2021-06-25
Franceschini «pigliatutto» sui fondi ora ha pure un esercito ministeriale
Dario Franceschini (Ansa)
Il ministro s’inventa un nuovo organismo formato da 15 membri con (vaghi) compiti di consulenza e supporto, una super soprintendenza e 4 musei. Senza considerare i 300 milioni stanziati per Cinecittà nel RecoveryPassano i governi, cambiano le stagioni, tutto muta, panta rei, ma sembra esserci una sola costante, una certezza inscalfibile, un punto di riferimento immutabile, un centro di gravità permanente: Dario Franceschini come «pigliatutto», politicamente parlando, e anche come gran catalizzatore di risorse, piani e impegni per il suo Ministero.Il Consiglio dei ministri di ieri si è incaricato di confermare questa antica regola, con ben tre nuovi esempi. Il primo è la nascita (incardinata nel ministero della Cultura) di una sorta di «super-soprintendenza», la Soprintendenza speciale per il Recovery. Di che si tratta? Di una soprintendenza unica nazionale competente per le autorizzazioni delle grandi opere. In altre parole, sarà il soggetto apicale nazionale responsabile delle funzioni di tutela verso i beni culturali e paesaggistici a vario titolo coinvolti dagli interventi fissati dal Recovery plan che richiedano valutazioni di impatto ambientale.Raggiante Franceschini, autore di una nota che è una specie di certificazione dell’ennesima partita vinta: «Un altro passo importante per la riforma del sistema museale nazionale e per l’organizzazione del ministero, che si ristruttura per poter vincere la sfida del Recovery». Secondo l’uomo del Pd, il suo ministero «si prepara così alle sfide del futuro, e all’impegno per assicurare la massima celerità alla realizzazione delle opere del Recovery plan, garantendo il pieno rispetto del dettato costituzionale riguardo la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale».Secondo esempio? In omaggio al bizzarro spirito dei tempi, non mancherà nemmeno un Osservatorio per la parità di genere, con (vaghi) compiti di consulenza e supporto. L’organo, di cui non sappiamo se gli italiani sentissero l’impellente esigenza, sarà composto da ben 15 membri, per «l’elaborazione e attuazione di politiche per la parità di genere nei settori di competenza del Ministero». Era proprio indispensabile istituirlo?Terzo esempio. Sempre a seguito del Cdm di ieri, sono nati altri 4 nuovi musei autonomi (ora diventano complessivamente 43). Il primo è un museo nazionale per l’arte digitale (dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali: è il primo caso in Italia); il secondo è il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia (comprensivo della necropoli della Banditaccia, la più estesa dell’area mediterranea, del museo archeologico nazionale di Tarquinia e della necropoli di Monterozzi); il terzo è il parco archeologico di Sepino (che ingloberà comprenderà la relativa area archeologica, con i resti dell’antica città romana sorta nella valle del Tammaro; il quarto è la pinacoteca nazionale di Siena (per ospitare una significativa collezione di opere del Trecento e del Quattrocento senese). Da ultimo (la notizia non è di ieri, ma i dettagli meritano di essere messi a fuoco), va segnalato, nell’ambito del Pnrr, il poderoso investimento (300 milioni) per lo «sviluppo dell’industria cinematografica». Si tratta del progetto relativo a Cinecittà, questa settimana trasformata in set d’eccezione per Mario Draghi e Ursula von der Leyen. Si legge nel Pnrr: «L’investimento ha l’obiettivo di potenziare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano». Si ipotizzano tre linee di intervento. La prima: «Potenziare gli studi cinematografici di Cinecittà gestiti da Istituto Luce Cinecittà srl - società in cui il Mef detiene il 100% della partecipazione e il ministero della Cultura esercita i diritti del socio - per migliorare il livello qualitativo e quantitativo dell’offerta produttiva, aumentare la capacità di attrazione delle grandi produzioni nazionali, europee e internazionali e potersi confrontare con i grandi competitor internazionali quali Pinewood, Shepperton, Babelsberg e Korda». La seconda: «Rilanciare le attività della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia mediante sviluppo di infrastrutture ad uso professionale e didattico tramite e-learning, digitalizzazione e modernizzazione del parco immobiliare ed impiantistico». La terza: «Rafforzare le capacità e le competenze professionali nel settore audiovisivo legate soprattutto a favorire la transizione tecnologica».Spulciando le carte, viene fuori questa ripartizione: circa 159 milioni per il «distretto Cinecittà», circa 99 milioni per la nuova area di Cassa depositi e prestiti, che sarà partner del progetto (saranno allargati gli studi nei terreni vicini di proprietà di Cdp), circa 40 milioni per il Centro sperimentale di cinematografia.