2025-09-16
Pichetto al convegno della «Verità»: «Ora norme per ridurre le bollette»
Gilberto Pichetto Fratin (Cristian Castelnuovo)
Il ministro: «Le case automobilistiche volevano far pagare ai cittadini la conversione all’elettrico. Adesso si accorgono che i loro obiettivi erano irrealizzabili. Il gas rimarrà per decenni, il carbone resta strategico».Che Stellantis stia rivedendo i suoi obiettivi sulla produzione di auto elettriche non lo stupisce. «Quello che mi stupiva era che le case automobilistiche europee fossero d’accordo con il commissario europeo Timmermans», spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da Maurizio Belpietro durante il convegno su sostenibilità ambientale e transizione energetica, organizzato ieri a Milano dalla Verità. «Le case automobilistiche pensavano di far pagare ai cittadini il costo della transizione all’elettrico, ma oggi si accorgono che l’obiettivo di non produrre più auto a benzina entro il 2035 è insostenibile». Si parte da qui, dunque, dal grande abbaglio sull’elettrico, «una tecnologia solida», concede il ministro: «Il motore elettrico è il più semplice da costruire, ha sette-otto volte meno pezzi, si rompe raramente. Ma da qui a imporre a tutti gli europei di pagare la riconversione industriale delle case automobilistiche, ce ne corre. Una cosa è credere in una tecnologia, un’altra è trasformarla in un’imposizione politica», sperando che i consumatori seguano. Per l’auto a batteria, questo non è accaduto. Di qui, in un circolo vizioso, i mancati investimenti sulle infrastrutture: per la costruzione delle colonnine di ricarica «ho fatto bandi, ho ripetuto le gare, ho perfino chiesto a Trenitalia e Rfi di partecipare». Tutto inutile. «Alla fine ho dovuto riconvertire i 597 milioni di fondi europei destinati alle colonnine, dopo una lunga contrattazione con Bruxelles. Ma anche qui si vede l’assurdità: l’Unione europea ci impone obiettivi, senza considerare che il mercato non risponde». «È qui l’errore», ribadisce: «Hanno trasformato una direttiva ambientale in un regalo alle case automobilistiche, scaricando il costo sugli europei. Se l’obiettivo era emissione zero nel 2035, bastava dirlo. Ci sono già veicoli diesel a emissioni zero, ci sono biocarburanti, c’è il biometano. Ma Bruxelles ha deciso che l’unica via è l’elettrico». Pichetto comunque si dice convinto che l’obiettivo del «tutto elettrico» entro il 2035 verrà alla fine annullato. Il nuovo commissario che si occupa di green, la spagnola Teresa Ribera, «ha una impostazione ideologica, ma sa ascoltare», assicura. Il problema è che a Bruxelles ora si è aperto un altro fronte: quello della riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040. «Al momento manca ancora una minoranza di blocco per impedirla. Per l’Italia si tratterebbe di un obiettivo irraggiungibile. I Paesi del Nord hanno territori sterminati e pochi abitanti. Noi invece abbiamo centomila borghi, due catene montuose, il mare, la Pianura Padana che soffre già l’inquinamento... Imporre le stesse regole a tutti è sbagliato. L’Italia rischia di non farcela e di pagare un prezzo altissimo». La parola d’ordine, quindi, è realismo: che si traduce nella convinzione che il gas starà con noi molto a lungo («È il combustibile fossile meno dannoso, e ci accompagnerà per i prossimi decenni. Prima di poterlo sostituire servirà il nucleare di quarta generazione, o magari la fusione»), ma anche che il carbone continuerà ad avere un ruolo decisivo: «Con questi chiari di luna», dice Pichetto riferendosi alle turbolenze sullo scenario internazionale, e non potendo mettere la mano sul fuoco sulla sicurezza negli anni delle forniture da parte dei Paesi che hanno sostituito la Russia, «le due grandi centrali di Brindisi e di Civitavecchia sono una garanzia di sicurezza nazionale».E a proposito di sicurezza nazionale, il ministro si sofferma anche sull’idroelettrico, e sull’obiettivo di prorogare le concessioni: «Vogliamo mantenere le centrali in mani nazionali, per evitare che arrivi il grande fondo con operazioni fuori mercato che poi potrebbe imporre le sue condizioni al governo. Lo stesso principio vale per la rete del gas». Non manca, infine, il riferimento al nucleare: «Non c’è alternativa: bisogna guardare al nucleare. Io sono convinto che la strada siano i piccoli reattori modulari, anche se aspettiamo i fatti concreti. Il nucleare non sostituisce le fonti rinnovabili ma è un tassello indispensabile in un mix equilibrato. Senza, non potremo mai reggere i consumi futuri». C’è anche spazio per le ricadute che tutti questi problemi hanno sulle bollette: «L’obiettivo è farle scendere, ma non esistono bacchette magiche» mette le mani avanti Pichetto. «Stiamo lavorando per correggere il meccanismo che determina il prezzo dell’energia, perché ci sono anomalie evidenti. A breve uscirà un decreto con alcuni interventi puntuali». A margine del convegno, il ministro spiega che alcuni di questi interventi «riguardano le aste che stiamo facendo sulle rinnovabili, che speriamo abbiano un prezzo molto basso. Questo serve ad andare a riequilibrare rispetto al prezzo del gas, che è quello che pesa di più in bolletta».
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