2025-10-27
Caro Speranza, dopo l’Italia può chiudere il Pd
Caro Roberto Speranza, come sta? Ho deciso di scriverle questa cartolina perché l’altro giorno ho rivisto la sua foto su Repubblica e ho avuto un sussulto da film zombie: a volte ritornano. L’ultima volta che ci eravamo incrociati stava scappando di fronte a malati in carrozzella per non dare loro spiegazioni sugli effetti avversi dei vaccini. S’è pure inventato che qualcunodi quei poveretti volesse mettere in pericolo la sua incolumità, mentre lo sanno tutti che è stato lei a mettere in pericolo (eccome) la loro, oltre che la nostra. Dopo quegli episodi, però, aveva fatto perdere le sue tracce, forse nella speranza (con la minuscola) che noi dimenticassimo i suoi disastri. Invece l’altro giorno ecco lì il suo volto, in bella mostra, a corredare un articolo sul rinnovamento del Pd. Titolo: «La carica dei quarantenni». Al che mi è venuto un dubbio: ma se puntano su di lei, come lo vorranno mai rinnovare questo Pd? Con il lockdown? Per altro già il tentativo di farla passare per un giovane virgulto della politica mi pare un po’ strampalato. Non che gli altri «alfieri del nuovo rassemblement», come siete stati ribattezzati (fra cui Peppe Provenzano, Nico Stumpo, Dario Nardella, etc) siano di primo pelo. Ma lei è proprio fuori quota. Anche se ha «solo» 46 anni, sta attaccato a una poltroncina della politica da più di venti (correva l’anno 2004), milita nella sinistra giovanile da quando ha smesso di prendere il biberon ed è stato ministro della Salute in due governi, quello Conte e quello Draghi, senza passare del tutto inosservato. Ora presentarsi come «alfiere del nuovo rassemblement» sarebbe un po’ come tentare di far passare Luka Modric per una giovane speranza del calcio o Bobby Solo per una promessa della canzone. Dopo non resta che provare a iscrivere Matusalemme all’asilo nido. Nato a Potenza nel 1979, figlio di un sindaco socialista, laureato in scienze politiche a Roma, consigliere comunale nel 2004, poi assessore all’urbanistica nel 2009, capogruppo alla camera per il Pd, poi fondatore di Articolo Uno, infine ministro della salute, una grande passione per la Roma calcio e un matrimonio celebrato a Gerusalemme con la partecipazione dello stato maggiore del partito, lei non ha evidentemente il carisma della novità. Ed è per questo che mi è venuto il sospetto che non abbiano cercato lei per rinnovare il partito. Ma per chiuderlo. In fondo è un segno di stima: ha chiuso tutta l’Italia. Vuole non essere in grado di chiudere il Pd?Se fosse davvero questa la geniale idea di chi ha inserito il suo nome tra i rinnovatori, suggeriamo anche di utilizzare per il bene del partito altre sue innegabili qualità. Per esempio lei potrebbe suggerire nuove tattiche politiche («Come si sconfigge la Meloni? Tachipirina e vigile attesa») o potrebbe istituire il green pass per la cabina elettorale (vota solo chi si è iniettato una dose di sinistrismo) oppure potrebbe fornire mascherine farlocche per coprirsi il volto dopo la sconfitta elettorale. Tutte pratiche che lei conosce bene e che potrebbe anche mettere a frutto scrivendo un libro sulla storia e sul futuro del Pd. Ovviamente il libro s’intitolerà: Perché guariremo. E sarà ritirato subito dopo la pubblicazione.
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