2021-06-21
Si allarga l’inchiesta sul Miur. Dalle scuole milioni all’indagato
Dopo la tragedia della dirigente, gli inquirenti hanno iscritto altre persone. La società gestita dal presunto corruttore nel solo bilancio 2019 avrebbe ricevuto 6 milioni da vari istituti per progetti di sostegno psicologicoL'inchiesta sulla presunta corruzione al Ministero dell'istruzione e dell'università (Miur) avviata dalla Procura di Roma sta procedendo a fari spenti. Anche perché ad aprile le indagini sono state funestate dal tentativo di suicidio della dirigente Giovanna Boda, accusata di corruzione per l'esercizio della funzione. Le condizioni della donna per fortuna stanno migliorando, ma le investigazioni, come prevede il nostro ordinamento giudiziario, non si sono interrotte. Infatti nell'inchiesta ci sono diversi altri indagati. Inizialmente sono stati iscritti la Boda (difesa dall'avvocato Antonella Popolizio), dirigente di prima fascia e capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, l'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco (assistito dal presidente delle Camere penali Giandomenico Caiazza), notissimo psicoterapeuta dell'età evolutiva, e la segretaria Valentina Franco, che lavorava al ministero con la Boda, ma che sembra fosse stipendiata da Bianchi. «Non abbiamo approfondito questo punto», ci fa sapere il suo avvocato Giuseppe Di Trocchio. Nel frattempo è aumentato il numero degli indagati collegati all'assegnazione di progetti da parte del ministero alle società di Bianchi. Si parla di almeno quattro nuove iscrizioni. Ricordiamo che ad aprile vennero perquisiti gli uffici nella disponibilità di sei collaboratori della Boda.È stato iscritto sul registro delle notizie di reato Fabio Condoleo, autista alle dipendenze di Bianchi, ma di fatto a disposizione della dirigente, a vantaggio della quale avrebbe effettuato alcuni pagamenti. A Condoleo, difeso dall'avvocato Michele Novella, nei giorni scorsi i finanzieri hanno sequestrato gli apparati elettronici con l'obiettivo di trovare traccia di indicazioni di pagamento o altri indizi. Gli investigatori avrebbero già prova di bonifici e di acquisti in contanti e con carta di credito avvenuti per il tramite di Condoleo e della Franco, alla quale sarebbero state sequestrate due buste con 4.000 euro cash.Nell'inchiesta sono finiti sotto osservazione oltre mezzo milione di pagamenti effettuati da Bianchi o dalle sue società, ma anche assunzioni e consulenze sospette. L'imprenditore avrebbe saldato decine di migliaia di euro di spese di viaggio per soggetti (compresi magistrati e giornalisti) invitati a partecipare a eventi organizzati dal Miur come la Nave della legalità. Costi che sarebbero stati ricaricati sulle commesse pubbliche. Infatti secondo i pm della Procura capitolina, coordinati dall'aggiunto Paolo Ielo, e gli investigatori del Nucleo di Polizia valutaria guidati dal colonnello Pietro Sorbello i progetti di sostegno psicologico portati avanti dagli specialisti dell'Ido di Bianchi avrebbero avuto un costo per Miur e istituti scolastici superiore all'effettivo valore. E parliamo di importi complessivi che superano i 20 milioni di euro. Infatti non ci sono solo i due affidamenti diretti sotto soglia da 40.000 euro ciascuno indicati nel decreto di perquisizione di aprile sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Gli investigatori stanno scandagliando tutta la documentazione sequestrata ad aprile al Miur e negli uffici delle società «riconducibili a Bianchi di Castelbianco» e cioè, secondo l'accusa, l'istituto di ortofonologia (Ido), le edizioni scientifiche Magi, la Com.è società di comunicazione ed editoria e la fondazione Mite (Minori, informazione tutela ed educazione) che insieme con l'Ido gestisce la scuola quadriennale di specializzazione in psicoterapia. Nella nota integrativa dell'ultimo bilancio disponibile, quello del 2019, l'Ido ha messo nero su bianco, come previsto dalla legge, l'incasso delle somme relative a 54 affidamenti da parte di singoli istituti scolastici per 6,2 milioni di euro (a fronte di un fatturato complessivo di 9), per lo più per progetti di sostegno psicologico ai bambini traumatizzati da eventi come i terremoti o il crollo di un ponte, come è successo a Genova con il Morandi. Nel conto economico, i ricavi «delle vendite e delle prestazioni», però, risultano pari a 6,48 milioni di euro, di cui 3,99 «da convenzione Asl» e 2,16 da «ricavi per corsi».Molti di quei soldi sono stati erogati