2020-09-30
Franceschini, l'ago della bilancia nel governo Conte
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Giuseppe Conte e Dario Franceschini (Ansa)
Il ministro per i Beni Culturali è una figura fondamentale nel governo giallorosso. Il suo ministero è stato quello che ha incassato più risorse dai decreti Cura Italia e Rilancio: quasi mezzo miliardo. E mentre Domenico Arcuri mira a Cassa depositi e prestiti, il politico di scuola democristiana si fa vedere con l'attuale amministratore delegato di via Goito, Fabrizio Palermo. Più che Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, il vero protagonista del governo giallorosso è Dario Franceschini, ministro per i Beni Culturali, ago della bilancia nella maggioranza Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Della stessa area politica del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Franceschini negli ultimi mesi si è fatto vedere poco. Il borsino di Montecitorio lo dà da tempo tra i papabile per il Colle, nel 2023. A chi glielo domanda lui risponde sempre che «chi parte troppo presto di solito arriva troppo tardi». Insomma prudenza è la parola d'ordine. Ma è lunga la lista di persone che lo cercano quotidianamente. Il corteggiamento va avanti da mesi. Come è naturale che la sua figura politica sia sempre più fondamentale negli ingranaggi del governo Conte. Basta guardare quanto il Mibact ha incassato negli ultimi mesi dal decreto Cura Italia e da quello Rilancio. Nel primo, articolo 89, il ministero di Franceschini ha incassato 300 milioni di euro, nel secondo si devono aggiungere altri 178 milioni di euro. Certo, il pacchetto di misure per salvare il settore turismo e cultura è stato ingente per il Mibact, ma resta comunque uno dei ministeri più premiati durante l'emergenza sanitaria. Non solo. Franceschini è diventato negli ultimi tempi l'ago della bilancia sui destini di Cassa depostiti e prestiti. L'istituto che gestisce il risparmio postale degli italiani è da quest'estate al centro di uno scontro molto duro all'interno del governo. Del resto Cdp viene tirata per la giacchetta su ogni partita importante, dal caso Aspi (Autostrade per l'Italia) fino alla cessione di Borsa Italiana, senza dimenticare l'affare rete unica. Come riportato anche da un quotidiano vicino al centrosinistra come Repubblica, infatti, il presidente del Consiglio Conte avrebbe in mente di sostituire l'attuale amministratore delegato Fabrizio Palermo con il commissario straordinario Domenico Arcuri, già numero uno di Invitalia. Il premier lo potrebbe fare alla scadenza naturale del mandato, cioè tra gennaio e aprile, quando dopo l'approvazione del bilancio ci saranno da rinnovare i vertici di via Goito. A quanto pare a pesare sarebbe proprio lo stallo delle trattative con i Benetton sul caso Aspi. A luglio infatti era stato trovato un accordo con Atlantia. Il comunicato del 15 di palazzo Chigi spiegava le indicazioni su cui lavorare. Le due parti si stavano muovendo per trovare un accordo tra la società quotata in Borsa e partecipata a maggioranza dalla famiglia Benetton e la Cassa depositi e prestiti (Cdp, partecipata dal Tesoro con quasi l'83% del capitale). Obiettivo, consentire ad Atlantia di cedere il controllo di Autostrade. Nello specifico Cdp, avrebbe dovuto sottoscrivere un aumento di capitale riservato di Aspi per acquisirne il controllo. Ma a distanza di 3 mesi non è cambiato nulla. Tanto che il 24 settembre, la stessa Atlantia ha dovuto comunicare «delle difficoltà emerse nelle interlocuzioni con Cassa depositi e prestiti», e di come stia cercando di uscire dalla situazione in un altro modo. Il ruolo di Cdp al momento è scomparso. E così sui giornali hanno ricominciato a circolare le ipotesi di revoca delle concessioni. Ma sta di fatto che la situazione è ferma al palo. Anche sul caso della cessione di Borsa Italiana da parte di London Stock Exchange, Cdp sta facendo la sua parte insieme con i franco olandesi di Euronext. Ma anche qui non ha potuto fare tutto da solo, ipotesi che invece era stata ventilata in primavera dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. A venire incontro a Euronenext e via Goito per la nostra piazza Affari è stata Banca Intesa. Sta di fatto che in questa situazione di stallo tra Cdp e il governo, nelle ultime settimane Franceschini si è sempre più legato proprio a Palermo. La scorsa settimana il ministro per i Beni Culturali ha lanciato insieme ai vertici di Cassa depositi e prestiti il Fondo Nazionale del Turismo. Saranno mobilitati «fino a 2 miliardi di euro» in 3-5 anni per salvare il settore. Non solo. Come riportato dalla Verità, nelle squadra delle relazioni istituzionali di via Goito è da poco entrata Zaira D'Ambrosi, moglie di Daniele Leodori, vicepresidente di regione Lazio e uomo molto vicino a Franceschini. A Roma sono convinti che il prossimo candidato per il centrosinistra in regione sarà proprio Leodori. Insomma, tra la Pisana e il Quirinale il gruppo del ministro per i Beni Culturali inizia a farsi sentire nelle stanza del Nazareno, sede del Pd.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco