2023-06-14
Per ora niente faide in Forza Italia. Il partito resta unito (fino alle Europee)
Gianni Letta (Imagoeconomica)
Pace interna obbligata, si va verso un movimento meno liquido. E per le suppletive dell’ex premier a Monza spunta Gianni Letta.Forza Italia va avanti e si prepara a cambiare volto: il destino della forza politica fondata da Silvio Berlusconi è quello di assumere la forma classica di un partito, con un segretario nazionale, una segreteria nazionale e a cascata i vertici regionali, provinciali e cittadini. Ieri si è riunito il Comitato di presidenza, convocato dal tesoriere Antonio Messina: presenti, via Zoom, il coordinatore nazionale Antonio Tajani; i vice coordinatori Anna Maria Bernini e Alessandro Cattaneo; i capigruppo alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo, Paolo Barelli, Licia Ronzulli e Fulvio Martusciello; i parlamentari Giorgio Mulè, Maurizio Gasparri, Gregorio Fontana, Sestino Giacomoni, Andrea Orsini; l’ex parlamentare Simone Baldelli; i governatori Renato Schifani, Alberto Cirio e Donato Toma. «Si è tenuto il comitato di presidenza di Forza Italia», recita una nota diffusa al termine della riunione, «che, in apertura, ha ricordato nel dolore la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi. È stato approvato a norma di legge e di statuto all’unanimità il rendiconto del 2022. Il comitato di presidenza ha inoltre ratificato all’unanimità le recenti nomine effettuate dal presidente Silvio Berlusconi e quelle riguardanti i coordinamenti provinciali e delle grandi città». «Non ci sono buchi nel bilancio del partito», spiega Giacomoni, «ovvio che il presidente Berlusconi sia creditore di circa 90 milioni di euro, ma non c’è nessun buco. È un motivo in più per ringraziarlo per quanto ha creduto nel Paese e in Forza Italia». Veniamo alle indiscrezioni: La Verità ha sentito diverse fonti di primo piano, ricostruendo che aria tira nel partito dopo lo choc della scomparsa di Berlusconi. Innanzitutto, c’è grande attenzione per quella che sarà la prima prova elettorale: entro 60 giorni, ricordiamolo, si svolgeranno le elezioni suppletive nel collegio uninominale di Monza, quello dove Berlusconi è stato eletto al Senato lo scorso settembre, con il 50,3% dei voti. Chi sarà il candidato? «Il nome», ci dice un big azzurro, «deve essere all’altezza di un appuntamento così importante. Un esempio? Gianni Letta». Se Letta accettasse, sarebbe un bel colpo sia per Forza Italia che per l’intero centrodestra: Giorgia Meloni, in particolare, potrebbe contare anche a Palazzo Madama, dove i numeri della maggioranza sono più risicati, su un protagonista di grande esperienza e carisma, con il quale già si confronta spesso. Anche per l’immagine del partito sarebbe l’ideale, considerato il legame strettissimo, fraterno, che c’era tra Berlusconi e Letta. Bisognerà vedere se Letta accetterà, magari anche su richiesta della famiglia del Cav, che del braccio destro del leader si fida ciecamente. Per il resto, sembra archiviata l’ipotesi di nominare tre coordinatori per ciascuna area del Paese. I nomi in corsa erano rispettivamente Alessandro Sorte al Nord e Tullio Ferrante al Sud (vicini a Marta Fascina) e Alessandro Battilocchio al Centro (vicino a Tajani). Ferrante e Sorte hanno comunque ruoli consolidati (il primo è sottosegretario ai Trasporti e ieri è stata ratificata la sua nomina a responsabile nazionale per il tesseramento, il secondo coordinatore regionale della Lombardia e sono entrambi deputati), e quindi non si può parlare di smacco per la compagna di vita di Berlusconi, il cui peso nel partito è inevitabilmente destinato a calare, così come quello del suo «cerchio magico», l’ultimo della storia di Arcore. In crescita le quotazioni di Alessandra Mussolini, eurodeputata, che è scoppiata in lacrime in diretta tv commentando la scomparsa di Berlusconi. Pace interna obbligata, dunque, fino a quando ci saranno da compilare le liste per le Europee del prossimo anno: la certezza è che non ci sarà nessuna diaspora di parlamentari, considerato tra l’altro che, come abbiamo scritto ieri, Giorgia Meloni non ha nessuna intenzione di compiere «atti ostili» verso l’alleato in difficoltà, avendo bisogno di una gamba moderata e liberale nella sua coalizione. Stesso discorso per Matteo Salvini, che però, nel medio periodo, potrebbe essere interessato a una federazione con Fi. E le frizioni interne? Anche l’ala del partito più critica verso Tajani per il momento sta ferma: «Tocca a Antonio», ci dice un big della corrente più critica verso il vicepremier, «trovare il modo per dare una forma inclusiva agli organismi di partito. Per ora si andrà avanti con il comitato di presidenza che poi dovrà diventare una segreteria politica. La leadership non sarà una investitura dall’alto, dovremo costruire un percorso, restare uniti e affrontare questa sfida. L’alternativa sarebbe consegnarci alla Meloni, quindi sostanzialmente sparire». Toni non diversi da quelli dei fedelissimi di Tajani: «La prospettiva», dice un esponente di Fi molto vicino al ministro degli Esteri, «è trasformare Forza Italia in un partito classico, agganciato al Partito popolare europeo». Riflettori accesi, manco a dirlo, su Licia Ronzulli, che negli ultimi tempi ha dovuto digerire l’allontanamento da Arcore ed è stata sostituita nel ruolo di coordinatrice per la Lombardia dal fasciniano Sorte. «Abbiamo il dovere», dice la Ronzulli a Radio Uno Rai, «di rendere omaggio alla storia di Berlusconi, ai sacrifici che ha dovuto fare e agli attacchi che ha dovuto subire, continuando nel percorso che ha tracciato. Se dovessimo dividerci faremmo un torto a lui. Credo che tutti abbiano voglia di camminare insieme con lui e per lui».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.