2024-12-07
Con Mercosur Bruxelles ripete i suoi sbagli
Ursula Von der Leyen a Montevideo con i membri del Mercosur (Ansa)
Dopo aver fatto danni col Green deal, adesso la Von der Leyen firma l’accordo di libero scambio con il Sudamerica che impoverisce gli agricoltori. Il testo, rimasto segreto, dovrà passare da Parlamento e Consiglio: l’Italia può essere l’ago della bilancia per fermarlo.Si chiama coazione a ripetere. È una tendenza patologica assai frequente nelle persone, ma pure nelle istituzioni. Soprattutto europee. In queste settimane anche i più grandi sostenitori del modello di transizione green impostato dagli euro socialisti un tempo capitanati da Frans Timmermans si scontrano con i dati del caos e del fallimento del settore automotive. Cercano di accampare teorie astruse pur di non ammettere che il modello è sbagliato, ma senza negare la crisi. Il che dovrebbe lasciarci intuire che la desertificazione industriale delle quattro ruote si poteva evitare e che basterebbe non percorrere gli stessi passi ideologici e diplomatici per scongiurare l’azzoppamento di altri settori industriali. Invece, dobbiamo ricrederci. Dopo l’annuncio da parte di una gioiosa Ursula von der Leyen, ieri la Commissione Ue ha ratificato l’accordo con il Mercosur. Si tratta del Mercado comun del sur, una organizzazione che riunisce Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay e consente libero scambio. L’accordo tra Ue e Mercosur dunque cancellerebbe il 92% delle tariffe doganali imposte dall’Ue per l’import dal Mercosur e il 91% di quelle relative all’export europeo verso i membri dell’organizzazione sudamericana. L’accordo prevede anche il riconoscimento di quasi 400 indicazioni geografiche protette per i prodotti e diverse altre misure per facilitare l’accesso delle aziende europee e sudamericane ai rispettivi mercati. In tutto si parla di un volume di scambio attorno ai 45 miliardi. Sia in entrata che in uscita. Ma questa è solo la patina che serve a infiocchettare il pacco. La vera materia del contendere è la mancanza di reciprocità. Cioè, i prodotti agricoli e agroalimentari del Mercosur che l’Ue importerà non devono sottostare agli stessi standard di qualità e di salubrità imposti ai produttori europei. Ma c’è anche, e per paradosso, il mantenimento da parte di Brasile e alleati di divieti fitosanitari: le barriere veterinarie poste su più prodotti trasformati - un esempio sono i prodotti di salumeria italiana che sono vietati e resteranno vietati - rimangono in piedi. La cosa curiosa è che il Mercosur le fa valere mentre l’Ue per i prodotti in importazione le fa cadere. Basta ricordarsi che di recente l’Ue ha sostenuto un regolamento sulla deforestazione che impone la messa a riposo di altre terre limitando la produzione agricola. Luiz Inácio Lula da Silva aveva fissato l’obiettivo deforestazione zero per l’Amazzonia eppure ha autorizzato nuove coltivazioni e soprattutto nuove estrazioni di greggio affermando: «Tutti vogliono risolvere il problema dei combustibili fossili, ma sfortunatamente l’umanità non può ancora farne a meno». Ne segue che in Europa l’accordo non piace, soprattutto alla Francia ma anche all’Italia, all’Austria, alla Polonia, all’Irlanda. Lo vedono di buon occhio invece la Germania, la Spagna, la Lettonia e la Svezia. Berlino spera di risollevare la propria industria automotive ma è pronta a sacrificare l’agroalimentare. Basti pensare che il solo utilizzo di ormoni della crescita rende il costo della carne molto più competitivo rispetto a ciò che esce dai nostri allevamenti. La cosa ancora più grave è che l’accordo siglato ieri (che ovviamente non è da intendersi ratificato prima del test davanti al Parlamento e al Consiglio) è al momento segreto. Non esistono i dettagli, i quali saranno svelati solo con il procedere delle trattative in ambito di Trilogo Ue. Chi si oppone come Filiera Italia guidata da Luigi Scordamaglia ci anticipa alcune sfumature che rendono l’idea del danno futuro. «Facile immaginare che nelle prossime settimane la Commissione spiegherà che alle aziende sudamericane sarà imposta una filiera di certificazione documentale. Il messaggio sarà di trasparenza e reciprocità. La realtà», prosegue Scordamaglia, «sarà diversa. Le certificazioni documentali non corrispondono a quelle fisiche che saranno in percentuale infinitesimale. E quindi le garanzie di reciprocità saranno assenti». Il porto di riferimento per le merci brasiliane è inoltre Rotterdam che è conosciuto per il suo lassismo. E pure questo è un peso in più a favore della bilancia brasiliana, come lo sono le autorizzazioni ai fitofarmaci e, come scritto sopra, agli ormoni per gli animali. Coldiretti ha calcolato una perdita e uno sbilancio annuo di 23 miliardi da spalmare nei vari Paesi Ue. Soprattutto Italia, Polonia e Francia. È vero che i numeri e le stime sono sempre un po’ aleatorie. Ma anche fosse un miliardo sarebbe un problema da mettere subito sul tavolo. Per evitare che fra due o tre anni ci si trovi a fare i conti con il prepensionamento forzato degli agricoltori. A questo punto vale già la pena affrontare i prossimi tre mesi. Verosimilmente il voto finale cadrà a marzo. L’accordo commerciale principale potrebbe essere approvato con il voto a maggioranza semplice dei parlamentari europei e a maggioranza qualificata dei governi Ue, ovvero 15 Paesi che rappresentano almeno il 65% della popolazione. Per bloccare questo processo, almeno quattro membri dell’Ue che rappresentano più del 35% della popolazione dell’Unione dovrebbero opporsi.La Francia cercherà di mobilitare resistenze e troverà sostegno da parte di Austria, Polonia e Paesi Bassi. Insieme rappresentano circa il 30% della popolazione. Germania, Spagna e altri nove membri, che insieme rappresentano circa il 40% della popolazione dell’Unione, hanno esortato i negoziatori a raggiungere un accordo entro quest’anno. Difficile che avvenga. Resta l’Italia che stavolta dovrebbe essere chiamata a fare da ago della bilancia. Se ci uniamo formalmente alla Francia si supera ampiamente il quorum. L’altro ieri Giorgia Meloni si è detta contraria. Da noi l’industria, le banche e le assicurazioni non sono contrarie al Mercosur. Si tratta dunque di tenere la barra dritta e non cadere nelle trappole dello storytelling di Ursula come l’eventuale imposizione di certificazioni paritetiche. Si tratta di scansare la patina ed evitare il pacco.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.