2025-06-03
Pagani torna sul luogo del delitto: Stm
Il tecnico di Padoan, che barattò la guida dell’azienda con Stx Fincantieri, è stato al Mef per sostenere Chery. Manca il vice presidente e l’ex consigliera Sciuto opera in Dassault.Cinque giorni fa all’assemblea degli azionisti di StMicroelectronics, l’Italia per tramite del Mef, guidato da Giancarlo Giorgetti, ha votato due no. Una mano alzata contro le proposte sostenute dal socio francese: la manleva all’amministratore delegato, Jean-Marc Chery, e al direttore finanziario Lorenzo Grandi, coinvolti in una class action negli Usa, e la conferma di due consiglieri indipendenti, Anna de Pro Gonzalo e Helene Vletter-van Dort, che avevano bloccato la nomina nel consiglio di sorveglianza dell’italiano Marcello Sala lo scorso aprile. La situazione tra i due Paesi che da anni si dividono la partecipazione dell’azienda di microchip e semiconduttori sembra non trovare una soluzione. Il Mef resta fermo sulla propria posizione e sulla nomina di Sala, ex direttore generale del Tesoro. Però i giorni passano, oggi Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si incontreranno e l’assemblea non solo ha dato l’ok al bilancio e ha autorizzato il dividendo, ma ha anche dato il via alle nomine dei singoli comitati che dipendono dal consiglio di sorveglianza. Attività fondamentali non solo per il controllo, ma per direzionare le mosse dell’azienda. Con una anomalia nemmeno troppo piccola. Chery ha ritrovato intatto il suo posto di ad e presidente, mentre l’incarico di vice non è stato assegnato. A nessuno visto che sarebbe toccato a un italiano (tolto Sala nel board ci sono altre due nomine afferenti il nostro Paese). Eppure l’articolo 4 dello statuto di Stm parla chiaro. Il comma 4.2 recita esattamente così: «Il presidente e il vice lavorano in stretta cooperazione nell’esercizio delle loro funzioni». La cooperazione tra le due figure di vertice non è un vezzo dello statuto, ma una scelta precisa dettata dal dualismo societario che contraddistingue Stm. Da un lato Parigi, dall’altro Roma. Così siamo in pieno impasse e senza un potere che bilanci e controlli il numero uno. È chiaro che il tema dovrebbe salire di un gradino. Per cercare di sbloccare la situazione a comunicare dovrebbero essere direttamente i due governi, bypassando il consiglio di sorveglianza e il management. Altrimenti da qui a un anno potremmo piangere posti di lavoro e fatturato. Non solo. Un innalzamento del dibattito a livello diplomatico permetterebbe anche di evitare mosse intermedie di cui spesso si fatica a comprendere la paternità. Un caso su tutti, l’interessamento in questo giorni al tema di Fabrizio Pagani che da consigliere del ministro Pier Carlo Padoan accettò di buon grado la nomina di Chery. In questi giorni è stato visto almeno due volte al Mef per perorare la causa Stm. Con perfetto accento francese, però. La trattativa all’epoca fu infatti gestita in prima persona da Pagani (che poi si è trasferito in pianta stabile a Parigi prima con un incarico in Muzinich, quindi dal 2020 a Science Po) che consacrò una sorta di scambio. Stm a guida francese e Stx (i cantieri) agli italiani. Con il risultato che dalla seconda metà del 2018 il governo parigino si è rimangiato l’accordo e poi con il sostegno dell’Antitrust Ue (il cui capo di gabinetto guarda caso proveniva sempre dall’Eliseo) ha portato a seccare l’operazione nel 2021. Beffando l’Italia e fregando Fincantieri. Altro dettaglio. Al momento della nomina di Chery si aprì alla revisione della governance allargando il supervisory board e dando più poteri ai consiglieri. Non si è fatto mai nulla. E così siamo arrivati a oggi. Sarebbe interessante capire perché Pagani (il cui nome è tornato sui quotidiani italiani lo scorso inverno quando accompagnò Elly Schlein nelle aziende del Nord Italia) sia ancora così affezionato a Stm. Anche se in questa vicenda di stranezze ve ne sono altre. Ad aprile, mentre infuriava la lotta tra Parigi e Roma, Donatella Sciuto, all’epoca nel board di Stm, diventava consigliere indipendente di Dassault aviation. Azienda francese che vede nel board anche Pascal Daloz, anch’egli con un passato in Stm e una poltrona proprio al fianco della Sciuto.
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