senza gara. C'è da capire se su iniziativa delle scuole o su input di qualcun altro. Nel bilancio del 2019, al primo posto per quantità di somme pagate, troviamo l'istituto comprensivo Giuseppe Garibaldi - Giovanni Paolo II, che con 8 diversi contratti ha corrisposto all'Ido 1,18 milioni di euro. Al secondo posto l'Iis Paolo Baffi, che ha distribuito 950.500 euro spalmati su cinque contratti, mentre l'istituto Leonardo da Vinci di Firenze risulta nel bilancio per tre commesse, una da 600.000 una da 170.000 euro e una da 120.000 euro, per un totale di 890.000 euro. Poco meno per l'istituto Luigi Savoia di Chieti, che sommando i tre affidamenti arriva a 830.000 euro. Nell'elenco dei pagamenti ricevuti dall'Ido ce ne sono due che hanno avuto rilevanza mediatica. Il primo è «Genova un ponte per il futuro» destinato agli studenti del capoluogo ligure, dal costo indicato di 190.000 euro. Il secondo è Terremoto Centro Italia e Ischia, costato, sempre secondo quanto indicato nel bilancio, 630.000 euro. Entrambi risultano affidati senza gara dall'Istituto alberghiero Costaggini di Rieti. La scelta di affidare un progetto per gli studenti di Genova a un istituto scolastico reatino è nata all'interno del ministero? Abbiamo provato a chiedere lumi su quei progetti alla direttrice scolastica, Alessandra Onofri (già candidata alla Camera con la lista Monti), ma lei ci ha fatto rispondere di «non essere interessata a rispondere».L'istituto Regina Elena ha provveduto al saldo di quattro contratti, per 415.000 euro complessivi, mentre l'istituto agrario Garibaldi di Roma, ha affidato all'Ido due progetti, uno da 250.000 euro e uno da 45.000.Più modesti gli importi arrivati dall'Avogadro di Torino (150.000 euro), dal Pomilio di Chieti (100.000 euro), dall'istituto comprensivo Giovanni Falcone (90.000 euro), dal liceo Cavour di Roma che ha pagato all'Ido 38.500 euro per il contrasto di fenomeni di bullismo. Nel bilancio accanto al nome dell'istituto è presente la curiosa dicitura «-no contratto-spot». Dal liceo Tasso e dall'Istituto di istruzione Verne sono arrivati 36.000 euro cadauno, mentre 25.000 euro, sono stati pagati dall'istituto agrario romano Emilio Sereni. Ad aprile Bianchi si era difeso sui giornali e aveva dichiarato: «Io lavoro da almeno vent'anni con il Miur su bandi di gara. Ne avrò fatte almeno 600, dall'Aquila al veneto alla Sicilia. Non vedo come avrebbe (la Boda, ndr) potuto favorirmi». Nei bilanci si coglie una costante crescita nei fatturati negli ultimi anni. Com.è è passata dai 3 milioni di euro del 2014 agli 8,3 del 2019; l'Ido da 5,1 del 2014 ai 9 del 2019. Ma sino a quattro anni fa la parte del leone la facevano le convenzioni con le Asl e non il Miur. Per esempio l'Ido, nel bilancio al 31 dicembre 2017 aveva quasi 4 milioni di euro di ricavi «da convenzione Asl» e solo 59.000 «per contratti firmati Miur». Poi il trend sembra essere cambiato. Nel 2018 la voce «contratti firmati dal Miur» è arrivata a pesare per 823.000 euro. E nel 2019 come detto nel bilancio sono comparse le somme ricevute dalle scuole «a titolo di contributo o prestazione».Nei progetti affidati all'Ido entravano anche altre società riconducibili a Bianchi, tra cui l'agenzia di stampa Dire. Per esempio sul sito dell'agenzia, a proposito del progetto «Genova un ponte per il futuro» si legge: «L'Istituto di ortofonologia, attraverso il lavoro dei suoi professionisti ha attivato, su indicazione del Miur, una rete di supporto psicologico per gli studenti stimolandoli al racconto degli eventi subiti attraverso il lavoro congiunto con l'Agenzia di stampa Dire - Diregiovani e l'emittente radiofonica Radio Jeans. I contenuti prodotti dai ragazzi saranno inoltre selezionati e pubblicati in un libro dalla Magi Edizioni poi distribuito nelle scuole di Genova». Insomma nei progetti sembra sia stata coinvolta l'intera filiera delle aziende collegate a Bianchi. Nelle scorse settimane in tanti sono scesi in campo per denunciare una presunta gogna mediatica ai danni della Boda, a causa dell'unico articolo in cui davamo notizia delle perquisizioni. Tra gli indignati anche Paola Binetti. La senatrice e neuropsichiatra infantile è pure presidente del comitato scientifico della fondazione Mite e della scuola di psicoterapia dell'Ido (Bianchi e Binetti fanno parte del collegio docenti). Ma quello della politica non è il solo nome noto che è sceso in campo in difesa degli indagati e che rischia di risultare in palese conflitto di interessi.