2019-03-04
Fazio fa il maggiordomo di Macron per imporre l’asse Colle-Eliseo
Il presidente transalpino tiene un comizio sulla rete ammiraglia di viale Mazzini. E annuncia l'incontro con Sergio Mattarella il 2 maggio per avere più Europa. Nessuna domanda ma solo assist contro i gialloblù e l'Italia.Serata-Benalla su Rai 1. Sotto il vestitino da prima comunione con cui Fabio Fazio si è presentato all'Eliseo, batte un cuore da bodyguard. E quel cuore Fazio lo ha gettato oltre l'ostacolo per celebrare Emmanuel Macron.Fazio ha presentato l'intervista precisando di essersi pagato il biglietto aereo di andata e ritorno dalla Francia: prima frecciata velenosa a chi aveva osato criticarlo in settimana.Ma all'apparire di Macron, Fazio si è improvvisamente trasfigurato: sguardo adorante e postura fantozziana davanti al megapresidente. Inevitabile e retorica la captatio benevolentiae iniziale verso l'Italia: «Come molti francesi, ho capito il nostro Paese e la nostra civiltà attraverso l'Italia: da bimbo la visita ai Fori, da adolescente la scoperta della Toscana e il Rinascimento; poi Napoli, che per me ha un posto particolare; e infine una pièce di Eduardo De Filippo - ha precisato l'inquilino dell'Eliseo - per incontrare la futura moglie Brigitte. Indorata la pillola, Fazio lo ha subito sollecitato sull'incontro tra Di Maio e i gilet gialli. E qui Macron ha calato l'asso: magnanimo, ha fatto sapere di voler chiudere l'incidente, ma ha tenuto a precisare che lui parla con Mattarella: «Le peripezie più recenti non sono gravi, occorre andare oltre, è questo il senso della discussione che ho avuto con il presidente Mattarella». E Macron ha annunciato per il 2 maggio la visita di Mattarella a Parigi, anniversario della morte di Leonardo da Vinci. Insomma, interlocuzione diretta con il Quirinale, scavalcando totalmente il governo. A seguire, una critica all'Europa per non aver ascoltato l'Italia sull'immigrazione: ma è parso più che altro un espediente retorico per criticare il fatto che l'Italia abbia oggi abbandonato l'«apertura». E Macron ha colto l'occasione per ricordare che Francia e Germania abbiano più richiedenti asilo di noi. Poi, un prevedibile predicozzo contro chi si «ripiega su sé stesso», e una lunga giustificazione dell'asse franco-tedesco come necessità, con incisi di mera cortesia verso l'Italia. E ancora il «sogno europeo» di Altiero Spinelli, di cui «Napolitano era l'erede vivente» secondo il presidente francese, e un amplissimo passaggio contro razzismo e antisemitismo. E qui si è aperto l'elenco dei cattivi: Polonia, Ungheria, Italia, e «tratti fondamentali dei popoli che credevamo attenuati, anche qui in Francia». Macron ha concesso - bontà sua - di «credere alle vibrazioni dei popoli», ma - ha aggiunto - «abbiamo bisogno di un'Europa più forte, più cooperazione europea». Insomma, i popoli chiedono meno Europa? E Macron, dicendo di volerli ascoltare, gliene propone di più. «Mi batterò con forza contro queste persone», ha detto Macron sui sovranisti, senza citarli direttamente. Poi l'acrobazia più forte: «Ho il senso del tragico, camminiamo sull'orlo di un vulcano, ci sono troppi sonnambuli». Insomma, lui capisce i problemi e i popoli e i ceti medi, gli altri capi di stato no. Deluso chi si aspettava domande sui «piccoli Mussolini», sulla «lebbra» sui «vomitevoli»: cioè sulla caterva di insulti che Macron e i suoi hanno riversato sull'Italia in questi mesi. Non una parola sui dieci sforamenti dei parametri europei in undici anni da parte della Francia: parametri invocati invece come regole sacre e inviolabili contro l'Italia. Non un sospiro sull'imbarazzante caso di Alexandre Benalla, l'ingombrante responsabile della sicurezza intimo della coppia presidenziale. Nulla che potesse turbare l'olimpica serenità del «sovrano». Unico aspetto positivo della serata di Che tempo che fa? Almeno per una volta agli spettatori sono stati risparmiati i pistolotti di Roberto Saviano. Ma non c'è stato tempo per un sospiro di sollievo: a citare Saviano ha provveduto lo stesso Macron, sponsor d'eccezione.