2021-08-19
Mentre l’Europa discute di rifugiati la Cina si prende i giacimenti afgani
Il Paese è ricchissimo di minerali preziosi e terre rare, fondamentali per le tecnologie pulite. Mosca e Pechino hanno già messo le mani su ciò che serve per attuare l'economia verde. L'Ue blatera di green, ma sta ferma.Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan e l'immediata apertura al dialogo di Russia e Cina con il neonato Emirato islamico apre scenari destinati a cambiare gli equilibri nell'economia mondiale del prossimo futuro. Attorno alla questione afghana si gioca una partita economica fondamentale che riguarda tutto il mondo. Ha un nome: transizione ecologica. Cosa c'entra il nuovo governo talebano con la strategia green di progressivo abbandono dell'energia fossile inquinante diventata una priorità per tutti i Paesi? La Verità se è ne occupata ieri e oggi approfondiamo il tema. Non solo c'entra, ma Kabul è destinata a svolgere un ruolo da protagonista negli anni a venire. L'Afghanistan conta tra i più ricchi giacimenti minerari al mondo, il cui valore supera il trilione di miliardi, fondamentali per le nuove tecnologie pulite. L'entità di questo tesoretto, come rivelato dal New York Times, è emerso a seguito di ricerche sul campo effettuate da funzionari e geologi statunitensi. È un potenziale minerario che supera qualsiasi altra riserva al mondo. Ci sono ricchissimi giacimenti di ferro, rame, cobalto, oro e metalli preziosi. Non solo. Sempre la testata riporta un memorandum del ministero della Difesa Usa che definisce l'Afghanistan come la futura «Arabia Saudita del litio». Questa materia prima è indispensabile per produrre i moderni dispositivi elettronici e per gli armamenti militari di nuova generazione. Litio e cobalto sono essenziali per le batterie dei veicoli elettrici che ne contengono fino a 15 kg. L'Afghanistan, secondo quanto riporta la testata americana The Diplomat, riferendo analisi di funzionari statunitensi, avrebbe un potenziale di riserve di litio simile ai giacimenti della Bolivia, che ha il primato di questo materiale. Il Paese è ricchissimo anche delle cosiddette «terre rare», come il lantanio, il cerio, il neodimio, di cui, secondo alcuni report, sempre citati dal The Diplomat, avrebbe le maggiori riserve mondiali. Tali minerali sono utilizzati nelle nuove applicazioni industriali ad alta tecnologia, pilastro della svolta ecologica. Il neodimio lo troviamo nelle pale e nei magneti delle turbine eoliche e insieme al disprosio, nei magneti delle batterie. Le Terre rare servono a costruire le cellule fotovoltaiche. L'olmio è usato nelle barre di controllo, nei sistemi di arresto di alcuni reattori nucleari per evitare altre Chernobyl.L'Afghanistan, quindi, detiene il forziere di ciò che serve al mondo per passare all'economia verde. Oltre agli studi effettuati dai geologi americani, inviati da Washington nel 2004, nell'ambito di un programma per la ricostruzione del Paese, come ripercorre il quotidiano online Sicurezza Internazionale, numerose informazioni sui giacimenti minerari sono state raccolte nel corso di esperimenti minerari sovietici, durante l'occupazione da parte di Mosca negli anni '80. Questi dati sono stati nascosti dagli afghani, dopo il ritiro della presenza sovietica e solo nel 2001 sono stati depositati nella biblioteca dell'Afghan Geological Survey di Kabul. Partendo da questi studi che rivelavano la ricchezza nascosta nel sottosuolo, i geologi degli Stati Uniti hanno approfondito le indagini geologiche con strumentazioni moderne. È emerso che vi sarebbero giacimenti di rame per 60 milioni di tonnellate e 2,2 miliardi di tonnellate di ferro. Questo scenario spiega lo slancio con cui Russia e Cina hanno aperto al dialogo con Kabul. La Cina fornisce al mondo il 70% delle materie prime e circa il 95% delle terre rare. Ha un posizione di assoluta dominanza, non solo per la forte produzione domestica ma anche perché è riuscita a garantirsi i diritti di estrazione nei Paesi ricchi di risorse.La Russia, secondo una stima dell'Us Geological Survey, ha avuto una produzione, nel 2020, di 2.700 tonnellate di terre rare, meno del 2% di quella globale, ma ha riserve per 12 milioni di tonnellate, ovvero il 10% del totale mondiale. L'obiettivo indicato dal governo di Mosca, è di estrarre internamente un concentrato di terre rare che potrebbe raggiungere nel 2024, le 7.000 tonnellate. Su questo progetto ci sono investimenti per 1,5 miliardi di dollari. E l'Europa? L'estrazione di questi minerali richiede tecniche inquinanti, sicché, in nome dell'ecologia, ha delegato ad altri Paesi il «lavoro sporco». L'Unione europea sta cercando di aumentare la propria autonomia sviluppando il riciclo dei materiali e definendo partnership con Paesi produttori in Africa. Ma il disimpegno sull'estrazione dei minerali, ha un costo. L'accelerazione della transizione ha moltiplicato la domanda facendo alzare i prezzi. L'Agenzia Internazionale dell'Energia (Iea) ha stimato che con la transizione green, la produzione di minerali utili dovrà almeno quadruplicare. Nella partita afghana finora la Ue ha fatto sentire la sua voce solo sui rifugiati. Al momento è un passo indietro per sedersi al tavolo in cui si decideranno influenze e partnership per l'estrazione della ricchezza del futuro. Punto interrogativo anche sulle prossime mosse di Washington che pur consapevole della posta in gioco, rischia di perdere anche questa «guerra». Cina e Russia, con grande tempismo, si sono messi in prima fila.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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