2024-05-02
«Fuoco segreto»: (quasi) tutto quello che avreste voluto sapere su Julius Evola
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Julius Evola (Stanislao Nievo/Fondazione Evola)
Esce per le edizioni Mediterranee un volume con lettere, interviste, documenti, testimonianze e inediti del pensatore tradizionalista, di cui quest’anno ricorre il mezzo secolo dalla morte.In questo 2024 in cui ricorre il mezzo secolo dalla morte di Julius Evola, diverse sono le iniziative editoriali dell’effervescente mondo tradizionalista. Una delle più interessante è sicuramente la pubblicazione di Fuoco segreto, una raccolta, come recita il sottotitolo, di “lettere, interviste, documenti, testimonianze, inediti” del pensatore romano, appena pubblicata dalle edizioni Mediterranee. Il volume, curato da tre autorità nel campo degli studi evoliani, ovvero Andrea Scarabelli (a sua volta fresco di pubblicazione di una importante biografia evoliana), Giovanni Sessa e Luca Siniscalco, rappresenta una vera miniera d’oro per chiunque si interessi alla vita e all’opera dell’autore di Rivolta contro il mondo moderno. Una parte importante del volume è rappresentata dali epistolari. Tra i destinatari delle missive evoliane qui raccolte ci sono intellettuali del calibro di Gottfried Benn o Ernst Jünger. Ma, soprattutto, vi è raccolto l’epistolario completo di Evola con Massimo Scaligero. Al lettore evoliano occasionale il nome può dire poco e certamente si tratta di una personalità che non ha avuto un’influenza paragonabile a quella dei due tedeschi poc’anzi citati. Ma, nell’ambito della parabola umana e culturale evoliana, Scaligero – filosofo, esoterista, giornalista – ha sicuramente un’importanza cruciale. Scaligero è sempre presente nei momenti importanti della vita di Evola, lo aiuta quando è in difficoltà, ma soprattutto ne comprende il pensiero come pochi altri hanno fatto. Tra gli altri materiali raccolti, un capitolo poi soppresso dopo la prima edizione, di Rivolta contro il mondo moderno (Lo scettro e la chiave), un’appendice sul mito del Graal alla stessa opera, anch’essa poi non ripubblicata nelle edizioni successive, e la raccolta completa degli scritti di Evola comparsi su Domani, che non è ovviamente l’omonimo quotidiano di sinistra oggi in edicola, ma un settimanale di destra degli anni Cinquanta di cui si è persa qualsiasi traccia. Vi troviamo un Evola intento a commentare i principali fatti dell’attualità del suo tempo, non solo i grandi eventi della politica nazionale o internazionale, ma anche vacuità che non ci si aspetterebbe di trovare tra gli interessi del filosofo: dal successo di Lascia o raddoppia? al matrimonio di Grace Kelly e Ranieri di Monaco. Ma ci sono anche inediti ben più interessanti. È il caso del dattiloscritto riprodotto nel volume, con tanto di correzioni a penna di Evola stesso, di una bozza di libro mai trasformato in volume. Si tratta di Eros e magia, un volume di cui finora non si sapeva nulla, neanche che fosse tra i progetti di Evola, e in cui quest’ultimo torna su uno dei temi che da sempre lo appassionava e su cui aveva già scritto Metafisica del sesso. Ma ancora non è tutto. In Fuoco segreto figura anche la riproduzione fotografica di una Introduzione a Julius Evola scritta da un giovane militante del Fuan di Messina, Giovanni Caloggero, rivista, corretta e appuntata da Evola stesso (anche in questo caso sono ben visibili le sue correzioni vergate a penna). Si tratta di uno dei primissimi saggi – seppur uscito da un contesto militante e non accademico – dedicati all’intera opera di Evola, ma ovviamente il grosso dell’interesse è dato dagli interventi del pensatore stesso, che in questo modo ci svela quale immagine pubblica di sé egli intendesse tramandare ai posteri e quali elementi invece tralasciare. Come sempre accade nei casi di volumi come questo – che prende esplicitamente a modello la fortunata serie dei Cahier de l’Herne francesi – il grosso del materiale può ovviamente interessare il lettore filologicamente accorto ma lasciare indifferente quello occasionale o militante. Nel caso di un autore come Evola, tuttavia, che per anni ha scontato una ricezione esclusivamente militante, oltre a un’attenzione analitica da parte di nemici dichiarati, poco inclini alla ricerca sine ira et studio, operazioni come questa servono come il pane. Per restituire al suo contesto e al suo secolo uno dei grandi protagonisti della vita culturale novecentesca, oltre ogni divinizzazione o maledizione.