2024-09-03
Famiglia sterminata a Paderno: «Il figlio non aveva un movente»
Famiglia sterminata a Paderno: «Il figlio non aveva un movente». Il pm: «Non si dà una spiegazione. Forse la festa per il padre ha acuito il turbamento».«Venite, ho ucciso mio padre»: inizia così, con una telefonata al 112, intorno alle due di notte di domenica, la scoperta del triplice omicidio di padre, madre e figlio di 12 anni a Paderno Dugnano, nel milanese. Inizialmente, il figlio della coppia che ha dato l’allarme, Riccardo, di 17 anni, ha spiegato di aver accoltellato e ucciso il padre dopo che il genitore aveva ammazzato la madre e il fratellino. All’arrivo dei carabinieri sul posto, il ragazzo è seduto su un muretto d’ingresso, apparentemente calmo, senza segni di colluttazione, con ancora i vestiti sporchi di sangue e il coltello da cucina a terra. La prima versione dei fatti però presenta subito delle incongruenze e nel pomeriggio di domenica, a distanza di dodici ore da quella telefonata notturna, il giovane ha confessato di aver sterminato tutta la famiglia. Una famiglia nota nella cittadina e molto unita secondo i vicini: vivevano all’interno di un complesso residenziale costruito dal nonno, il padre Fabio lavorava nel settore edile, la madre Daniela era titolare di un negozio di biancheria intima, i figli andavano a scuola e il figlio maggiore non aveva mai presentato segnali di allarme. Poche ore prima degli omicidi, nella serata di sabato, avevano festeggiato a casa insieme ai parenti il compleanno del papà Fabio e in quelle ore di festa non sarebbero emerse avvisaglie che potessero far presagire la strage.A fornire dettagli sulle prime ore della tragica scoperta e sull’interrogatorio sono stati la procuratrice per i minorenni facente funzioni Sabrina Ditaranto e il comandante della stazione carabinieri di Paderno Dugnano Luigi Ruzza durante una conferenza stampa tenutasi ieri. Ruzza ha spiegato che dopo la telefonata da parte di Riccardo «subito i militari, dotati di bodycam, sono entrati nella casa, una villetta in fondo a una strada chiusa, dove il giovane viveva con il padre di 51 anni, la madre di 48 anni e il fratellino di 12 anni. Nella camera da letto del giovane, che ha due letti, e dove lui dormiva con il fratello, hanno trovato i tre corpi, tutti colpiti con numerosi fendenti». È apparso calmo e lucido, Riccardo, quando ha comunicato la prima versione dei fatti e anche nel momento della confessione del triplice omicidio l’atteggiamento è rimasto il medesimo. È emersa anche l’assenza di un movente, la pm Ditaranto, davanti ai giornalisti, ha raccontato che «dal punto di vista giudiziario noi non abbiamo un movente tecnicamente inteso. Dal punto di vista sociologico sono aperte le strade e anche le indagini». Infatti, il ragazzo ha parlato di un «malessere» di fronte agli inquirenti, che però non sembra essere legato all’ambito famigliare. Ditaranto ha spiegato: «Anche lui non si dà una spiegazione logica e coerente di quello che è successo. Lui provava un malessere suo, non un malessere legato alla famiglia. Ed era un pensiero che aveva da qualche giorno. Non è collegato quindi a un impeto», aggiungendo che «ha capito che non può tornare indietro, che quello che ha fatto è irreversibile». È possibile che il compleanno del padre abbia «acuito il pensiero» ha detto la pm, affermando che «i festeggiamenti sono sempre un momento critico per chi sta soffrendo».Nell’interrogatorio, il diciassettenne ha raccontato di essersi svegliato mentre l’intera famiglia stava dormendo, di aver preso un coltello dalla cucina e aver colpito il fratellino che dormiva nella sua stessa camera. I genitori poi, avendo sentito dei rumori, si sono alzati e arrivati nella stanza sono stati colpiti dal giovane. È emerso anche che il padre sarebbe stato accoltellato alle spalle mentre cercava di soccorrere il figlio minore. Il ragazzo si trova al momento nel Centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria di Milano. L’accusa è di «omicidio aggravato da premeditazione, dai rapporti di parentela, dalla minore età di una delle persone offese e dall’aver agito nottetempo approfittando del sonno» come ha concluso la pm.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)