterrà le stesse entrate nel 2020 potrà rimanere nel regime forfettario (reddito da lavoro dipendente non superiore ai 30.000 euro), ma il conto delle tasse salirà a 11.500 euro. La differenza è di oltre 2.000 euro, esattamente il 25% in più. Una vera beffa. Se si considera che il governo aveva più volte dichiarato che non avrebbe alzato le tasse salvaguardando il regime della flat tax. «Premesso che ritengo alcune modifiche al regime opportune», spiega alla Verità il commercialista di Eutekne ed ex vice ministro all'Economia del governo Renzi, «è un dato di fatto che il 20% delle risorse destinate al taglio del cuneo provenga dal mondo delle partite Iva». È altrettanto palese, aggiunge Zanetti, che «per 1 milione di lavoratori l'innalzamento delle tasse sarà sensibile e pur rimanendo nel gruppo della cosiddetta flat tax perderà una serie di diritti che invece spettano a chi - a parità di reddito - è lavoratore autonomo». Bisogna infatti considerare che l'aumento del 25% si aggrava se il contribuente ha figli a carico. Le detrazioni per la prole, pur non svanendo, a seguito della manovra 2020 si riducono sensibilmente. Le modifiche apportate dai giallorossi impongono di parametrare le detrazioni sul reddito complessivo e non più solo sui 24.000 euro, come accadeva nel 2019. Tradotto con il pallottoliere, lo stesso contribuente (con 24.000 euro di reddito da lavoro e 40.000 con partita Iva) se ha a carico due figli di età superiore ai 3 anni pagherà altre 500 euro di tasse. Portando la cifra totale a 12.000. Ben 30% in più di quanto avrebbe pagato lo scorso anno. Quando il secondo Giuseppe Conte ha tenuto, lo scorso settembre, il discorso di insediamento alla Camera, ha dedicato i primi 5 minuti all'importanza della famiglia e degli asili nido. Alla faccia della coerenza. Se il governo pensa di distribuire mance che valgono pochi mesi solo per superare scogli elettorali si troverà presto sepolto dalla macerie fiscali che crea. Chi metterà molto più tempo a riprendersi sono le famiglie dei lavoratori a partita Iva. Non solo non hanno welfare, ma sono anche pugnalate dalla politica.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci