2025-07-10
Ferrero si «mangia» anche Kellogg
Il gruppo di Alba ha annunciato l’acquisizione, per circa 3,1 miliardi di dollari, della società americana attiva nel settore dei cereali per la prima colazione.Ferrero ha annunciato di aver raggiunto un accordo definitivo per l’acquisizione della società americana WK Kellogg Co, attiva nel settore dei cereali per la prima colazione. L’operazione ha un valore complessivo di circa 3,1 miliardi di dollari, corrispondente a un pagamento in contanti di 23 dollari per azione. Lo ha reso noto la società con sede ad Alba (Cuneo).L’intesa ha ottenuto il via libera unanime dal consiglio di amministrazione di WK Kellogg. Si tratta di un’acquisizione strategica che rafforza la posizione di Ferrero nel mercato dei cereali per la prima colazione e, più in generale, nella regione nordamericana. Secondo quanto dichiarato da Ferrero, l’operazione si inserisce all’interno di una più ampia strategia di crescita e diversificazione del portafoglio del gruppo, volta a consolidare la sua presenza a livello globale. La società ha sottolineato come questa acquisizione rappresenti un nuovo capitolo nel proprio percorso, mirato a investire in marchi storici e a rafforzare l’offerta di prodotti sul mercato statunitense e canadese. Attraverso questa acquisizione, Ferrero entrerà in possesso non solo dei marchi, ma anche delle attività operative di WK Kellogg Co, inclusi gli stabilimenti produttivi, le reti di distribuzione, la logistica e le funzioni di marketing nei territori di Stati Uniti, Canada e Caraibi. Il portafoglio include nomi celebri e consolidati come Froot Loops, Special K, Frosted Flakes e Rice Krispies. La chiusura dell’operazione è prevista per la seconda metà del 2025, subordinata al soddisfacimento delle consuete condizioni regolatorie e contrattuali. Una volta completata, WK Kellogg sarà ritirata dalla Borsa di New York e diventerà una società interamente controllata da Ferrero. L’acquisizione è stata accolta con entusiasmo da Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del gruppo, che ha definito l’operazione come molto più di una semplice transazione economica. Ha parlato di un’unione tra due realtà storiche, entrambe capaci di costruire un forte legame con intere generazioni di consumatori grazie alla qualità e all’identità dei propri marchi. Fondata nel 1906 a Battle Creek, nello stato del Michigan, WK Kellogg Co è l’erede dell’azienda originaria creata da Will Keith Kellogg, l’inventore dei Corn Flakes. Nel 2023, la storica Kellogg Co ha attuato una profonda riorganizzazione societaria, separandosi in due entità distinte. WK Kellogg è diventata responsabile esclusivamente del business dei cereali nel mercato nordamericano, mentre la nuova società Kellanova si è focalizzata sulla produzione e vendita di snack e bevande su scala globale. Nel 2024, WK Kellogg ha registrato un fatturato di circa 2,71 miliardi di dollari, in leggero calo del 2% rispetto all’anno precedente. L’utile netto si è attestato intorno ai 72 milioni di dollari, segnando una contrazione del 34,5%, a testimonianza di un periodo di transizione e ridefinizione della strategia aziendale. Contestualmente all’annuncio dell’acquisizione da parte di Ferrero, la società americana ha diffuso anche i dati preliminari relativi al secondo trimestre del 2025. Per il periodo chiuso al 28 giugno, la previsione è che le vendite nette si collochino tra i 610 e i 615 milioni di dollari, mentre l’Ebitda rettificato dovrebbe essere compreso tra 43 e 48 milioni.Anche per Ferrero, l’operazione si inserisce in un contesto di continua espansione globale. Il bilancio dell’anno fiscale chiuso il 31 agosto 2024 da Ferrero International Sa. ha evidenziato una crescita importante, con un fatturato consolidato pari a 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Il gruppo continua a investire in innovazione e capacità produttiva, potendo contare su una rete globale composta da 37 stabilimenti produttivi e oltre 47.500 dipendenti.
Matteo Salvini (Ansa)
«Chiederò che sul Piano casa, scoperto nel 2026, parte dei fondi arrivi con gioia ed entusiasmo da parte di un sistema, quello delle banche, che sta facendo margini notevolissimi». Così il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. «Non c'è nessun accanimento nei confronti delle banche. Mi limito a leggere i bilanci. Negli ultimi tre anni le banche hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, spesso una parte di questi investimenti coperti da garanzie dello Stato e, quindi, nel caso che tutto andasse bene si va a utile, nel caso non andasse c'è lo Stato che copre e garantisce». Il vicepremier ha spiegato che la richiesta non nasce da una volontà punitiva, ma dal principio di equilibrio e collaborazione tra pubblico e privato. Secondo Salvini, le banche, dopo anni di margini record, possono contribuire concretamente a sostenere misure sociali e infrastrutturali, come il Piano casa, considerato «Una priorita' nazionale per dare risposte a chi oggi non può permettersi un alloggio dignitoso».
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