2021-12-21
La falla del pass ai positivi è ancora aperta
Nonostante la pezza del governo Draghi, che ha affidato alla piattaforma delle card la revoca dei certificati ai contagiati, il sistema fa cilecca. Come dimostra il caso di un giovane vaccinato con doppia dose, che in questi giorni a Roma ha scoperto di essere infetto.Sabato, il governo ha tappato la clamorosa falla riscontrata nel sistema del green pass: il documento, infatti, rimaneva valido anche se il titolare, nel frattempo, era risultato positivo al Covid. Fino a pochi giorni fa, quindi, era la coscienza del singolo a costituire l’unico argine contro un uso sconsiderato della card: null’altro avrebbe impedito a un irresponsabile infetto, magari asintomatico, d’infischiarsene della quarantena. Secondo le disposizioni del nuovo dpcm, da adesso in poi, la piattaforma Dgc, quella da cui già si scarica il foglio verde, genererà una revoca automatica, che scatterà nel momento in cui, «dal flusso dei tamponi molecolari che le Regioni e Province autonome inviano al Sistema Ts, risulti la positività al Sars-Cov-2 di una persona in possesso di certificazione verde», oppure se, a comunicare che il paziente è stato contagiato, sono «una struttura sanitaria afferente ai Servizi sanitari regionali, un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta». L’interessato riceverà quindi una notifica dell’avvenuto annullamento del suo lasciapassare. Elementare, Watson. Se non fosse che, tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. Ovvero, l’oceano della filiera che parte, magari, dalla farmacia in cui si riceve la brutta notizia e arriva alle Asl, senza trascurare la frequente incomunicabilità tra diversi settori dello stesso apparato burocratico sanitario. Risultato: con buona pace di Palazzo Chigi, la solerzia con cui viene invalidata la tesserina dipende dal tempo che passa tra l’esecuzione del tampone positivo e l’effettivo avvio di una procedura che, in teoria, dovrebbe essere altamente automatizzata. Che la trafila non sia fulminea, La Verità lo ha constatato ieri, esaminando, a titolo di esempio, il caso di una persona vaccinata con doppia dose, ammalatasi di Covid questo fine settimana, a Roma. Ironia della sorte, nelle stesse ore in cui veniva pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di Mario Draghi. Sabato sera si manifestano i tipici sintomi: febbre, tosse, dolori alle ossa, sensazione di debolezza; domenica mattina arriva il prevedibile verdetto del tampone; eppure, mentre il giornale andava in stampa, il green pass del nostro sfortunato testimone risultava ancora attivo a un regolare (e reiterato) controllo, che abbiamo effettuato tramite l’app messa a disposizione dal ministero della Salute, VerificaC19. Ancora nessun avviso era giunto dalla benedetta piattaforma nazionale Dcg. Nemmeno una telefonata da parte della Asl di competenza, almeno per informarsi sulle condizioni della persona malata - stavolta, un individuo giovane; ma se si fosse trattato di un nonnino, quante preziose ore sarebbero state perse senza curarlo? - e, soprattutto, per conoscere eventuali contatti a rischio da monitorare. Costoro, intanto, se non fossero stati allertati dal protagonista della spiacevole vicenda, disponendo a loro volta di una carta verde funzionante e inconsapevoli di potersi essere infettati, avrebbero avuto la facoltà di andarsene in giro per locali ed eventi. Alla faccia del green pass e della «garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Con tanti saluti al tracciamento.Aspettiamo fiduciosi che i cervelloni elettronici elaborino le informazioni, o che gli uffici della Regione Lazio o della Capitale, all’uopo predisposti, portino a termine i compiti necessari. Vedremo quanti giorni passeranno prima che la persona infetta e sintomatica non sia più in grado di esibire un lasciapassare Covid valido. D’altro canto, la medesima, farraginosa trafila sarebbe destinata a ripetersi in fase di riattivazione del certificato. Citiamo sempre il dpcm: «La revoca verrà annullata automaticamente a seguito dell’emissione della certificazione verde Covid-19 di guarigione dalla positività che l’ha generata». Quindi, lo sventurato interlocutore della Verità dovrebbe attendere la definitiva scomparsa dei sintomi, sottoporsi a un altro esame clinico dopo tre giorni e poi incrociare le dita. Lo sblocco sarebbe istantaneo, come avviene per il rilascio del super green pass in seguito alla vaccinazione? O si finirebbe ancora nella spirale degli uffici d’igiene, tra ritardi e persino arbitri, a leggere la testimonianza di una lettrice che riportiamo qui sotto? E cosa accadrebbe, di preciso, alla carta verde? Se è corretta la nostra interpretazione, il titolare dovrebbe poter scaricare dalla piattaforma un lasciapassare come guarito, valido sei mesi dal giorno in cui è stata attestata la negatività al tampone, oltre a vedersi riattivato il precedente certificato Covid, fino a scadenza naturale. Abbiamo chiesto una conferma al dicastero, ma l’ufficio stampa ci ha invitati a inoltrare il nostro quesito via email. Una di quelle che, temiamo, di solito giacciono inerti nelle caselle di posta online degli uffici pubblici. Speriamo che non accada qualcosa di simile con i green pass degli ammalati.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)