2024-11-02
Formigli usa la Boccia contro di noi. Ma la «pompeiana» si sconfessa da sola
Maria Rosaria Boccia (Ansa)
Il conduttore bolla come «fake news» la nostra intervista all’ex della donna. La quale cade in continue contraddizioni.Foto e chat confermano la versione dell’ex ministro sullo «sfregio». Il selfie fatto nel bagno di un hotel mostra Gennaro Sangiuliano ferito e una trousse femminile.Lo speciale contiene due articoli.Durante l'ultima puntata, andata in onda giovedì sulla7, della sit-com Casa Formigli con la guest star Maria Rosaria Boccia nei panni della compianta Sandra Mondaini, il conduttore ha provato a darci lezioni di giornalismo. Ma come vedremo l'unico che probabilmente ne ha bisogno è lui. Per comprendere il parapiglia, però, bisogna andare con ordine. Due settimane fa La Verità ha pubblicato un servizio nel quale Nello Aliberti, uno degli ex della Boccia, ci aveva raccontato: «Sapevamo tutti che indossava un cuscino per simulare la pancia... e noi la assecondavamo». Poi aveva aggiunto: «Voleva che si sapesse che era incinta di qualcuno, ma era una palla». Argomento che, come abbiamo svelato, la Boccia avrebbe già utilizzato in precedenti relazioni per far valere le proprie ragioni. Anzi questa sarebbe proprio la specialità della casa. Tanto che in un’occasione un politico locale si era visto costretto a far diffidare la pompeiana dal suo legale perché tra le leve «usate» dalla donna c'era proprio lo stato interessante. E una presunta gravidanza compare anche nelle chat con l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, subito dopo che la pompeiana gli aveva proposto di firmare un patto di riservatezza col quale lui si sarebbe impegnato a non cercarla più e lei a non rivelare la loro relazione intima. Formigli, però, con la matita rossa da maestrino, bolla come una «fake news» i contenuti dell'intervista. E a quale fonte si affida per smentirla? Alla stessa Boccia. Lei sì che è attendibile per l'anchorman di Piazzapulita. Nonostante gli scivoloni nella telenovela della laurea, durante la quale la donna si è avvitata: infatti sui social ha pubblicato alcuni documenti ufficiali riguardanti la fine consensuale del suo matrimonio da cui risultava che una dozzina di anni fa il suo titolo di studio era il diploma, mentre sul suo profilo Linkedin, poi cancellato, indicava una laurea in Economia aziendale conseguita nel 2005. E anche se, in un caso di preterizione da manuale, Formigli afferma alla sua trasmissione «interessa un habitus (un aspetto, ndr), una modalità di esercizio del potere, della funzione di governo, non il gossip», invita ogni giovedì la pompeiana a parlare della sua relazione con Sangiuliano. Ma torniamo all'intervista della Verità (rigorosamente registrata) e al cuscino sotto la maglietta per simulare la gravidanza. «Questa che abbiamo scoperto noi sembra essere una fake news completa», afferma Formigli. L’occasione per la sparata fuori bersaglio è un post di Aliberti, in cui l’uomo sembra mandare un segnale distensivo alla propria ex: «Complimenti a Boccia per aver nominato come difensore Maresca (lo steso di Aliberti, ndr)... sursum corda... fare i processi non fa bene a nessuno». Il messaggio viene ripreso sui social dalla Boccia, che scrive: «Ho ricevuto le scuse di Nello Aliberti sia personali che pubbliche. Ed entrambi abbiamo evitato di finire nelle aule di Tribunale». E questa per Formigli è la pistola fumante. La prova della falsità dei contenuti dell'intervista. Con acume investigativo, sempre nel tentativo (finito male) di smentire le parole di Aliberti, l'inviata di Piazzapulita cerca il fratello di Nello, Pasquale, che è il sindaco di Scafati. Il quale spiega all'inviata e ai telespettatori che Nello «non chiede scusa alla Boccia, anzi...». Poi si rivolge direttamente alla pompeiana chiamandola per nome: «Maria Rosaria, non ti sta chiedendo scusa... con tutto il rispetto...». Ma Formigli, imperterrito, si chiede: «Se questa falsa gravidanza non era vera... dobbiamo mettere in dubbio anche altri fatti, no?». Di certo di aspetti che riguardano le dichiarazioni della Boccia da mettere in discussione, come abbiamo visto, ce ne sono, eccome. Formigli e il suo fiuto da segugio, però, sembrano non accorgersi delle continue contraddizioni. Verrebbe da sospettare che anche il conduttore sia rimasto ammaliato dalla bellezza della signora, anche se a noi viene più facile pensare che preferisca credere alla Boccia per più banali e volgari motivi di share. Anche perché qui c'è un'intervista registrata e non smentita. Ma torniamo a Nello Aliberti, che, poverino, sembra appena uscito dall’ospedale quando viene intervistato dall'inviata. Lui, dopo innumerevoli insistenze, alla proposta di un’intervista, risponde, stremato, con una provocazione: «Guardi, per 50.000 euro faccio tutto quello che vuole». Una battuta che sul sito della 7 si diventa la prova della falsità del nostro scoop («Per 50.000 euro dò -sic, ndr- tutte le interviste che vuoi»). Peccato che noi per raccogliere le dichiarazioni dell’uomo non abbiamo dovuto scucire neanche un cent, forse perché agli intervistati non saltiamo addosso con telecamera spianata e bava alla bocca. Formigli in studio, dopo cotanto siparietto, prova a servire un assist a quella che ormai è diventata la sua spalla fissa del giovedì. «Lei ha avuto le scuse di questo Nello?» domanda il conduttore. La donna risponde compiaciuta che, in fondo, ha evitato ad Aliberti un processo grazie a queste presunte scuse, che avrebbe ricevuto «alla presenza di altre persone». La prova della retromarcia dell’uomo, però, non è stata rintracciata dai reporter investigativi di Piazzapulita. Quello sarebbe stato giornalismo d'inchiesta. Ma forse sarebbe stato chiedere troppo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/formigli-usa-boccia-contro-noi-2669565330.