2025-10-27
Nepal in crisi, tra tensioni politiche ed emigrazione
True
Il Nepal oggi ha un premier ad interim, dopo che i violentissimi scontri di piazza hanno destituito il comunista Sharma Oli. Il futuro del Paese è incerto tra emigrazione di massa, giovani senza futuro e squilibri socio-economici gravi.Dall'Himalaya all'Appennino: storia dei Gurkha, i soldati nepalesi inquadrati nell'esercito britannico che parteciparono alle più importanti battaglie della Campagna d'Italia tra il 1944 e il 1945.Lo speciale contiene due articoli e una gallery fotografica.Incastonato fra le vette più alte del mondo il Nepal ha sempre dato di sé un’idea di paese sospeso ed etereo, ma la sua storia racconta un vissuto profondamente diverso. Fino al dicembre del 2007 la piccola nazione himalayana è stata una monarchia, ma per anni le strade della capitale Kathmandu erano state teatro di proteste e manifestazioni verso governi oscurantisti e retrogradi. Nel 2001 l’erede al trono Dipendra aveva assassinato il padre e altri nove membri della famiglia reale, prima di suicidarsi e la corona era passata allo zio sopravvissuto Gyanendra, ma il prestigio della casa reale era stato definitivamente compromesso. Intanto nelle campagne cresceva il peso del partito comunista maoista che, sfruttando la svolta autocratica del nuovo re, aumentò il suo seguito arrivando a controllare intere province delle aree interne. In circa 10 anni di guerra civile lo scontro provocò 18mila morti e centinaia di migliaia di sfollati interni fino al 2006, quando il partito maoista si accordò con gli altri partiti per abolire la monarchia, ormai vista come distante e avulsa dalla società nepalese. Alle prime elezioni del 2008 a trionfare fu un’alleanza proprio fra i maoisti ed il partito marxista-leninista. L’estrema sinistra ha dominato la scena nepalese ininterrottamente fino al 2014, quando è diventato Primo ministro il leader del Partito del Congresso nepalese, fortemente influenza dall’India, per poi tornare più o meno stabilmente nelle mani degli ex rivoluzionari filo-maoisti e comunisti. L’ultimo Primo ministro, o meglio penultimo perché la piazza inferocita ne ha chiesto la testa, è stato Khadga Prasad Sharma Oli, ex Presidente del Partito Comunista nepalese, che ha deluso tutti. La rabbia nella nazione abbarbicata sull’Himalaya è scoppiata definitivamente l’8 settembre del 2025, quando nella capitale e nelle principali città i giovanissimi della Generazione Z si sono riversati nelle strade e nelle piazze. Le manifestazioni sono spesso degenerate in vere e proprie battaglie urbane e linciaggi diretti a colpire i vertici della politica e delle élite locali colpevoli, a detta dei giovani, di aver fatto precipitare il paese in una spirale di declino economico senza prospettive per il futuro. Il Nepal ha poco più di 30 milioni di abitanti, ma meno di un quarto vive in città e la situazione delle campagne è di estrema povertà. Soltanto il 67% è alfabetizzato, un percentuale che scende al 59% nel genere femminile. La cosiddetta Generazione Z, i nati fra il 1997 ed il 2012, sono un numero molto importante in un paese che ha un’età media di 25 anni. Il governo di Khadga Prasad Sharma Oli ha dimostrato una totale incapacità, ma i problemi del Nepal sono profondi. La sua difficile posizione geografica non facilita l’accesso ai mercati dei suoi prodotti che si sono diventati non competitivi per le difficoltà di trasporto, soprattutto a livello agricolo, la spina dorsale della nazione. I giovani soffrono particolarmente questa situazione e le emigrazioni sono nell'ordine di oltre 2000 persone al giorno. Ma la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo è stato un provvedimento che mira a porre la gestione dei social network e delle piattaforme digitali sotto la tutela del Ministero delle Comunicazioni. Questa legge consente alle istituzioni governative di bloccare piattaforme e siti web – come Facebook, Instagram e YouTube – che non si conformino al nuovo sistema, di fatto controllando le opinioni della popolazione. La rabbia si è scagliata anche verso i figli delle elite politiche ed economiche: giovani estremamente privilegiati che ostentano lusso e ricchezza, con uno stile di vita distante dalla realtà quotidiana della maggioranza della popolazione. Questa ostentazione insieme alla corruzione e al sistema di nepotismo che spalanca le porte solo ai figli delle caste, ha portato all’esasperazione. La reazione è stata violentissima con il parlamento in fiamme ed i politici presi casa per casa e pubblicamente linciati. Sul campo sono rimasti 51 morti e la piazza ha scelto il nuovo Primo ministro, tutto guardato con estrema preoccupazione dagli ingombranti vicini del Nepal: la Cina e l’India. Nuova Delhi resta il principale partner commerciale di Kathmandu, detenendo il 65% del totale, mentre la Cina ad oggi rappresenta circa il 18% del commercio. La crescita del peso economico cinese è dovuta agli sforzi di cooperazione tra Pechino e Kathmandu, inclusi aiuti economici, perché il Nepal sta cercando da anni di sganciare la sua economia da quella indiana che vanta però enormi crediti con la piccola nazione himalayana.
Roberto Burioni ospite a «Che tempo che fa» (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 27 ottobre 2025. Ospite Marco Pellegrini del M5s. L'argomento del giorno è: "La follia europea di ostacolare la pace tra Russia e Ucraina"