2025-09-24
Fidanza: «Precedente grave in commissione. Ora battaglia all’Europarlamento»
Carlo Fidanza (Imagoeconomica)
Il capodelegazione meloniano: «Spero che il 7 ottobre il Ppe riesca a ricompattarsi».«Un giorno buio per la giustizia. Se penso a Chico Forti, cui viene negata la libertà condizionata mentre Ilaria Salis viene salvata dal processo…». È scoraggiato Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo e membro di Ecr, che con La Verità ha commentato l’esito del voto in commissione Juri circa la richiesta di revoca dell’immunità a Ilaria Salis. Ve lo aspettavate? «Con il voto segreto chiesto appositamente dalle sinistre il rischio lo avevamo preso in considerazione, ma speravamo non si materializzasse. Si è consumato un fatto grave, una pagina triste della storia del Parlamento europeo perché non c’è mai stato un voto contrario su una richiesta di revoca dell’immunità per fatti avvenuti al di fuori del mandato. Questo vale a prescindere dal merito, che peraltro compete all’Ungheria e non all’Europa. Il relatore, membro spagnolo del Ppe, garantista e liberale, e quindi non un pericoloso sovranista, ha detto chiaramente che da parte di Budapest non c’è nessuna persecuzione nei confronti della Salis e quindi nessun motivo che impedisca di fatto la celebrazione del processo». Che impressione le ha fatto la reazione della sinistra, dal Partito democratico al Movimento 5 stelle?«La sinistra italiana ci ha voluto mettere la firma perché in commissione ha mandato due esponenti importanti come Alessandro Zan e Brando Benifei (Pd), che sarebbero sostituti, a votare al posto dei titolari. Zan è anche intervenuto a sostegno di Salis così come Mario Furore (M5s), il che dimostra la deriva estrema che stanno prendendo Pd e M5s. Lo confermano le reazioni giustificazioniste degli ultimi giorni all’assassinio di Charlie Kirk e alle violenze degli estremisti pro Pal nelle nostre piazze. Di fatto tollerano e legittimano la violenza. Va ricordato che Salis non ha mai speso una parola di dissociazione nei confronti dei membri della “Banda del martello” con cui è stata arrestata». Torniamo al voto. L’immunità resta grazie a due voti del Ppe. Qualcuno insinua che ci possa essere uno scambio di favori con i socialisti per il caso di Huawei, nel quale sarebbero coinvolti anche due esponenti di Forza Italia. «Questa ricostruzione la respingo totalmente. Il relatore del Ppe ha lavorato bene e si è sentito tradito dai suoi colleghi di gruppo. La speranza è che in plenaria (quando il 7 ottobre ci sarà il voto definitivo sull’immunità di Salis, ndr) il Ppe possa votare compatto. Dal mio punto di vista il voto dei franchi tiratori rientra nella diatriba Orbán-Ppe, in corso da quando i popolari hanno cacciato l’ungherese. Aggiungo infatti che è stata respinta pure la richiesta di revoca dell’immunità dell’eurodeputato popolare ungherese e leader dell’opposizione anti Orbán, Péter Magyar (le tre richieste a carico di Magyar, tutte respinte, riguardavano casi differenti: da un presunto furto di telefono in una discoteca a due cause per diffamazione, ndr). Immunità invece revocata nella stessa seduta a due colleghi conservatori polacchi, con la motivazione che l’immunità è valida solamente per attività svolte nel mandato parlamentare». Eppure, questo principio non vale per Salis. Insomma, a chi fa opposizione al governo ungherese guidato da Orbán è concesso fare tutto?«Sì. E di contro chi è di destra deve andare a processo qualsiasi cosa abbia fatto in qualunque momento. Tra i nostri polacchi non è la prima volta. Da quando hanno perso le elezioni stanno subendo una vera e propria persecuzione. Così muore la giustizia».
Gianni Cuperlo parla durante la commemorazione di Charlie Kirk alla Camera (Ansa)
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