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="foto-e-chat-confermano-la-versione-dellex-ministro-sullo-sfregio" data-post-id="2669565330" data-published-at="1730497546" data-use-pagination="False"> Foto e chat confermano la versione dell’ex ministro sullo «sfregio» «L’accusa di lesioni a Sangiuliano? Questo fa parte di uno dei quattro capi d’imputazione. Non lo posso chiarire ora, quando finirà tutto chiariremo quello che non possiamo chiarire stasera. Bisognerebbe anche datare il giorno in cui ha messo i punti». Si è difesa così, dicendo e non dicendo, Maria Rosaria Boccia durante l’intervista andata in onda in diretta nella tarda serata di giovedì nel corso della trasmissione di La7 Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli. Parole che sembrano quasi alludere alla possibilità che la donna non fosse con l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano quando qualcuno o qualcosa gli ha provocato la ferita. Un’ipotesi gravissima, visto che nel suo esposto alla Procura di Roma Sangiuliano ha dichiarato: «In un’occasione, il 17 luglio 2024, la Boccia mi ha aggredito provocandomi le ferite che ho documentato con le foto allegate». Il riferimento è al soggiorno del ministro a Sanremo dove il 16 luglio Sangiuliano aveva partecipato a una serata dei Martedì letterari al teatro del casinò. Evento documentato nei giorni successivi dalla Boccia con un post tutt’ora presente sul suo profilo Instagram. Dopo l’evento, Sangiuliano e il suo staff avevano soggiornato all’Hotel Nazionale, dove, secondo la ricostruzione dell’ex ministro, sarebbe avvenuto il cruento litigio. Una versione che trova conferma in una foto che La Verità è in grado di mostrare in esclusiva. Si tratta di un selfie scattato dallo stesso Sangiuliano davanti allo specchio del bagno di una camera d’albergo. Nello scatto si vede l’ex ministro in pigiama, con la testa ancora sanguinante, e dei segni, forse dei graffi, sul collo. Su una guancia una macchia rossa, e il pollice e l’indice della mano che non impugna il cellulare sono ricoperti di sangue. Secondo quanto risulta alla Verità il bagno, con le pareti ricoperte in marmo bianco (proprio come quelli di alcune stanze visibili nelle foto promozionali sul sito dell’hotel) sarebbe quello della camera della Boccia. Certamente nell’angolo in basso a sinistra della foto, si intravede una sgargiante borsello, forse una pochette per i trucchi. Nella sua autodifesa televisiva la Boccia è tornata anche sulla chat tra lei e Sangiuliano svelata il 20 settembre scorso dalla Verità nella quale l’ex ministro accusava l’imprenditrice di Pompei di averlo «sfregiato […] se non fossi tu avrei picchiato durissimo», sentendosi rispondere: «Tu mi hai letteralmente mandato fuori di testa». Secondo quanto detto dalla Boccia durante la trasmissione, rispondendo alle domande di Formigli, quella che abbiamo pubblicato sarebbe però una chat «composta da messaggi non consecutivi, sono dei messaggi tagliati». In sostanza, secondo la donna, indagata dalla procura di Roma per lesioni aggravate e minaccia a corpo politico dello Stato, sarebbe stata diffusa una chat cucita ad arte per avvalorare la versione di Sangiuliano. Ma la cronologia dei messaggi scambiati il 2 agosto scorso tra la Boccia e l’ex ministro, dei quali pubblichiamo in esclusiva uno screenshot privo di ipotetici tagli, smentisce anche questa ricostruzione dell’imprenditrice. Alle 23:10:51 la Boccia scrive all’ex ministro: «Hai ragione», in risposta a un messaggio leggibile solo parzialmente. Sono invece le 23:11:06 quando Sangiuliano scrive alla donna: «Sfregiato». Undici secondi dopo, alle 23:11:17 la Boccia risponde: «Ma io forse non riesco». Alle 23:11:46 Sangiuliano aggiunge: «Se non fossi stata tu ... avrei picchiato durissimo». Dopo appena 5 secondi, alle 23:11:53 la donna ammette: «Tu mi hai letteralmente mandato fuori di testa». Esattamente i contenuti della chat che il nostro giornale aveva rivelato in esclusiva due mesi fa, che riportiamo integralmente: «“Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto”. Su questo la donna sembra d’accordo (“Hai ragione”), ma non si accontenta. Lui le ricorda quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio: “Sfregiato […] Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo”. Lei ammette di aver perso il controllo: “Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante […] mi hai fatto diventare una iena”». Con buona pace della ricostruzione dell’imprenditrice pompeiana.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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